Siamo una società in cui l'amore non vale niente

Siamo una società in cui l'amore non vale niente Siamo una società in cui l'amore non vale niente Lelio Demichelis NE W York, 17 dicembre 1948. «Ho osservato lungo le rive deb'Hudson una ragazza di sedici, diciassette anni. Sweater rosso, pantaloni neri, attillati, capebi svolazzanti, a disfida deba prima neve. Camminava a passi veloci non solo per b freddo tagbente, ma anche per mettersi in mostra e insieme sottrarsi ai passanti domenicab. Ciò che deb'atteggiamento saltava immediatamente agb occhi era; che si comportava come fosse una decorazione; che faceva ondeggiare i capebi (piasi a voler dire: Ecco cosa ho fatto; che portava a passeggio i seni come fossero degb argomenti, non parti del corpo». 21 dicembre 1948. Quebe ragazze «in perfetto stbe New England facevano un effetto davvero stereotipato. Un po' perché sono già unifonnate daba produzione di massa. Infatti, qui la donna è l'imitazione delle dive hollywoodiane che compaiono nei film; e donne che vedono i medesimi film, leggono i medesimi musts, condividono le medesime mode (apparentemente al fine di accrescere l'individuabsmo) perdono poi la loro fisionomia. Nessuna traccia di mistero. Non hanno bisogno di averne: socialmente sono del tutto trasparenti». Sono due brani dabe pagine di diario di Gunther Anders, anni 1947-1949, esule in America. Pagine dedicate al rapporto tra i sessi, al modo di amare di uomini e donne, di incontrarsi, conoscersi, vivere, scontrarsi. Ma anche, anabsi debe differenze e debe somigbanze tra come si amava e come si ama. Originaria¬ mente, aba loro stesura, Anders aveva raccolto le sue note sotto b titolo di "amare, oggi". Poi, per la loro pubbbcazione avvenuta quarant'anni dopo, l'oggi diventò ieri. In realtà le cose d'amore e i modi d'amare erano sì cambiati in quel lungo spazio temporale, ma, come spesso accade, forse solo neba loro forma, l'evoluzione dei sentimenti è lenta, ieri e oggi si toccano. Diario filosofico, dunque, come per altre pagme di Anders: dabe annotazioni sub' esibo di Parigi a quebe sul ritorno in un'Europa devastata, dabe riflessioni su Hiroshima a quebe suba guerra in Vietnam, «questo dimostra come non si sia mai trattato di argomenti esclusivamente privati, come non abbia mai annotato per me stesso le mie cosiddette esperienze, ma sempre solo per altri». Diario sull'amare e sub'amore, questo di Anders, ora in uscita per Bobati Boringhieri con b titolo dunque ài Amare, ieri. E b sottotitolo: Appunti sulla storia della sensibilità. Dire diario è dunque riduttivo. Sono le riflessioni di un filosofo che ha fatto deba./ìtosq/ìa d'occasione la sua particolarità, b suo stbe. Un grande filosofo, Gunther Anders, ma atipico. E filosofo deba tecnica soprattutto (sempre Bobati ha pubbbcato i due splendidi volumi del suo fondamentale L'uomo è antiquato), queba tecnica non più "mezzo" per fare ma "fine" di se stessa, tecnica che ci fa funzio- nari del suo funzionamento, tecnica che è pre-potere rispetto ad ogni altro potere. Tecnica che è però un potere inawertibile, la realtà ci dà incessantemente l'illusione della libertà (consumi, pubbbcità, divertimento, televisione) costringendoci nel contrario deba vera libertà, ovvero nel massimo conformismo. Fbosofo diverso anche nel nome - Stem era b suo vero cognome, Anders (ovvero: diverso) b suo pseudonimo. E scandaloso, come neb'invenzione (1930) deb'immaginaria Molussia, luogo dove regna l'istupidimento organizzato. Ebreo, nato a Breslavia nel 1902, i genitori erano stati pionieri deba psicologia sperimentale deb'età infantbe. Allievo tra gb altri di Heidegger e di Husserl, si laurea a vent'anni con quest'ultimo. Nel 1933 è costretto a fuggire da una Gennania in preda al delirio nazista, prima la Francia, poi - dopo la separazione da Hannah Arendt - gb Stati Uniti, dove per un cèrto tempo è ospite anche di Marcuse. Un outsider, Gunther Anders, come ricorda Sergio Fabian, curatore del volume, nel suo bel ritratto del filosofo. Un non-integrato, un filosofo che neba sua vita ha fatto anche l'operaio in fabbrica. Ed è proprio vivendo neba realtà americana (dal 1936 al 1950, quando ritornerà in Europa), che Anders matura la sua filosofia della tecnica. In queb'America si consobdava sempre più una società che sarebbe poi divenuta modebo universale, fatto di conformismo e di manipolazione consumistica, di organizzazione tecnica e di standardizzazione, di nuova massificazione individuabzzata. Anders morirà a Vienna nel 1992, dopo anni di ricerca filosofica intensa e appassionata e di impegno pacifista e antimibtarista. E l'amore? E l'amare? Come si ama? Come si tradisce? Chi comanda, chi domina nel rapporto d'amore? Cosa accade quando proviamo piacerei Cosa sono i tabù? La storia dei sentimenti aveva scritto Anders - «è la più deplorevole lacuna deba ricerca storica». Ma cosa sappiamo debe emozioni e di come evolvono nel tempo? Cosa vedono deb'altro/a i nostri occhi, se gb occhi hanno la «dupbce funzione di esprimere e di percepirei». Quanto pesa l'istinto e quanto invece b conformismo nei nostri modi di amare? E b nostro piacere è forse solo l'uso che facciamo deb'altro sesso? «Scopo deb'amore - scriveva Anders - non è b piacere tramite la donna, ma b piacere con la donna; avere lei; anzi, sempbcemente lei, in quanto senza la donna b piacere non sarebbe lo stesso piacere». L'amore e b sesso: sono la parte più privata di ciascuno ma anche la più condivisa, niente è più privato ma nuba è più intensamente condiviso come b piacere - e proprio per questo l'istinto sessuale deve essere controbato: tutti gb ordinamenti hanno sempre sottoposto la vita sessuale a una regolamentazione rigida. Perché «non c'è nuba che esiga un contenimento e una delimitazione più rigorosa, deba cosa più condivisa». E poi, la febcità. In America, scriveva Anders, la febcità non ha alcun valore, «perché non vale niente». Perché abbia vaZore, anche b sesso deve servire a qualcosa. Il piacere non deve essere/ine, ma solo mezzo, come neb'industria del divertimento o neba pubbbcità. La ricerca del piacere si è tradotta così neba produzione di massa del piacere. La seduzione spinge ab'azione, sedurre b consumatore lo spinge a consumare e con b crescere deba febbre competitiva la meta diventa sempre meno rilevante, conta solo correre. Il sesso oggi (b nostro oggi) è dappertutto, ma non produce condivisione di emozioni, semmai consumo di emozioni. Non siamo sessualmente più liberi. Ci espropriamo persino deba nostra parte più privata: anche la sessuabtà, b privato più intimo, è diventato pubbbco. Dunque, viene meno ogni intensità di relazione. Quale amore, abora? Come amare? Ma soprattutto: quale società abbiamo costruito? Chi cerca solo facbi emozioni non legga questo libro. ESULE NEGLI STATI UNITI, IL FILOSOFO DELIA TECNICA OSSERVA E DENUNCIA COME I SENTIMENTI, LE EMOZIONI, IL PIACERE NON SIANO PIÙ UN FINE MA SOLO UN MEZZO, UN CONSUMO m Scrive Anders nel suo diario. Il 21 dicembre 1948: «Quelle ragazze in perfetto stile New England facevano un effetto davvero stereotipato. Un po' perché sono già uniformate dalla produzione di massa. Infatti, qui la donna è l'imitazione delle dive hollywoodiane». A sinistra, l'attrice Linda Darnell (1941, foto di George Hurrel) Un diario 1947-1949 di Gunther Anders, una piccola storia della sensibilità, riflessioni sul rapporto tra i sessi, sui modi di incontrarsi, conoscersi, scontrarsi . Gunther Anders Amare, ieri. Appunti sulla storia della sensibilità a cura di Sergio Fabian Bollati Boringhieri pp. 160, Gì 4 DIARIO