Una speranza per l'ostaggio inglese

Una speranza per l'ostaggio inglese NEL PAESE UNA MEDIA DI SETTANTA AGGUATI DELLA GUERRIGLIA OGNI GIORNO Una speranza per l'ostaggio inglese Leader islamico a Londra garantisce: «Bigley è ancora vivo» BAGHDAD Il leader di un'organizzazione islamica con base a Londra, che ha buoni contatti con i gruppi integrahsti in Iraq, ha detto ieri che l'ingegnere britannico Kenneth Bigley, sequestrato oramai da una decina di giorni da un gruppo che sembra far capo ad Abu Mussab Al Zarqawi, è ancora in vita. E' stato Yasser al-Serri, direttore del Centro di osservazione islamico, a dichiarare di aver rivolto un appello ai sequestratori di Bigley attraverso dei mediatori. La risposta, confortante, è stata che l'ingegnere rapito assieme a due suoi colleghi americani (poi assassinati) «è vivo». Informazione confermata dal fratello di Bigley, Paul. Dopo giorni di criticato silenzio, il premier britannico Tony Blair ha cominciato a parlare della vicenda, ma non per incoraggiare la famiglia dì Bigley, dicendosi al contrario preoccu¬ pato dal fatto che si creino «false speranze» sulla possibilità di un ritomo dell'ostaggio. Per aiutare la liberazione di Kenneth Bigley, Blair ha sostenuto che il governo sta facendo tutto quanto è «possibile e legittimo». Un modo diplomatico per dire che non si può fare nulla. Anzi, quasi nulla, perché Blair ieri con la moglie Cherie ha assistito a una messa nel corso della quale si è pregato per il ritorno di Bigley sano e salvo. La famiglia dell'ostaggio del resto conta più sulle autorità irlandefsi che su quelle di Londra. A dichiararlo è stato il fratello di Bigley. «Nell'arco di 24 ore Dublino ha fatto più di quello che Downing Street ha fatto in una settimana - ha detto Paul Bigley -. Nella nostra campagna per ottenere la liberazione di Ken, ripongo tutte le mie speranze su Dublino». La madre di Bigley, l'SSenne Elisabeth, è irlandese e il sito della rete televisiva Al Jazeera è stato inondato di e-mail giunte dall'Irlanda per la salvezza dell'ostaggio. Anche il primo ministro irlandese Bertie Ahem ha parlato alla rete televisiva araba per chiederne la liberazione. Paul Bigley aveva già duramente criticato le autorità di Londra, definendo il premier britannico Tony Blair un «ignorante» che «segue alla lettera le istruziord di un manuale di diplomazia». Giovedì l'uomo aveva anche accusato gli Stati Uniti di aver «sabotato» il rilascio di suo fratello, impedendo la liberazione delle prigioniere irachene, condizione richiesta dai rapitori di Bigley per liberare l'ostaggio. E continua l'offensiva americana su Falluja, bombardata anche la notte scorsa, per la terza volta in 24 ore, da aerei e artiglierie con l'obiettivo dichiarato di colpire i militanti del gruppo guidato da Abu Musab Al Zarqawi, considerato il principale alleato di Al Qaeda in Iraq. Fonti ospedaliere irachene hanno detto che il bilancio degli attacchi è di almeno 15 morti e 30 feriti. Gli americani parlano di «attacchi di precisione» contro «covi» e «riunioni di terroristi», ma i morti e i feriti estratti dalle macerie sono uomini, donne e bambini. Un dignitario salafita ha messo in guardia sul fatto che i raid non aiutano aerto la causa degli ostaggi. «Il mondo intero si è mobilitato sulla sorte di un solo britannico, ma nulla di simile si fa quando migliaia di persone vengono uccise in Iraq», ha detto lo sceicco Mahdi al Sumaydai. Sempre ieri diversi soldati americani e iracheni sono rimasti feriti in un duplice attentato con autobomba a Karama, fra Falluja e Baghdad.Lo ha riferito un alto responsabile militare americano aggiungendo che gli attentati sono stati presso una base della Guardia . nazionale irachéna. Ed un attacco è stato portato, sabato notte a Latafiyah, ima città ribelle 30 chilometri a Sud di Baghdad, contro un convoglio di camion cisterna che trasportava carburante. Ne è scaturita una furiosa battaglia in cui, secondo fonti mediche, dieci persone sono morte e 26 ferite. Gli attacchi degli insorti continuano a crescere tanto che nelle due ultime settimane ce ne sono stati una settantina al giorno, contro i 40-50 del periodo precedente al passaggio di sovranità. Lo afferma un rapporto della Kroll Security , una società privata di sicurezza che lavora per gli Usa. [e.st.] Una postazione di mitraglieri americani sul tetto di una casa a Sadr City, il sobborgo sciita di Baghdad