La follia dell'incesto nella famigerata Francia di Genka di Felice Piemontese

La follia dell'incesto nella famigerata Francia di Genka La follia dell'incesto nella famigerata Francia di Genka Felice Piemontese FRA tanti «casi» letterari fasulb, eccone uno autentico, e quanto mai singolare: quebo debo scrittore francese Nicolas Genka, ultimo dei «maledetti», proibito daba censura più di quarant'anni fa e mai più «riabibtato». Cosa tanto più sorprendente in un'epoca che di scandab, quasi sempre montati ad arte, fa il suo pane quotidiano, assicurando spesso a chi ne è protagonista fama e onori. Genka, invece, ha pagato suba propria pebe, scomparendo, in pratica, dalla scena letteraria fino a quando una piccola casa editrice francese si è ricordata di lui e ha ripubhbcato, nel 1999, b suo libro proibito, intitolato L'epimostro. Una sfida espbcita aba «imbecillità trionfante» e al «Ministero deba morte», come scriveva neba prefazione francese lo scrittore Jacques Henric (anch'egb vittima di censura, peraltro, per aver usato come copertina di un suo libro b famoso quadro di Courbet L'origine du monde, che tutti possono vedere al Museo d'Orsay). H libro appare ora in itahano (tradotto, con qualche comprensibile affanno, da Luca Scarlini) con le prefazioni di due famosi scrittori, Jean Cocteau e Marcel Jouhandeau che avrebbero dovuto funzionare, ab'epoca, da «scudo protettivo» per l'autore esordiente, poco più che ventenne. Genka, nato nel 1937 in Bretagna, scrisse infatti b libro aba fine degb Anni Cinquanta, mentre la guerra d'Algeria dbaniava le coscienze, suscitando ribelboni e drammatiche prese di coscienza. Lo mandò inutilmente a tredici editori, che lo rifiutarono, fino a quando Christian Bourgois, abora direttore letterario di Julbard, accettò invece di pubbbcarlo. Uscito a gennaio del '62, L'epimostro suscitò subito grande interesse. Cocteau gb assegnò b premio «Les Enfants terribles», scrittori famosi come Nabokov e Mishima lo apprezzarono. E Pierpaolo Pasobni progettò di tradurlo, o farlo tradurre, per Feltrinebi. Pochi mesi dopo, invece, la morte, .civbe. In nome deba «protezione dei minori)), e in base alla legge sulle «pubbbcazioni destmate aba gioventù)) b libro veniva ritirato daba circolazione. Inutib gb appelb ad André Mabaux, abora ministro deba Cultura. Genka ebbe anche la casa danneggiata da un commando di facinorosi. Compbcate vicende familiari causarono processi dolorosi e difficib, e per trentacinque anni di lui non si sentì più parlare. Più che legittima, a questo punto, la domanda: che cosa c'è di tanto scandaloso nel romanzo? Se si pubbbeano liberamente Sade e Bataibe, Miber e Genet - per non parlare deba paccottigba pornografica -, perché Genka continua a essere proibito? Diffiebe rispondere, perché L'epimostro è sì un romanzo sub'incesto, ma manca quasi del tutto di scene ardite ed espbcite: tutto è suggerito anziché detto, e nel tono febbrile di ima ininterrotta effusione lirica piuttosto che con la mabzia del romanziere. E' corrosivo, fa della f amigba (in una particolarissima accezione) l'origine di ogni male, ma ci saranno almeno cento romanzi recenti in cui questa convinzione è più deliberata e dichiarata. Sempbce ottusità burocratica, dunque? Anche questo è possibbe, neb'epoca deb'imbecilbtà trionfante di cui parla Henric. fl romanzo è una discesa neb'infemo deb'abiezione e deba selvaggeria, raccontando di un singolarissimo ménage à trois nel quale un uomo - una sorta di intellettuale decaduto ex resistente e comunista - vive in una viba isolata nebe campagne bretoni, con le due fighe Manda e Marc eline. Si è lasciato andare, Morfray: beve fino a tramortirsi con i contadini non meno abbrutiti di lui, che un po' subiscono ancora b suo fascino (è la famigerata «Francia profonda»), fa i suoi bisogni per terra, straparla, delira, non disdegna di infilarsi nel letto deba figba più grande, una sorta di schiava consenziente, fino al giorno in cui lei si avvelena con la soda caustica. L'altra figba, Marceline, poco più che adolescente, ha con la soreba un rapporto di rivabtà e uno sempre più ambiguo e torbido col padre. E b giorno in cui si concede a un giovane garzone, lui, Morfay, lo accolteba mentre fanno l'amore e tutto finisce in un immenso rogo purificatore. «Questo libro, ha detto Genka, era b risultato di qualcosa. Di che? Non lo sapevo, quando Iho scritto. In effetti, tutta la cobera accumulata durante la guerra d'Algeria ha fatto nascere b mio stbe, b ritmo della mia scrittura. Era una cobera che non potevo condividere con nessuno, soprattutto negb ambienti letterari che frequentavo un po'. H libro, era come una fotografia del ribollire del mio sangue, in quel dato momento». Scritto in una sorta di «estasi lirica», spesso tendente più al poemetto in prosa che al romanzo, L'epimostro ha pagine bebissirae e cadute vertiginose, immagini splendide e metafore indigeste e talvolta quasi incomprensibib («b suo urlo di lampada nera fa girare i baratri come fossero mub»; (mei pobgoni celesti, tra i garofani del mezzogiorno, russano le cave solari»; «bruscamente, b sbenzio in lei si mette a cigolare» e via continuando). Rimbaud e i surrealisti, molto più del Celine evocato da Jouhandeau, sono1 i numi tutelari di Genka, che nel suo quarantennale esilio pare abbia scritto migbaia di pagine, un romanzo in nove tomi che forse non leggeremo mai. «L'epimostro»: un romanzo proibito dalla censura più di quarant'anni fa e mai più «riabilitato», un intellettuale decaduto e le sue due figlie, l'inferno dell'abiezione e della selvaggeria Nicolas Genka L'epimostro trad. di Luca Scarlini Fandango libri, pp. 152, Gì2 ROMANZO

Luoghi citati: Algeria, Francia