Sfuma l'assalto a gabbiano Bubka di Giorgio Barberis

Sfuma l'assalto a gabbiano Bubka L'OLIMPIONICO MACK TENTA A MONACO IL MONDIALE DELL'ASTA A 6,16. MALE GIBILISC0, OGGI LA MARTINEZ Sfuma l'assalto a gabbiano Bubka Giorgio Barberis inviato a MONACO Nel magnifico tepore della tarda estate monegasca, i saltatori regalano sussulti all'ultimo atto della stagione, le World Athletic Final nate per offrire una passerella conclusiva di gran livello elargendo dollari in quantità (complessivamente tre milioni). E anche se ormai, dopo tante gare, le energie sono ridotte al lumicino, lo statunitense campione olimpico del salto con l'asta Timothy Mack regala l'emozione che mancava da 11 anni, da quel 21 febbraio 1993 quando il «gabbiano» Sergei Bubka riuscì ad avvicinarsi al cielo come nessun altro, superando i 6,15. Saltato6,0I, che ne fa il dodicesimo astista approdato oltre i 6 metri, Mack ha poi tentato una volta i 6,06, quindi per i successivi due salti ha chiesto i 6,16, la misura che lo zar di Donetsk non aveva mai provato in gara. Ha fallito, Mack, ma quantomeno il suo tentativo ha bloccato sugli spalti il pubblico ben oltre la fine delle altre gare: e catturare tanta attenzione è stato il regalo che il saltatore di Cleveland, Tennessee, si è fatto per i 32 anni compiuti da pochi giorni, il 15 settembre. Vedere Mack salire tanto in alto ha accresciuto i rimpianti per la difficile stagionedi Beppe Gibilisco che, costretto a centellinare i salti dalla sua scarsa autonomia attuale dovuta a problemi fisici, dopo aver superato con sicurezza i 5,45 ha tentato direttamente i 5,70, mancandoli d'un soffio al terzo tentativo. Il siciliano si è anche arrabbiato: campione di razza, non gli va di perdere. Ma per quest'anno deve rassegnarsi, in fondo il bronzo olimpico - con tutto quello che gh è capitato - rappresenta un risultato superiore a ogni aspettativa, segno che l'oro iridato di Parigi non era stato un colpo di fortuna. Se si può anche ritenere velleitario il tentativo di Mack di andare all'attacco del mito di Bubka, senz' altro meno ardito - in quanto è già la quarta volta che accade - è stato da parte di Yelena Slesarenko tentare i 2,10 nell'alto femminile, un centimetro in più cioè di quanto riusci a Stefka Kostadinova ben 17 anni fa ai Mondiah di Roma. La 22enne di Volgograd ha la potenzialità per centrare la misura, il suo stile è curato, la tecnica ottima come d'altronde quella degli altri «prodotti» della fiorente scuola dell' ex Stalingrado, da Irina Simagina a Tatyana Lebedeva, separate nel lungo da due soli centimetri (6,74 contro 6,72 a favore della prima). Quasi beffardo è parso il risuonare delle note di «Zorba's dance» al termine dei 100 vinti da Asafa Powell in 9"98: la finale di Atene, in cui arrivò quinto, è stata infatti la peggior gara del giamaicano negh ultimi due mesi e ricordarglielo non deve essere stalo per lui piacevole. Rifacendosi ancora all' Olimpiade, c'è da registrare il ritorno alla normalità della greca Fani Halkia, ai Giochi prima sui 400 hs in 52"77 con un miglioramento personale di quasi 3" ma ieri molto più umanamente quarta in 55" 10 nella prova vinta da Sandra Glover in54"57. Oggi è in programma il gran finale con profumo di record (premiato con un bonus di 100 mila dollari) per Yelena Isinbayeva (asta) e Saif Saaeed Shaheen (3000 siepi), l'ex keniano ora qatarino allenato dal torinese Renato Canova. Più italiana ma non meno importante è invece l'attesa per Magdelin Martinez, dalla quale si attende un acuto che la proietti nuovamente oltre i 15 metri nel triplo. Poi in serata Gran Gala con la proclamazione degh Atleti dell' Anno.

Luoghi citati: Atene, Cleveland, Monaco, Parigi, Roma, Stalingrado, Tennessee