La ragnatela del Cavaliere sulle categorie economiche

La ragnatela del Cavaliere sulle categorie economiche UNA NUOVA STRArEGIÀ PER RECUPERARE IL RAPPORTO CON Gli IMPRENDITORI La ragnatela del Cavaliere sulle categorie economiche Il timore di Berlusconi era la nascita di un «flirt» dopo le Europee tra gli industriali e il centrosinistra dopo un lungo rapporto con lui analisi inviato a GENOVA SI può «godere intensamente» per un discorso? E' capitato ieri a Silvio Berlusconi mentre ascoltava Luca Corderò di Montezemolo a Palazzo Ducale per il congresso degh armatori navah. Un intervento «splendido», l'ha definito il premier, la prova che l'imprenditoria italiana ha «una guida attiva e innovativa» (dì qui il godimento). In privato gh ha rivolto un mucchio di lusinghe e lodi da far arrossire; in pubblico è arrivato a sostenere che la sua poltrona di primo ministro «per il futuro è a disposizione del presidente di Confindustria». Unaboutade, però indicativa della gran vogha di ricucire con un mondo che il Cavaliere considera suo naturale alleato e, invece, negh ultimi tempi gh aveva dato l'inipressione di voltare le spahe. Non che i suoi rapporti personali con Montezemolo fossero mai precipitati in basso. Chi sonda gh umori di Palazzo Chigi si sente ricordare immancabumente che il premier aveva fatto carte false, tre anni fa, per avere l'uomo della Ferrari nella squadra ài governo: dunque non può considerarlo un nemico. Però gh strateghi berlusconianì avevano scorto, specie dopo l'avanzata ulìvista alle elezioni europee, alcune «strizzatine d'occhio» tra leadership industriale e quella di centrosinistra, come del resto avviene quando si prevedono cambi di regime. E dunque era squillato un campanello reso più allarmante, svela ima gola profonda vicina al presidente del Consigho, dalla «massiccia presenza di personaggi a noi ostili o comunque poco amici» nei vari organi confindustriah. A sentire la campana governativa, questo flirt tra industriali e opposizione si sarebbe esaurito in fretta, a cavallo dell'estate, poiché tra un incontro e l'altro coi capi del centrosinistra gli imprenditori avrebbero capito (per dirla con il vice-coordinato- re azzurro Fabrizio Cicchìtto) «che di là stavano perdendo il loro tempo, ed era più utile rivolgersi a noi». Interesse reciproco, in ogni caso. Proprio Cicchìtto, nel suo nuovo pamphlet Forza Italia, analisi dall'interno teorizza che occorre rilanciare in fretta l'alleanza tra governo e categorie produttive, «entrata in crisi anche per effetto della congiuntura economica negativa». Ne va di mezzo il risultato delle prossime elezioni politiche tra venti mesi. Gh industriali si attendono fatti, a Berlusconi non piace sentirseli reclamare. Lui è convinto dì avere già dato il massimo, ancora ieri ha fatto l'elenco delle riforme di cui, quale ex imprenditore, si sente particolarmente fiero: da quella del mercato del lavoro («perfino il laburi¬ sta Blair s'è complimentato con lui», ricorda il portavoce Paolo Bonaiuti) al nuovo diritto societario, dalle pensioni al diritto fallimentare, dalla tutela del risparmio alla scuola e all'università. «Ingrati», è la parola che i collaboratori del premier ascol¬ tano spesso, quando parla degh ex colleghi industriali. Ma lui stesso si rende conto che non basta mostrare le medaglie. Non a caso ieri sera è tornato di corsa a Roma per studiare col ministro dell'Economia il provvedimento destinato ad accompagnare la legge finanziaria: un disegno di legge sulla competitività, dove si vuole cambiar musica negh incentivi alle imprese, dove si muovono i primi passi per aiutare ricerca scientifica e ricercatori come sollecita il documento di Confindustria consegnato ieri mattina al governo. Sono provvedimenti che il predecessore di Domenico Siniscalco, cioè Giuho Tremonti, aveva già messo in cantiere, quindi in fondo nulla di veramente nuovo. Eppure negh ambienti governativi se ne parla come di una svolta perfino rispetto all'era del professore di Pavia, sul quale anzi si tende a gettare la croce. Sostiene Renato Brunetta, consighere economico del premier: «E' cambiato l'atteggiamento verso gh imprenditori. Ad esempio, la riforma degh incentivi veniva presentata in maniera punitiva, quasi che fosse un modo per rimediare agli sperperi delle imprese; ora Siniscalco la rilancia come un'opportunità per tutti. Tremonti faceva la faccia feroce alienandoci i consensi», aggiunge Brunetta, «l'attuale ministro preferisce il sorriso alla maniera di Berlusconi». Conferma Cicchìtto: «Con Siniscalco stiamo recuperando il terreno perduto dalla precedente gestione. Ma questo, per carità di patria, non me lo faccia dire...».

Luoghi citati: Genova, Pavia, Roma