FRANCIA LA GRANDE DILETTANTE di Barbara Spinelli
FRANCIA LA GRANDE DILETTANTE A RISCHIO LA COSTITUZIONE UE FRANCIA LA GRANDE DILETTANTE Barbara Spinelli NON è la prima volta che tutto, nella costruzione dell'Europa, dipende dalla Francia: sia quel che è buono e guarda al futuro, sia quel che è conservatore e s'installa in un lusinghiero ma del tutto illusorio mondo del passato. Senza la Francia sarebbe stato impossibile inventare la Comunità del carbone e dell'acciaio, nel dopoguerra, e i tanti perfezionamenti seguiti a quel primo abbozzo di unione. Senza la Francia non avremmo quest'Europa incapace di divenire potenza, perché gli Stati che la compongono non vogliono delegarle quella parte di sovranità che, esercitata dalla singole nazioni, è ormai una chimera. Quel che Parigi dice e fa ha avuto sempre funzioni egemoniche, sia quando il treno andava avanti sia quando retrocedeva. Così è stato, in positivo, per gli esordi dell'integrazione e, più recentemente, per la moneta unica. Così è stato, in negativo, per il fallimento della Comunità Europea della Difesa (Ced): un grande progetto che naufragò a seguito d'un voto contrario del Parlamento francese, il 30 agosto '54. L'idea che sia l'Inghilterra a bloccare l'affermarsi di un potere europeo forte, che compensi la perdita d'influenza subita dagli Stati dell'Unione, è una falsificazióne del presente storico. Se l'Inghilterra può frenare la nascita di quest'Europa, se Bush può dividerla per dominarla, è perché i suoi responsabili, e la Francia per prima, hanno volontariamente consentito alla disfatta di progetti che pure avevano difeso, con grande magniloquenza ma non meno grande pigrizia e dilettantismo. La pigrizia storica della Francia e l'aspetto dilettante del suo provincialismo potrebbero ancora una volta affossare il futuro dell'Unione e far vincere le forze del passato, come già avvenne quando gli europei si predisposero a unire gli eserciti, esattamente cinquant'anni fa. Questa volta è la Costituzione europea che potrebbero demolire, nel referendum indetto da Chirac per la seconda metà del 2005. Un referendum che non è solo nazionale ma riguarda i cittadini dell'intera Europa: detto dalla Francia, l'eventuale no alla Costituzione non potrà esser paragonato a quello inglese. Se la Francia vota no, l'imperfetta ma pur sempre necessaria Costituzione semplicemente non si farà. Questa possibilità si è fatta concreta, nelle ultime settimane, da quando Laurent Fabius, numero due del partito socialista, ha deciso di accelerare la propria ascesa all'Eliseo puntando sulle forze ostili all'Europa: forze presenti nei vari partiti, ma specialmente nelle loro estremità. Anche questo comportamento è tipico della schizofrenica presenza di Parigi nell'Unione: una presenza caratterizzata dalla sopravvalutazione insensata della propria grandezza e autosufficienza, e dalla simultanea sottovalutazione del proprio potere di iniziatrice o distruttrice d'Europa. Oggi, ad esempio, Fabius sottovaluta l'effetto devastatore che il suo no può avere su tutta l'Unione. CONTINUA A PAGINA 9 PRIMA COLONNA
Persone citate: Bush, Chirac, Fabius, Laurent Fabius
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