I carcerieri: i reporter francesi ora stanno lavorando per noi

I carcerieri: i reporter francesi ora stanno lavorando per noi COMUNICATO SU UN SITO INTERNET, SCETTICO IL GOVERNO DI PARIGI I carcerieri: i reporter francesi ora stanno lavorando per noi «Sono già liberi, ma per un periodo limitato filmeranno e copriranno di loro spontanea volontà come giornalisti le operazioni della resistenza» Paolo Romani PARIGI «La prigionia di Christian Chesnot e Georges Malbnmot è finita». Logicamente, pensando alla straordimaria mobilitazione di tutto un Paese per la liberazione dei due ostaggi, l'annuncio diramato ieri pomeriggio sul sito internet «Islam Memo Web» con un comunicato attribuito all' Esercito islamico dell'Iraq avrebbe dovuto scatenare un'esplosione di gioia. 0 quanto meno far tirare un sospiro di sollievo alla Francia che da un mese vive nell'angoscia per la sorte dei due giornalisti di «Radio France Internationale» e del «Figaro» rapiti il 20 agosto sulla strada da Baghdad a Najaf. E invece nulla, non una parola, non una reazione, solo il silenzio assordante dei media. Per meglio sottolineare il loro scetticismo, radio, tv, giornali e persino l'agenzia «France Presse» hanno puramente e semplicemente ignorato il comunicato (di cui aveva dato notizia l'agenzia britannica Reuters) e non si è trovato un solo ministro, sottosegretario o deputato disposto a commentarlo. Questa volta, il governo francese ha deciso di giocare la carta della massima prudenza. Si vuole evitare che si ripetano episodi come quello di giovedì 2 settembre, quando le autorità avevano lasciato intendere, con accenti trionfalistici, che la liberazione dei due reporter era imminente. «Sono sulla via della libertà, a 40 o 50 chilometri dall'aeroporto intemazionale di Baghdad», ripetevano a Parigi. Ieri, il tono era diverso: «E prematuro pronunciarsi sul!' autenticità del comunicato», ammonivano i collaboratori del primo ministro Raffaiin. Vero è che il documento diffuso dal sito «Islam Memo Web» ha di che lasciare perplessi. Se la prigionia di Chesnot e Malbnmot è finita, recita il comunicato, i due giornali¬ sti non torneranno però subito a casa. Invece, «per un periodo limitato» resteranno con i loro sequestratori per raccontarne le gesta. «Hanno ripreso a esercitare il loro mestiere, in pieno accordo con l'Esercito islamico dell'Iraq: filmeranno e copriranno le operazioni della resistenza irachena, per un certo tempo. La durata rimarrà segreta per ovvi motivi di sicurezza. Dopodiché riveleranno agli occhi del mondo ciò che veramente accade in Iraq». La notizia che i due ostaggi starebbero ora lavorando «di loro spontanea volontà» sotto la protezione dei loro rapitori, e addirittura avrebbero accettato la delicata missione di organizzare una sorta di «ufficio stampa» per i fanatici dell'Esercito islamico in Iraq (lo stesso gruppo che aveva rapito e assassinato Enzo Baldoni) ha preso in contropiede le autorità francesi. Solo tre giorni fa, un comunicato attribuito almedesimo gruppo armato aveva annunciato un «prossimo processo» a carico dei due reporter e dell'autista-interprete siriano Mohammed al-Joundi sequestrato con loro, senza però precisare i capi di imputazione. Due giorni prima, sempre tramite un messaggio di dubbia autenticità diffuso via Internet, i fanatici avevano pronunciato una violenta requisitoria contro la Francia colpevole di «crimini storici» (in primo luogo la guerra d'Algeria) nei confronti dei musulmani. Subito dopo che Chesnot e Malbnmot erano stati rapiti. l'Esercito islamico dell'Iraq aveva lanciato un ultimatum a Parigi, esigendo, in cambio della vita degli ostaggi, l'abrogazione della legge che in nome della ((laicità repubblicana» proibisce il velo (ma anche la kippah ebraica, i crocefissi cristiani, i turbanti degù indiani sikh e tutti gli altri simboli troppo vistosamente ostentati dell'appartenenza religiosa) nelle scuole pubbliche. Compatta, la R-ancia aveva re¬ spinto il ricatto, e a fianco del governo si erano schierati i massimi esponenti della comunità musulmana del Paese (la più numerosa d'Europa, quasi 5 mihoni di individui), compresi i rappresentanti dei gruppi più radicali, gli integralisti che ancora pochi giorni prima esortavano le ragazze musulmane a sfidare la legge e presentarsi velate a scuola. La verità è che nessuno sembra in grado di dire con precisione chi siano e cosa vogliano i fanatici (sono davvero, come si è detto, salafiti, ossia integralisti di obbedìensa sunnita?) che da un mese tengono prigionieri i due reporter francesi. C'è addirittura chi sospetta che il fantomatico Esercito islamico dell'Iraq, scheggia impazzita della caotica ga- ' lassia della «resistenza irachena», possa essere manipolato dal governo provvisorio, ferocemente antifrancese, insediato a Baghdad dagli americani. Per l'ufficio del primo ministro Raffarin «è prematuro pronunciarsi sull'autenticità del comunicato» Sul caso ostaggi colloquio tra Chirac e il ministro degli Esteri del Qatar

Persone citate: Chesnot, Chirac, Christian Chesnot, Enzo Baldoni, Georges Malbnmot, Paolo Romani