Una maxi-molotov a Firenze «Poteva colpire la questura»

Una maxi-molotov a Firenze «Poteva colpire la questura» PAURA NELLA NOTTE, EVACUATI MOLTI PALAZZI Una maxi-molotov a Firenze «Poteva colpire la questura» Francesco Matteini FIRENZE Una maxi-molotov per una clamorosa azione dimostrativa nel centro della città. Potrebbe essere questa la spiegazione del ritrovamento a Firenze di due borse da ginnastica piene di spugne imbevute di benzina, provviste di un innesco rudimentale ma attivabile a distanza, appoggiate su un'auto. L'allarme è arrivato da un passante che, poco prima dehe tre della notte tra venerdì e sabato, ha avvertito il piantone di guardia all'ingresso della questura: poco distante da lì, in via San Gallo, c'era un'auto. Sopra due borse da cui uscivano dei fili e un gran puzzo di benzina tutto intorno. Immediatamente sono stati fatti intervenire gli artificieri, mentre i vigili del fuoco provvedevano a evacuare una quarantina di persone dagli appartamenti dei palazzi vicini a scopo precauzionale. Molta paura, ma dopo una mezz'ora gh abitanti sono potuti rientrare neUe loro case. L'auto era regolarmente parcheggiata nella strada di fronte ad una chiesa, a poca distanza la sede della questura centrale e gli uffici della Corte d'appello. Sull' auto erano state appoggiate due borsone da ginnastica, una sul tetto e l'altra sul cofano. All'interno gli artificieri hanno trovato una trentina di spugne imbevute di benzina. In una dehe due borse, poi, c'era ima scatolina di plastica contenente congegni elettronici e alcune batterie da cui partiva un filo elettrico che coUegava le due borse. Il congegno, munito di antenna, avrebbe potuto essere innescato a distanza, come si è appurato. Forse non è esploso perchè la benzina ha bagnato i congegni o forse perché l'allarme dato dal passante è arrivato in tempo. Inoltre, anche tutta l'auto era stata cosparsa di benzina (complessivamente ne sono stati usati tra i cinque e i sei htri). Si tratta, quindi, di un rudimentale maxi-ordigno incendiario, il cui scopo era probabilmente dimostrativo. Il punto in cui era parcheggiata l'auto presenta infatti due caratteristiche particolari: è «cieco», cioè non coperto dalle telecamere della questura e nemmeno da altre ed è spesso stato usato dai gruppi anarchici e marxisti-leninisti come «lavagna» per scritte sui muri. Difficile pensare ad un altro scopo: nella zona, a parte la presenza della questura e della Corte d'Appello, non abitano personaggi che potrebbero essere un obiettivo per attentati e, fino a questo momento, non ci sono state rivendicazioni. L'au¬ to-molotov è risultata di proprietà di un'insegnante di scuola elementare che abita nella zona, ma si esclude che possa essere stata lei la destinataria dell'«avvertimento». Intanto sul ritrovamento dehe borse incendiarie è stata aperta un'inchiesta condotta dal pm Angela Pietroiusti. Negh ultimi due anni a Firen¬ ze sono quattro i precedenti, che in un qualche modo si possono accomunare al ritrovamento deh'altra notte. Il 15 febbraio del 2003 fu scoperta una bottigha incendiaria, ben confezionata ma poco potente, sistemata sotto un'auto nella zona di Careggi. Il 30 giugno dello stesso anno un rudimentale ordigno, contenente 50 grammi di polvere da sparo, fu trovato casualmente all'interno del cimitero ebraico in via di Caciolle. Il 6 lugho successivo una sorta di bomba-carta, rinforzata con rondeUe di ferro, fu lasciata in via Milanesi, a due passi dall'abitazione del presidente della Confcommercio fiorentina. Infine il 1" marzo di quest'anno un pacco esplosivo, confezionato con la custodia di una videocassetta, fu spedito al sindaco Leonardo Domenici a Palazzo Vecchio e solo la diffidenza di un'impiegata comunale evitò che l'apertura casuale provocasse una pericolosissima fiammata. Dotata di un congegno che poteva essere innescato a distanza non è esplosa perché la benzina ha bagnato i fili «Probabilmente aveva scopo dimostrativo» TRA LA QUESTURA E LA CORTE D'APPELLO

Persone citate: Angela Pietroiusti, Francesco Matteini, Leonardo Domenici

Luoghi citati: Firenze