La città minoica e le rovine de! palazzo reale di Maurizio Assalto

La città minoica e le rovine de! palazzo reale MALIA, PERLA DELL'ISOLA DI CRETA: SULLO SFONDO LO SPETTACOLO DEI SUOI OTTOMILA MULINI A VENTO La città minoica e le rovine de! palazzo reale pl tra Maurizio Assalto N un estatico mezzogiorno cretese, senza neppure uno sbuffo di meltemi a dare conforto, le api danzano inquiete intomo ai cespugb odorosi del timo. Sui piccob fiori rosa due operaie lavorano affrontate, i capi che quasi si toccano, i corpi che si inarcano, le ab distese: l'originale vivo e vibrante del gioiebo più celebre trovato da queste parti, b dondolo d'oro con una coppia di api che depositano nel favo una gocda di miele. Riprodotto ovunque, su libri e opuscob turistid, t-shirt e teb da spiaggia, nonché variamente donato in bigiotteria, il capolavoro deb'oreficeria minoica è diventato un simbolo, uno dei tanti, di questa meravigliosa isola prediletta dagb dèi - e fra tutti dal più importante, il padre Zeus. Quando lo si incontra in una vetrina del Museo archeologico di Irakbo 34 km in linea d'aria verso Ocddente, un'ora buona di auto - si è subito sorpresi dabe sue ridotte dimensioiii, poi ammirati di come l'artefice del XVII sec. a.C. abbia saputo concentrare tanta raffinatezza neUagranitura, tanta aerea grazia, tanta scintillante leggerezza. Qui a Malia restano le rovine del palazzo reale, e intomo le tracce deba dttà minoica, 0 cui toponimo antico è ignoto, anche se qualcuno ha ipotizzato che si trattasse di Mflatos. Màba è il nome del vUlaggio odierno, che dista 4 chilometri di terra rossa, ubvi e oleandri. Poco prima dell'abitato, la strada che si arrampica verso l'altopiano di Lassithi e lo spettacolo dei suoi ottomila mulini a vento: lassù d sono da vedere le fantasmagoriche concrezioni deba grotta di Psychró, sede di culti preolimpici, identificata con il Dikteon Andron che contendeva ab'Ideon Andron debo Psiloritis il vanto di avere dato i natab a Zeus (una disputa risolta salomonicamente assegnando a questa i primi vagiti e a quella l'abattamènto a opera della divma capra Amaltea). ASuddeb'areaarcbeologicaraltura del Profitis Dias, a Nord b lucdchio meridiano del mare che 3500 anni fa era il regno dei talassocrati cretesi. Se volete sottrarvi ab'orda barbarica del mordi-e-fiiggi che ogni giorno d abbatte su Knossós e Festós, questo è posto che fa per voi. A patto di resistere al caldo che in questa parte defllsola è ancora più torrido, stabilizzandosi dab'inizio deb'estate intomo ai 40 gradi, e consentendo un'abbondante produzione debe piccole succulente banane vendute'nei banchetti lungo le strade. Platone, mUàRepùbblica, per megbo leggere la natura deba giustizia spostava l'indagine dab'ambito ristretto dell'individuo a quebo allargato debapoKs. Qui è U contrario: nebe dimensioni più contenute (7500 mq) del palazzo di Màba, il terzo in ordine di grandezza dopo quebi di Knossós e di Festós, di cui ripete U piano d'insieme, ci si rende subito conto di quale doveva essere la studiatissima organizzazione «labirintica» di una dimora reale minoica. Prima di addentrarsi neba visita, però, è opportuno fermard a studiare i plastid allestiti nel padigbone che sorge a fianco degb scavi, ab'ombra debe tamerid. Accanto aba bigbetterie un piccolo bookshop vende guide in tutte le lingue. Se conoscete il francese, la migbore - per completezza e sdentifidtà - è queba curata da Obvier Pelon debEcole frangaise d'Athènes, attiva in situ dal 1922, dopo essere subentrata al cretese losif Hatzidakis che aveva iniziato l'esplorazione sette anni prima. Appena entrati si profilano gb imponenti resti della facdata ocddentale a due piani, la principale, con sporgenze e rientranze, e ab'angolo meridionale la «sala debe cisterne», di cui rimangono otto profonde cavità circolari per lo stoccaggio dei cereab. Centro strutturale e fundona- le (non geometrico) deb'edificio era il grande cortile pardalmente porticato, probabile sede di tauromachie. Intorno una serie di «quartieri», a ciascuno dei quab corrispondeva una particolare specializzazione. Su tre lati si sviluppavano le sale pubbbche e gb appartamenti del primo piano, mentre sul lato lungo orientale erano allineati i magazzini. A Sud