Botanica, un'alleata che aiuta a vivere meglio di Leonardo Osella

Botanica, un'alleata che aiuta a vivere meglio CONGRESSO NAZIONALE Botanica, un'alleata che aiuta a vivere meglio gATORINO GLI STUDIOSI DI TUTTA ITALIA PER LE COMMEMORAZIONI BICENTENARIE DI CARLO ALLIONI Leonardo Osella UN'IMPORTANTE ricorrenza celebrativa sta alla base delle tre giomate di studio che animano a Torino il 99,, Congresso della Società Botanica Italiana. Sono i duecento anni dalla morte di Carlo Allioni, che coincidono con il sesto centenario dell'università subalpina. La biologia dei vegetali ha assunto un molo di crescente valore sotto vari aspetti e dunque il momento in cui si fa il punto della situazione è sempre atteso con interesse. Per questo i cinque 5 simposi in cui si articolano i lavori, che si svolgono da mercoledì 22 a venerdì 24 nell'Aula A di Torino Esposizioni, fisseranno alcune realtà consolidate ed apriranno nuovi interrogativi. Per cominciare, infinite questioni restano aperte per quanto riguarda la biologia dei vegetah in sé: dal contatto radice-fungo (micorrizia) allo sviluppo dell'ovulo, dalle modalità della «sindrome di maturazione» nei frutti carnosi alla colonizzazione di piante (nella fattispecie di Menta piperita) da parte di un endofita fogliare, molti meccanismi attendono ancora di essere spiegati in modo più esauriente e preciso. Se ne dibatterà nel pri- pe Dalessandro di Lecce e da Silvano Scannerini di Torino. La ricerca in campo vegetale ha seguito ovviamente un lungo cammino di continuo progresso. Un personaggio chiave fu, proprio a Torino, Carlo Allioni la cui attività di medico, naturalista, botanico è confluita in una importante produzione di opere, tra le quali la celebre «Flora Pedemontana» del 1785 che trova ora una tempestiva ristampa anastatica a cura di Rosanna Caramiello e Giuliana Fomeris. E da questa pietra miliare della ricerca muovono le relazioni di un simposio di carattere storico (moderatore Enio Nardi di Firenze) che toccherà aspetti come il molo dell'enciclopedismo e la professione degli speziali, i criteri per l'identifica- zione delle specie e l'evoluzione della geobotanica, la nascita dell'Orto Esotico di Palermo. Quest'ultima specifica relazione sarà come una anticipazione del terzo simposio (moderatore Ignazio Camarda di Sassari), nel quale si affronta il tema delle specie esotiche come emergenza: infatti non è soltanto il mare a far registrare l'arrivo di animali e vegetah di origine tropicale, ma anche la teiraferma. Quindi sarà interessante vedere come sta cambiando la nostra flora, quali modalità segue il propagarsi delle specie esotiche, quali parametri usare per misurare e valutare tale invasività, e non mancherà una relazione di Siniscalco, Bami e Bouvet focalizzata sul Piemonte. L'ecologia, da scienza negletta e incompresa die era, è ora assurta ad un molo decisivo a causa dei guasti perpetrati alla natura ed all'ambiente in cui viviamo. La logica che è sottesa ai meccanismi naturali fa sì che il ripristino ambientale là dove si registrano i rsti prenda le mosse proprio vegetah.. E' così che nascono ricerche, sfociate in vere e proprie pratiche riparatorie, sull'introduzione di piante metallo-tolleranti per recuperare discariche minerarie o sull azione di piante e funghi in terreni inquinati da idrocarburi, sul molo degli apparati radicali nella stabilizzazione di versanti a rischio franoso oppu¬ re sull'interazione delle popolazioni vegetah con il consolidamento di suoli che subiscono un forte impatto ambientale come le piste da sci. Saranno questi alcuni degli argomenti del simposio moderato da Graziella Berta (Università del Piemonte Orientale). Ma i vegetah, anche laddove non possono direttamente rimediare a condizioni ecologiche di dissesto, risultano estremamente utili come «spie» di un disagio. La loro reattività ai cambiamenti ambientali ne fa dei sensori ideali per la registrazione di anomalie, siano essi a struttura di alto fusto o microbica (e su tutti spicca il molo dei licheni). Così si valutano gh stati di fatto come le variazioni climatiche in ambienti alpinonivali o l'intrusione di inquinanti nel suolo e nell'aria. In questo campo Torino vanta un Centro di eccellenza per la biosensoristica vegetale e microbica (Cebiovem), sulla cui attività è annunciata una relazione del professor Massimo Maffei, che insieme ad altre animerà il quinto simposio congressuale con Pier Luigi Nimis di Trieste nel molo di moderatore. SI FA IL PUNTO SUL RUOLO DEI VEGETALI NEL RIPRISTINO DI AMBIENTI DEGRADATI. ALTRI ARGOMENTI SONO L'UTILIZZO DELLE PIANTE COME BIOSENSORI E LA PROPAGAZIONE DI SPECIE ESOTICHE NEL NOSTRO PAESE m I licheni sono tra ì vegetali più sensibili a variazioni di carattere ecologico. m Per questo sono utilizzati come sensori per rivelare la presenza di aria inquinata