Hopkins spegne i sogni del Golden Boy

Hopkins spegne i sogni del Golden Boy PUGILATO-NEL MONDIALE DEI MEDI ALAS VEGAS, DE LA HOYA SI ARRENDE PER KO ALLA9a RIPRESA Hopkins spegne i sogni del Golden Boy Cario Coscia LA sconfìtta era prevedibile, quasi scontata visto che Bernard Hopkins, incontrastato re dei medi, non perdeva da 11 anni. Ma ì tifosi dì Oscar De La Hoya, uno dei pugili più amati dal pubblico, soprattutto femminile, mai avrebbero pensato di vedere il loro idolo cadere così, in ginocchio coi guantoni sul tappeto, incapace dì respirare, ima smorfia dì intenso dolore disegnata sul bel volto finora risparmiato dai pugni degh avversari. Mai avrebbero voluto assistere al primo ko dell'uomo che nell'ultimo incontro della sua ricca e luminosa camera, durata 12 anni, tentava la storica impresa di conquistare il Mondiale in sei categorie diverse. Erano passati l'SS" della 9a ripresa, quando due tremendi ganci sinistri al corpo, appena sotto il fegato, mettevano fine al grande sogno del Golden Boy dì Los Angeles. Sul ring dell'MGM Grand dì Las Vegas, sabato notte, nella sfida di pugilato non dei pesi massimi più ricca della storia, con una borsa dì 30 milioni dì Bernard Hopkins dollari per lo sconfittoe 15 milioni dì dollari per il vincitore, Oscar De La Hoya, al 20 match nella categoria, non è riuscito a emulare l'impresa di Ray Sugar Léonard che nell'87 lasciò vacante il titolo dei welters e conquistò a sorpresa quello dei medi battendo ai punti Marvellous Marvin Hagler. Oscar aveva nella mente e nel cuore quel match, il cui ricordo gli regalava ottimismo e fiducia. Però ha avuto ragione Bernard Hopkins, 39 anni, detto The Executìoner, l'Esecutore, che alla vigilia aveva invitato tecnici e rivale a non scordare la brutta fine fatta nell'85 da Thomas Heams, anche lui proveniente dalla categoria inferiore e messo al tappeto dallo stesso Hagler alla 3a ripresa. «Ho tentato l'impossibile, salire sul trono dei medi avendo cominciato come leggero junior» ha detto Oscar dopo la batosta, senza trovare scuse, lodando i micidiali colpì al corpo del rivale - che ha difeso con successo il Mondiale per la 19a volta - e negando che gh 11 punti dì sutura di 3 giorni fa alla mano sinistra, a causa dì un infortunio in allenamento, avessero influito negativamente sulla prestazione. Una prestazione peraltro degna della sua brillante e meritatissima fama. «Oscar è sceso sul ring per combattere, non per ballare aspettando magari un regalo dai giudici» ha detto Hopkins, che in verità temeva più il fascino che ì pugni del rivale. Al quale, in ogni caso, deve la borsa più ricca della sua vita, giusto riconoscimento al valore del miglior peso medio della storia dopo Marvin Hagler. Lode comunque a Hopkins, un pugile dalla vita turbolenta. Dai 17 ai 22 anni era stato in prigione per rapina. Sì è riscattato con la boxe ma ha dovuto spesso lottare, per questioni di denaro, con manager e promoter. Ma sul ring è una tigre: l'ultima sconfitta, la 2a in carriera dopo quella nel match d'esordio fra i prò, risale al '93 contro Roy Jones jr. Il Golden Boy esce di scena a testa alta. Bernard Hopkins

Luoghi citati: Las Vegas, Los Angeles