La pista di Beirut porta ad Al Qaeda

La pista di Beirut porta ad Al Qaeda L'ATTENTATO SVENTATO CONTRO L'AMBASCIATA ITALIANA La pista di Beirut porta ad Al Qaeda li capo del gruppo terroristico confessa il legame ROMA Il presunto leader della cellula terroristica libanese che stava progettando un attentato contro l'ambasciata d'Italia a Beirut, Ahmed Salim Miqati, ha confessato di avere legami con Al Qaeda, la rete del terrore che fa capo a Osama bin Laden. Lo ha annunciato ieri il ministro degli Interni libanese Elias Murr durante una conferenza stampa congiunta con il procuratore generale della Repubblica Adnan Addoum, convocata per fare il punto sulle indagini. Il fatto che Miqati - noto anche con il nome di battaglia di Ahi Omar - sia collegato ad Al Qaeda era d'altra parte più di un semplice sospetto: l'uomo era ricercato dopo la condanna in contumacia per aver preso parte a una sanguinosa rivolta popola¬ re sobillata da elementi integralisti islamici, scoppiata e repressa dall'esercito nei primissimi giorni del 2000 nel Libano settentrionale. Da allora viveva in clandestinità, nascosto nel campo profughi palestinese di Ain el-Helweh, alla periferia di Sidone, a Sud di Beirut. Murr ha aggiunto che - in contemporanea con l'operazione che ha condotto all'arresto di Miqati e dei suoi comphci - i servizi di sicurezza libanesi hanno scoperto e sgominato un'altra rete terroristica nella zona orientale del Paese, guidata da tal Ismail al-Khatib, finora sconosciuto, ma identificato come «un membro operativo di Al Qaeda» e collegata alla prima. Il ministro ha poi rivelato nuovi particolari sulla collaborazione con i servizi italiani che ha portato a sconi- gurare l'attentato: grazie a un'informativa che il Sismi aveva tempestivamente trasmesso la scorsa settimana ai colleghi libanesi e siriani è stata smantellata un'intera rete terroristica che aveva nel mirino altre rappresentanze diplomatiche a Beirut, fra cui quella dell'Ucraina, e diversi edifici che ospitano tribunali e uffici dei servizi di sicurezza libanesi. Il Sismi - incaricato della sicurezza della rappresentanza italiana a Beirut - aveva informato le autorità libanesi di «movimenti sospetti» intomo all' edificio che ospita l'ambasciata, proprio di fronte al Parlamento, una zona blindata e vietata alla circolazione. Ma non gli arrestati, che avevano a disposizione lasciapassare falsi simili a quelli rilasciati ai deputati per raggiungere in auto la loro sede. [e. st.] Wk Le immagini ! riprese dalla telecameradavanti alla sede dell'ambasciata italiana mostrano un uomofermo-di, fronte all'edificio in una zona vietata a tutti gli estranei, dove si poteva accedere solo con un pass Nméé^^MM^^ m.' Mm l 1 Altri fotogrammi . .- ^ . , ripresidal video clisoryeglianza mostranounvia.

Persone citate: Adnan Addoum, Ahmed Salim Miqati, Elias Murr, Murr, Osama Bin Laden

Luoghi citati: Beirut, Italia, Libano, Roma, Ucraina