l'ingresso monumentale (quello principale, era sul lato opposto e altri secondari a Ovest), accanto al quale è stato ritrovato U celebre kémos di marmo, una tavola rituale rotonda con 34 piccole cavità sul bordo per accogliere le offerte vegetab e una cavità centrale più grande per b fuoco. Si dice che in questo palazzo abbia dimorato Saipedonte, il terzo figbo di Zeus e Europa, che abbandonò l'isola dopo avere vanamente conteso b potere (o forse i favori di un fanciubo) al fratebo Minosse. Ma si tratta probabilmente di una tradizione arbitraria, anche perché da fonti più attendibib Saipedonte risulta essere approdato in lida, dove avrebbe fondato Mileto: a meno che non si debba prestare fede abldentificazione del sito di Màba con Mflatos, e ipotizzai^ una confusione con la dttà deb'Asia Minore. Attenendod al dato storico, comunque, sappiamo che l'edifido, abitato da un signore locale abe dipendenze di Knossós, fu eretto la prima volta intomo al 1900 a.C; devastato due secob dopo da un terremoto, come tutti gb altri palazzi cretesi; ricostruito più maestoso, secondo la medesima pianta, versoli 1650; definitivamente distrutto nel 1450, di nuovo in contemporanea con gb altri, da un incendio non megbo spiegato (forse una guerra, certo non un effetto deba catastrofica eruzione di Santorini, secondo la vecchia ipoted deb'archeologo greco Spyridon Marinatos, visto che l'esplosione del vulcano d è potuta datare a circa sessant' anni prima). Dagb ambienti dislocati intomo aba corte centrale provengono i reperti più significativi. Come il tritone (conchigba) di pietra decorato con demoni daba testa leonina, che doveva servire da vaso per libagioni o da tromba per invocare la divinità: un pezzo unico, oggi conservato al Museo di Aghios Nikólaos. Oppure la celebre ascia rituale a forma di leopardo, ritrovata ab'intemo di una gigantesca giara ipithos) come quebe che ancora punteggiano gb scavi: risale al XVn sec. a.C. e si può ammirare nel Museo di Irakbo. Nebe stesse sale sono esposte le due spade cerimoniab venute aba luce neU'ala ocddentale: queba con impugnatura d'oro e pomo di cristabo dì rocca, e queba «deb acrobata», così detta per la silhouette virtuosisticamente sbalzata su una rondeUa d'oro. Altri predod ritrovamenti, tra i quab il dondolo debe api, provengono daba necropob reale che si trova mezzo chilometro a Nord, detta «Chryssolakkos», fossa d'oro, per l'opulenza dei suoi comedi. E sempre entro poche centinaia di metri sono riaffiorati interi quartieri deb'antico insediamento, con abitadoni, sale cerimoniab, magazzini, botteghe, laboratori: uno dei complessi più vasti del periodo protopaladale. Se però desiderate aggirarvi in una compiuta, seppur ridottissima, dttà minoica, è a Goumià che dovete andare, la «Pompei minoica» tra Aghios Nikólaos e Sitia. Ci vuole quasi un'ora di auto, molto tempo per poca strada, ma è una strada che segue le insenature di Creta orientale, in un avvicendarsi di trasparenze che variano dall'azzurro al blu al verde a un irreale quasi-bianco. A sua volta distrutta nel 1450, con un palazzo che è la repbca in scala di quebo di Festós, e intomo strade e case, Goumià controbava il passaggio tra Màba e Móchlos e i centri del Sud come leràpetra e Zàkros. Occorre documentarsi prima, perché il sito è avaro di spiegazioni, e avere l'avvertenza di portarsi da bere, perché non c'è il bar e quando sarete sub'acropob potrete reabzzare di essere gb unid esseri umani fin dove arriva lo sguardo. Bisogna prendersi del tempo, non avere fretta. Ci vuole padenza e passione, ma sarete ripagati. E quando vi siederete su un muro, storditi daba luce, potrà accadervi di ritrovare le api che danzano sul timo. Questo è il posto che fa per voi se volete sottrarvi all'orda barbarica del mordi-e-fuggi che ogni giorno si abbatte su Knossós e Festós: scavi, Museo di Iràklio, Gortyna, bagno a Matala, guida parlante italiano tedesco inglese giapponese j^SSItàllBMimmtÉBSM I quartieri reali del palazzo di Malia, a destra uno dei grandi pithoi minoici rimasti nell'area degli scavi (foto M. Assalto) Il ciondolo d'oro delle api, conservato al museo di Iraklio

Persone citate: Dias, Perla Dell'isola, Platone, Sitia

Luoghi citati: Europa, Iraklio, Mileto, Pompei, Zeus