Dollari al sequestratori versati dalla guerriglia

Dollari al sequestratori versati dalla guerriglia LO AFFERMA UN CONSIGLIERE DEL MINISTRO DELL'INTERNO IRACHENO Dollari al sequestratori versati dalla guerriglia Un «giro d'affari» che lega ribelli e criminalità. In rete nuovi annunci dell'esecuzione dell'inglese, ma Londra non li considera attendibili BAGHDAD Potrebbe esserci una sorta di «industria dei sequestri» dietro ai rapimenti di Simona Pari e Simona Torretta, degli americani Eugene Armstrong e Jack Hensley, uccisi nei giorni scorsi, e del britannico Kenneth Bigley, di cui ieri due siti internet annunciavano l'avvenuta «esecuzione». A pagare fino a centinaia di migliaia ed dollari per avere in proprio potere ostaggi stranieri sarebbero i gruppi organizzati della guerrigha, che ne commissionerebbero l'esecuzione alla criminalità comune. E' lo scenario delineato dal quotidiano statunitense Boston Globe, che cita Steve Casteel, consigliere statunitense del ministro degli Interni iracheno sui temi della sicurezza e dell'amministrazione della giustizia. «L' esercito - osserva l'alto funzionario - persiste a voler distinguere terrorismo e crimine organizzato, ma si tratta della stessa cosa». Sarebbe avvenuto esattamente così per le due volontarie italiane e per i tre anglosassoni: «Prendeteli e riceverete un bel po'di dollari» avrebbe ordinato un gruppo di ribelh. «Le indagini preliminari - dice Casteel - suggeriscono questa ipotesi. Un gruppo politico di insorti aveva sparso la voce che voleva ostaggi americani e italiani e in breve li ha avuti». Tra ribelli e gang si sarebbe ormai instaurato un rapporto di affari che funziona in due sensi. Da un lato come un vero «outsourcing» dei rapimenti, che i primi ordinano e pagano sontuosamente alle seconde; dall'altro come iniziativa indipendente dei malviventi, che rapiscono chi capita loro a tiro, proponendolo poi agli abituah committenti. Un fenomeno che contribuisce enormemente alla destabilizzazione del Paese, conclude Casteel e contro cui la polizia irachena è praticamente impotente perché «non si muove con la rapidità delle gang». Intanto ieri la notizia dell'uccisione dell'ostaggio britannico superstite, Kenneth Bigley, è stata data da due siti internet. Prima nella chat room del forum' islamico «Alezah», lo stesso che mercoledì scorso aveva riportato uno dei due messaggi riguardanti la presunta uccisione di Simona Torretta e Simona Pari. Poi, nel tardo pomeriggio un secondo messaggio è comparso su «Islahi.net», pure già usato nella ridda di annunci, conferme e smentite di esecuzioni di ostaggi. Brevissimo e preceduto dalla dicitura «Urgente» recitava: «L' ostaggio britannico è stato ucciso, grazie a Dio. La notizia adesso è esatta». Il riferimento era a un altro messaggio, pubblicato nel primo pomeriggio, in cui tal Ossama esortava «i fratelli internauti» a «non fidarsi delle notizie sbagliate e assicurarsi delle fonti di informazione». Resta precaria la situazione in Iraq dove anche ieri la violenza è stata protagonista. E' di almeno 16 iracheni morti e 37 feriti il bilancio, del tutto provvisorio, di una serie di raid americani a Falluja condotti con aviazione, carri armati e artiglieria. Un «attacco di precisione» a «un punto di incontro terrorista nel centro di Falluja, che ha inferto un colpo alla rete di Abu Musab al Zarqawi», il terrorista giordano considerato il principale alleato di Al Qaeda in Iraq. Ma fonti ospedaliere irachene parlano di vittime civili, soprattutto donne e bambini. Ennesima strage di reclute a Baghdad dove sette iracheni che arrivavano da Nassiriya per andare ad arruolarsi nella Guardia nazionale sono stati falciati a colpi di mitra dagli occupanti di un' auto affiancatasi al pulmino che U trasportava. Nella capitale è stato anche attaccato con razzi e missili il ministero del Petrolio, uno degli edifici più protetti della città, provocando molti danni ma nessuna vittima. A Baquba un capitano della polizia irachena è stato assassinato da un commando mentre stava andando al lavoro. Stessa tecnica per l'omicidio, a Baghdad, di un funzionario della sicurezza del Ministero dell'Istruzione iracheno. Sale anche il conto dei morti statunitensi, che hanno raggiunto ufficialmente quota 1.042. Negli ultimi due giorni sono caduti, in diversi attacchi, cinque soldati americani. Quattro venerdì nella zona di Falluja e Ramadi, roccaforte della guerrigha sunnita, uno ieri, a Baghdad, ucciso nell'esplosione di una mina esplosa al passaggio del suo veicolo. Un altro ordigno pronto a esplodere è stato scoperto e disinnescato dalla polzia vicino a un posto di controllo della Zona Verde. [ere.] «Secondo le indagini un gruppo di insorti aveva sparso la voce che voleva ostaggi italiani e americani: "Prendeteli e riceverete un bel po' di soldi". In breve tempo li ha avuti» Leforzeamerericane lasciano la moschea di IbnTaimiyah a Baghdad dopo la perquisizione alla ricerca di armi che ha provocato aspre proteste