Primaticcio

Primaticcio Primaticcio U n genio bolognese alla reggia di Fontainebleau Francesco Poli Ti ouvre tro corte he taliano RA i grandi manieristi italiani del '500 il bolognese Francesco Primaticcio (1504-1570) è forse meno conosciuto del dovuto, anche se il suo ruolo nella diffusione della ((maniera italiana» in Europa è stato senza dubbio di fondamentale importanza. Allievo di Giulio Romano a Mantova (dove lavora per le decorazioni di Palazzo Te), influenzato dal Parmigianino, e successore di Rosso Fiorentino nella direzione dei lavori al Castello di Fontainebleau, diventa in Francia, dal 1540, l'artista numero uno della corte dei Valois, lavorando per Francesco I e per i suoi successori fino a Carlo IX,.sotto la protezione della regina madre Caterina de'Medici, ed è chiamato anche da altre potenti famiglie come i Guisa e i Montmorency. Arriva a essere il sovrintendente di tutti i cantieri artistici delle residenze reah e, come dimostrazione del prestigioso status raggiunto, è insignito del titolo di abate dell'abbazia di Saint- Martinles-Ayres, con una cospicua rendita. Primaticcio, detto Primatice, è un esempio perfetto del potente artista di corte intomo alla metà del XVI secolo. E' l'ideatore e il regista degh ambiziosi progetti iconografici di autocelebrazione di una grande dinastia che ambiva trasformare la propria immagine in ima «mitologia in atto», comeha scritto Chastel. Vengo¬ no realizzati da lui, o sotto la sua direzione, i grandi cich di affreschi mitologici, le decorazioni plastiche, gh arazzi e Je fontane, a Fontainebleau e in altri luoghi, ma anche le tombe reah nella cattedrale di Saint Denis. E' stato pittore, scultore, decoratore di interni, architetto e creatore di costumi e scene per eventi effimeri, e anche mercante antiquario e realizzatore di calchi di sculture classiche. Alla base di tutto il suo lavoro c'è il suo straordinario talento come disegnatore. Era «da natura inclinato al disegno», scrive il Vasari, che all'artista bolognese, conosciuto di persona dedica, nella seconda edizione delle sue Vite, una biografia abbastanza circostanziata. Curata da Dominique Cordellier, questa mostra, che presenta 175 disegni, 50 incisioni, 20 dipinti, 25 sculture e 4 arazzi, è la prima approfondita ricognizione sull'opera del Primaticcio e degh artisti suoi collaboratori come i pittori Batista Bagnacavallo, Luca Penni, Nicolò dell'Abate e Ruggiero de' Ruggieri, gh scultori Gennain Pilon e Domenico Fiorentino, l'architetto Sebastiano Serio, gh incisori Antonio Fantuzzi e Leon Devent, e lo specialista di smalti Léonard Limousin. Secondo la testimonianza di Michelangelo, riferita da Francisco de Hollanda, a Fontainebleau lavoravano duecento artisti; il che dà la misura della grandiosità di questo cantiere artistico. Durante il regno di Francesco I (che aveva chiamato in precedenza alla sua corte Leonardo e Andrea Del Sarto, oltre che il Rosso) progetta e realizza molte decorazioni d'interni, con pitture e stucchi, da quelle della Galleria Bassa alle sale dei bagni ispirate alle antiche tenne romane, dalle stanze della favorita duchessa dEtampes al gabinetto privato. All' estemo, nel parco realizza il Padighone di Pomona, la Grotta dei Pini (uno dei primi esempi di architettura rustica in Francia) e la Fontana d'Ercole, opera che doveva essere realizzata da Benvenuto Cellini che aveva ideato una statua di ben 17 metri d'altezza. Probabilmente per questo motivo Cellini, nelle sue memorie parla malissimo dell'avversario. Ma il cantiere più ambizioso è quello della Galleria di Ulisse che si apre negh anm'40 e che termina dopo la morte dell'artista. Questo fastoso ambiente lungo circa 160 metri (distrutto nel 1739) era decorato sul soffitto da un ciclo di affreschi con storie di dei mitologici, e con complesse allegorie anche astrologiche. Sulle pareti erano dipinte cin¬ quantotto scene tratte dall'Odissea. Ù progetto iconografico si può ricostruire grazie ai disegni dell'artista, a una serie di incisioni e a copie di Nicolò dell'Abate e Ruggiero deRuggieri. Per questo motivo l'esposizione è un'occasione eccezionale per poter immaginare nel suo insieme, sia pure in modo mediato, quello che doveva essere il castello nel XVI secolo. Forse sarebbe stato meglio organizzarla alTintemo stesso di Fontainebleau, ma in ogni caso il pubbhco, dopo la visita, sarà fortemente stimolato ad andare a vedere o rivedere, con occhio molto più accorto la reggia. In ogni caso, la mostra da la possibilità di comprendere altri aspetti cruciah del ruolo di un artista di corte in quel periodo. Per esempio quello di ideatore e realizzatore di scene effimere e costumi per feste mascherate a cui il mondo dei potenti dell'epoca davano un'importanza mondana enorme. Basta ricordare che questo era già uno dei principali compiti di Leonardo alla corte di Ludovico il Moro. Un altro aspetto di grande interesse è quello relativo alla strategia di diffusione delle immagini delle proprie opere da parte dell'artista per mezzo delle acquaforti, fatte realizzare da specialisti incisori. Anche attraverso queste riproduzioni (che peraltro erano una fonte notevole di guadagno) lo stile del Primaticcio è quello che più ha influenzato il manierismo francese della cosiddetta Scuola di Fontainebleau. Si apre oggi al Louvre la grande mostra dedicata al maestro che esportò alla corte di Francia tecniche e meraviglie del manierismo italiano Il ratto di Elena, un quadro del Primaticcio realizzato intorno al 1530 Primaticcio, il maestro di Fontainebleau Parigi. Museo del Louvre Orarlo 9-18.45 (mereven21.45) Chiuso lunedì Fino al 3 gennaio

Luoghi citati: Bagnacavallo, Europa, Francia, Mantova, Parigi