Assassinato a Damasco un leader di Hamas di Aldo Baquis

Assassinato a Damasco un leader di Hamas PER LA PRIMA VOLTA DALL'INIZIO DELL'INTIFADA UN OMICIDIO MIRATO FUORI DAI TERRITORI Assassinato a Damasco un leader di Hamas il movimento accusa Israele: cambiano le regole, anche noi colpiremo all'estero Aldo Baquis TEL AVIV Per la prima volta dall'inizio dell'Intifada, un dirigente di Hamas è stato ucciso ieri fuori dai Territori in quella che, non solo agh occhi dei palestinesi, è indubbiamente un'esecuzione mirata compiuta dal Mossad, il servizio di spionaggio israeliano. Erano circa le 11 del mattino nel centro di Damasco quando Ezzedin Subbi Sheikh Halli, 42 anni, padre di quattro figli, è salito nella propria jeep, dopo aver salutato con un gesto del braccio alcuni conoscenti ed aver preso in mano il telefono che stava squihando. Ha fatto a tempo a pronunciare solo qualche sillaba, poi la sua jeep è stata sventrata dalla deflagrazione di un potente ordigno nascosto sotto al sedile del guidatore. Sheikh Halli - un esponente di spicco di Hamas a Damasco - è morto sul colpo. Accanto a lui, tre passanti sono rimasti feriti. Anche se nessun dirigente israeliano ha apertamente ammesso ieri una responsabilità in questa eliminazione, gh islamici di Hamas vi hanno subito trovato le «impronte digitali» dei servizi segreti di Ariel Sharon. Innanzi tutto, fu proprio uno squillo di telefono che nel 1996 anticipò di alcuni istanti l'uccisione di Yihia Ayash: il confezionatore di ordigni di Hamas, amico personale di Sheikh Halli, che per mesi aveva seminato morte in Israele. In secondo luogo, la tecnica sofisticata deh'autobomba, utilizzata un anno fa in Libano per eliminare Ah Saleh (un uomo che faceva da tramite fra gh iraniani, gh Hezbollah e la guerrigha palestinese) e di nuovo tre settimane fa, ancora in Libano, per uccidere Ghaleb Alawi: un ufficiale di collegamento fra gh Hezbollah e la intifada armata. Queste esecuzioni, secondo la stampa araba, rientrano appunto nel modus operandi del capo del Mossad, Meir Dagan. «Non c'è dubbio che nella sua vita Sheikh Halli ha sparso mol- Un rag to sangue di innocenti israeliani», ha constatato un predecessore di Dagan, Dany Yatom. Diversi anni fa Yatom cercò a sua volta di uccidere ad Amman un altro dirigente di Hamas, Khaled Mashaal, avendo cura che in un suo orecchio fossero versate alcune gocce di un liquido letale. Ma il piano fallì per la maspettata reazione di una guardia del corpo. Del resto, espliciti avvertimenti ai dirigenti di Hamas a Damasco sono stati lanciati il mese scorso dallo stesso Ariel Sharon, all'indomani di un duplice attentato suicida a Beer Sheva in cui rimasero uccisi 16 civili. «I dirigenti di Hamas non devono sentirsi al sicuro in alcun posto al mondo», ribadì il premier. E il messaggio sembrava essere giunto a destinazione: un funzionario palestinese ha detto di recente che gh uffici di Hamas a Damasco sono stati chiusi su ordine del presidente Bashar Assad e lo stesso Mashaal sembra aver lasciato Damasco a tempo indeterminato. In queste settimane il Mossad ha comunque ricevuto informazioni abbondanti sui dirigenti di Hamas all'estero e sulle loro abitudini. Grazie a un servizio di intelligence arabo - die probabilmente è riuscito meglio di Israele a infiltrarsi fra gli integralisti palestinesi - sul tavolo di Dagan sono piovute informazioni copiose su Mashaal, di Mohammed Nazal, su Imad el-Alami e su Mussa Abu Marzuk, la principali figure di Hamas attive fra Damasco, Beirut, Teheran e il Cairo. Secondo quanto ha riferito il quotidiano arabo al-Hayat, le esigenze informative del capo del Mossad non conoscevano limiti: voleva sapere non solo gh indirizzi e i numeri di telefono, non solo la distribuzione delle attività, ma anche i cibi da loro preferiti e se erano sohti fare il bucato da soh o affidarlo ad altri. Di Sheikh Halli è stato detto che era un dirigente della Dawa: ossia dell'apparato che all'interno di Hamas coordina attività sociah e propaganda. Ma era anche uno dei fondatori a Gaza del braccio armato di Hamas e dietro le quinte, secondo Israele, era ancora più insidioso di el-Alami, che pure viene indicato come il responsabile delle attività militari e uno dei cervelli della coor- dinazione Hamas-Iran. Ieri comunque le Brigate Ezzedin al-Qassam, libraccio annate di Hamas, hanno avvertito che con la sua uccisione le regole di combattimento «con i sionisti» cambiano e che d'ora in poi è possibile che la lotta armata venga esportata fuori dalla Palestina: ad esempio colpendo le migliaia di turisti israeliani che si recano all'estero relativamente non protetti. Ma la questione della esportazione della lotta è molto delicata: innanzi tutto perché Hamas vede in se stessa una formazione palestinese dedita alla causa palestinese e non ha alcun interesse ad essere «aspirata» nella galassia della Jihad intemazionale e di Al Qaeda. Inoltre buona parte dei fondi che giungono neUe casse di Hamas vengono da stati arabi che non desiderano affatto venire coinvolti in altri conflitti, oltre a quello fra palestinesi e Israele. In serata dunque un dirigente di Hamas, Mohammed Nazal, ha spiegato che la questione della eventuale esportazione della lotta fuori dalla Palestina «non è stata ancora decisa». Un ragazzino palestinese nella Striscia di Gaza mostra la foto del leader di Hamas ucciso 1 rottami dell'auto di Ezzedin Subbi Sheikh Halli, il leader di Hamas ucciso in un attentato a Damasco