Maxi-condanna per ringiunzione mai recapitata
Maxi-condanna per ringiunzione mai recapitata QUARANTENNE DI MONCALIERI RISARCITO CON 155 MILA EURO DOPO 9 ANNI IN CERCA DELLA VERITÀ' Maxi-condanna per ringiunzione mai recapitata Destinatario trasferito, l'ufficio postale non la respinse al mittente Giorgio Ballario Un incubo lungo 3465 giorni. Nove anni e mezzo di vita sacrificati con lucidità maniacale alla ricerca della verità. A cercar di porre rimedio a un torto, in apparenza di poco conto, che alla fine è diventato un tarlo insopportabile. «Più d'una volta ho pensato al suicidio e solo due pensieri mi hanno convinto a desistere: le immagini di quei poveri cadaveri straziati durante le autopsie, che avevo visto quando studiavo medicina, e la volontà di non lasciarla vinta a chi mi aveva danneggiato». Per fortuna Francesco De Santis, quarantenne di Revigliasco, sulla collina di Moncalieri, ha abbandonato i propositi suicidi. Così nei giorni scorsi è riuscito a vedere la sentenza del Tribunale di Alba che gli dà ragione su tutta la linea. E obbliga le Poste Italiane a un maxi-risarcimento di 155 mila euro per i danni morali, biologici ed esistenziali causati dal comportapiento scorretto di un funzionario dell'ente. La sentenza, emessa dal giudice Fabrizio Fasi, della seconda sezione civile del Tribunale albese, è una scommessa vinta anche per i legali di De Santis, gli avvocati Patrizia Coppa di Alba e Renato Ambrosio di Torino, titolare dello studio legale ((Ambrosio S- Gommodo». Già, perché non è stato facile portare in un'aula di giustizia la storia di un uomo che ha visto la sua vita diventare un infamo per colpa del direttore dell'ufficio postale di Baldissero d'Alba, Franco Cipriani, che nel marzo del '95 ha falsificato il registro delle raccomandate. Un episodio che in seguito, come ha riconosciuto il Tribunale di Alba, ha provocato a De Santis un pavé disturbo della personalità di tipo ossessivo-compulsivo, fino a provocargli una parziale invalidità e un danno biologico di tipo psichico che il giudice Fasi ha quantificato nel 30 per cento.. Tutto inizia nel '94, per un banale disaccordo fra De Santis, che all'epoca dei fatti aveva una cascina a Baldissero d'Alba, e un avvocato di Era, Demetrio Cristofori. Per quello che De Santis riteneva un semplice parere consultivo, il legale emette una parcella da un milione e mezzo di lire. «Mi rifiutai di pagare - racconta l'ex agricoltore - e chiesi all'Ordine degli avvocati di Alba di effettuare un controllo sull'entità della parcella». L'avvocato Cristofori non si arrende e ottiene dal pretore un decreto ingiuntivo per una somma di circa 2 milioni. Il decreto viene notificato a Baldissero d'Alba, ma nel frattempo De Santis si è trasferito a Revighasco. H direttore dell'ufficio postale, per motivi che il giudice civile non ha approfondito, modifica il registro delle raccomandate e cancellando la dicitura ((trasferito, rispedito al mittente», la sostituisce con quella «non richiesta, al mittente per compiuta giacenza». De Santis è quindi all'oscuro del decreto ingiuntivo e quando ne viene informato i termini per l'opposizione sono ormai scaduti. Da quel momento la sua vita si trasforma in un incubo. Inseguito dall'ossessione di essere stato attirato in un tranello. De Santis dedica tutte le sue forze a cercare di ristabilire la verità e trascura tutto il resto. Il giudice nella sentenza parla di «fobia di contaminazione» ed elenca una lunga serie di comportamenti che il perito psichiatrico ha definito patològici: ad esempio impiegare ore e óre per vestirsi, impedire a chiunque l'accesso alla propria stanza, non cambiarsi per timore di contaminarsi. Alla luce della conclusione del procedimento penale (il direttore delle Poste ha patteggiato una pena di 6 mesi per falso) e degli accertamenti psichiatrici, con una sentenza coraggiosa e innovativa il giudice ha nconosciuto a De Santis un risarcimento di 75 mila euro per i danni biologici, 25 mila euro per i danni morali e persino l'inconsueto indennizzo di 25 mila euro per il danno esistenziale, cioè per le gravi difficoltà di relazione che l'intera vicenda gli ha provocato. Il Tribunale ha inoltre riconosciuto un danno patrimoniale di circa 10 mila euro per le spese mediche finora sostenute e ne ha liquidati altri 20. mila per la cura della patologia. Le Poste sono state condannate dal Tribunale di Alba
Luoghi citati: Alba, Baldissero, Moncalieri, Torino
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