Gli Usa bloccano il rilascio delle detenute di Maurizio Molinari

Gli Usa bloccano il rilascio delle detenute LA SCARCERAZIONE ERA LA CONDIZIONE POSTA DA AL ZARQAWI PER SALVARE LA VITA AGLI OSTAGGI Gli Usa bloccano il rilascio delle detenute Baghdad aveva annunciato la liberazione delle due biologhe Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Braccio di ferro sulla sorte di Rihab Rashid Taha, l'ex scienziata di Saddam Hussein nota come «Dr. Germ» di cui la cellula terrorista di Abu Musab al-Zarqawi ha chiesto la liberazione in cambio degli ostaggi detenuti. Finora i governi di Washington e di Baghdad avevano sempre rifiutato ogni tipo di trattativa con il gruppo «Monoteismo e guerra santa» di Al Zarqawi, considerato un'emanazione della rete di Al Qaeda, ma ieri mattina a rompere le righe è stato il ministero della Giustizia iracheno che, con il portavoce Nuri Abdul-Rahim Ibrahim, ha fatto sapere che «alti funzionari iracheni e delle forze della coalizione hanno deciso di rilasciare su cauzione Taha», precisando che la scelta non aveva «nulla a che vedere con le richieste dei sequestratori» che nelle ultime 48 ore hanno decapitato due ostaggi americani e che minacciano di fare altrettanto con il terzo occidentale il britannico Kenneth Bigley caduto nelle loro mani. A conferma di quanto stava maturando Kassim Daoud, consighere per la sicurezza nazionale del governo, aggiungeva che anche Huda Salih Mahdi Ammash, detta «Dr. Anthrax», era in via di liberazione, precisando che «tre detenuti» sarebbero presto usciti dalla prigione «in quanto i giudici iracheni hanno esaminato la situazione e hanno riscontrato l'assenza di prove a carico». Se ciò fosse avvenuto Al Zarqawi avrebbe ottenuto, il rilascio delle due donne scienziate richiesto sin dall'indomani del sequestro dei tre occidentali (due dei quali già decapitati). Ma l'annuncio sulle liberazioni è stato fatto quando a Baghdad era mattina, mentre a New York - dove si trova il premier lyad Allawi, in coincidenza con i lavori dell'As¬ semblea generale delle Nazioni Unite - era ancora notte fonda. La prima replica è così giunta dall'ambasciata americana nella capitale irachena con un comunicato nel quale si sottolinea che le due scienziate - il cui soprannome deriva dalla loro partecipazione alle ricerche sulle armi di distruzione di massa - sono e restano «sotto la nostra custodia legale fìsica», anche se il loro status «è oggetto di costante riesame». Le autorità di Iraq e Stati Uniti hanno infatti stilato un elenco di 14 detenuti eccellenti - fra! 55 ex stretti collaboratori di Saddam - che potrebbero essere rilasciati perché non pongono più minacce alla sicurezza e hanno già risposto a tutte le domande relative ai rispettivi casi. La Usta è stata compilata dagli iracheni e consegnata all'ambasciata americana e ai comandi delle forze della coahzione, cui spetta dire l'ultima parola. In tale contesto l'annuncio del portavoce del ministero della Giustizia su «Dr. Germ» appare una forzatura politica, sostenuta dalla presenza di «ragioni umanitarie» che spingerebbero in favore anche del rilascio di «Dr. Anthrax». Che cosa sia avvenuto nei palazzi di Baghdad resta tutto da chiarire, ma comunque a chiudere il caso è stato il premier Allawi intervenendo nel pomeriggio da New York con una dichiarazione dettata di persona alle agenzie di stampa per ribadire la posizione del proprio governo: «Non abbiamo mai negoziato e non negozieremo con i terroristi sul rilascio degli ostaggi, nessun rilascio avrà luogo fino a quando non sarò io ad autorizzarlo». A sostegno della fermezza del premier è arrivato un comunicato del ministero degli Esteri britannico. Jack Straw, che da Londra ha confermano il rifiuto di ogni trattativa con i sequestraton, aggiungendo che «la famiglia di Bigley si sta preparando al peggio». Allawi è in arrivo oggi a Washington, dove parlerà di1 fronte alCongresso, e la posizione assunta sulla vicenda del «Dr. Germ» conferma che il suo esecutivo di muove su un doppio binario nella gestione dei' fedehssimi di Saddam Hussein: da un lato lavora con gli americani alla possibilità di iniziare a decidere sui singoli rilasci, dalli altra non ha alcuna intenzione di inviare segnali di debolezza ad Abu Musab al-Zarqawi, considerato il regista dell'ondata di stragi e decapitazioni di ostaggi che sta insanguinando il Paese. Non si può escludere che i rilasci di cui Baghdad e Washington stanno discutendo a porte chiuse coincidano con l'imminente inizio del processo a Saddam Hussein e ad un gruppo di suoi stretti collaboratori. Kenneth Bigley, 62 anni, implora il premier britannico Tony Blair di salvargli la vita