Macché Bogianen! di Maria Teresa Martinengo

Macché Bogianen! Macché Bogianen! Premio ai torinesi eccellenti dalla Camera di Commercio IMPRENDITORI, intellettuali, manager: i torinesi che martedì riceveranno il premio «Bogianen 2003», istituito dal Centro Congressì Torino Incontra e giunto alla 9a edizione, rappresentano con straordinaria precisione la ricchezza dì creatività, volontà e impegno dì cui la nostra città - in particolare in questa fase di intenso cambiamento - può a buon diritto vantarsi. La «pattuglia» è aperta da Tuwiya Shaul Drory, «per la tenacia, l'inventiva e le capacità imprenditoriali...», tra ì magnifici sei «bogianen» dell'anno, il nome meno familiare al grande pùbbhco. Nato nel 1913 nella Vojvodina, all'epoca parte dell'impero austro-ungarico, Drory ha avuto una vita davvero avventurosa: negli Anni 30, in Palestina, fal'esperienza delkibbutz, poi è fotografo a Londra per tornare quindi in patria ad occuparsi della fornace di famiglia. Avventuroso è anche il suo arrivo nel Canavese, dove nel corso degli anni ha creato società d'avanguardia nel settore dell'etichettatura e prezzatura. Droiy continua a lavorare e non ha intenzione dì smettere. Gli altri «Bogianen» sono più giovani e tutti eccellenti nei rispettivi settori: il regista Davide Ferrarlo viene insignito «per l'originalità del suo stile, per il contributo dato al rilancio del cinema italiano e per come ha saputo rappresentare in modo suggestivo e nuovo diversi aspetti della realtà torinese»; Ida Gianelli, direttore del Castello dì Rivoli è «bogianen» «per la passione, il gusto e la competenza dimostrata nel diffondere la conoscenzael'amoreperl'artecontemporaneae per l'importante contributo dato all'affermazione dì Torino come città d'arte e di cultura»; Guido Gobino, il maestro cioccolatiere noto a livello intemazionale per l'eccellenza delle sue creazioni, riceve il premio «per le doti dì imprenditorialità, creatività e gusto...»; la scrittrice Elena Loewenthal, editorialista de La Stampa, «per l'alta qualità della sua scrittura... per l'entusiasmo e la dedizione con cui sì è impegnaJa a sviluppare l'incontro e la comunicazione tra diverse culture»; Giovanni Nasi «per le capacità manageriali dimostrate nel ricoprire una lunga serie da incarichi di alta responsabilità». Ma perché «bogianen»? Letteralmente l'espressione deriva dall'imperativo del verbo piemontese «bogé» e significa «non muoverti». Sull'origine del detto non ci sono date certe. C'è chi lo m risalire al Cinquecento, alla Torino appena riconquistata da Emanuele Filiberto e ai rigidi regolamenti militari che imponevano ai soldati silenzio e immobilità assoluti al comando di «Attenti». Se mai qualcuno accennava al movimento, subito arrivava il perentorio ordine del caporale «Bogia nen». Ma ci sono anche riferimenti a tempi successivi. Certo è che l'espressione è entrata nell'uso italiano come «definizione» non benevola dei torinesi e piemontesi, indìni a non muoversi, ostili alle novità. Ma «bogianen» è anche una persona forte, che non indietreggia, anzi... Ed è proprio questo il significato colto nell'istituire il premio, quello positivo, che celebra la tenacia, la passione per il proprio lavoro, la voglia di fare per sé e per gli altri. «Questo premio - spiega Enrico Salza, presidente di Torino Incontra - nasce dalla gratitudine verso chi, piemontese di nascita o di adozione, ha dimostrato particolare impegno e determinazione nell'affrontare il corso della propria esistenza o della propria carriera lavorativa». La cerimonia di premiazione si svolgerà martedì 21, ore 18, sala Cavour di Torino Incontra, vìa Nino Costa 8. Maria Teresa Martinengo Il regista Davide Ferrano, Ida Gianelli, direttore del Castello di Rivoli, e l'Imprenditore del cioccolato Guido Gobino

Luoghi citati: Londra, Palestina, Rivoli, Torino