Barolo in crisi? A Hong long vende bene di Carla Reschia

Barolo in crisi? A Hong long vende bene GIANNI GAGLIARDO PREPARA PER D^ENtOSSlMA UNA NUOVA EDIZIONE DELL'ASTA INTERNAZIONALE l Barolo in crisi? A Hong long vende bene Carla Reschia Crisi? Dalla sua azienda langarola di La Morra, dove domenica prossima per l'appuntamento con l'asta del Barolo sono attesi acquirenti e giornalisti specializzati da tutto il mondo, Gianni Gagliardo esita a considerare le cose in questa prospettiva. Preferisce parlare di «stabilizzazione del mercato», un fenomeno forse spiacevole ma atteso. e inevitabile quando per un lungo periodo il successo è stato «inimmaginabile». «Il Barolo argomenta - è il grande classico del Piemonte e come tutti i classici vive momenti di gloria e altri meno». Quindi «parlare di crisi è esagerato». O meglio: «E' questione di punti di vista. Se ieri la situazione era normale, allora possiamo dire che c'è crisi. Ma se, come mi pare, fino a ieri abbiamo vissuto un perio¬ do eccezionale, allora siamo tornati alla normalità. E lo sapevamo tutti che sarebbe successo». Insomma, la stabilità, lo status quo non possono appartenere a un vino che nel giro di qualche decennio è salito alla •ribalta intemazionale, diventando, come ogni star, vittima di «trend» e mode. Ma è anche difficile immaginare che si torni all'anonimato degli Anni '70 quando «il Barolo valeva meno del Dolcetto». E i ricchi e famosi non accorrevano in Langa a disputarsi l'onore di contrattare peggio che da Sotheby's per aggiudicarsi una bottiglia rara, non importa a quale prezzo. Certo, la congiuntura economica non favorisce i beni di lusso e il Barolo, con il suo contomo di atmosfere conviviali e ovattate, degustazioni preziose e abbinamenti costosi, appartiene a buon diritto alla categoria. Ma, secondo Gagliardo, che attorno a una lista di 47 bottiglie storiche da collezione ha organizzato un'asta-evento con videocollegamenti da Hong Kong e Parigi, «I consumi sono comunque molto aumentati e bisogna considerare il lungo periodo, almeno 50 anni, per valutare in modo corretto il fenomeno». Il segreto? Pensare in grande. «Lo stile -precisa - è importante. Non bisogna nascondersi ma osare». Del resto,a guardare le cifre, si scopre che gli acquirenti italiani rappresentano al massimo il 30 per cento del mercato. Il resto si trova all'estero e spesso riserva piacevoli sorprese. «Per me - prosegue Gagliardo - Hong Kong è stata una bella sfida perché l'Asia è piuttosto mercato francese. Ma è andata bene e. adesso sono loro a soUecitarci, uno anno dopo l'altro, per proseguire. Sono tutti grandi compratori, che prima acquistavano in Francia». Nello stesso spirito di sfida quest'apno.;si aggiungerà Parigi. «In pratica nella tana del leone. Sono curioso di vedere che cosa succede». Centinaia di ospiti, con una , forte rappresentanza della Sommellerie Frangaise, operatori del settore, esponenti della stampa, estimatori e consuma-, tori appassionati, in diretta dalla sala del ristorante Baltimore, si aggiungeranno così agli ospiti riuniti alla Morra in arrivo dall'Europa, dagli Usa, dal Giappone (ma ci sarà anche qualche bel nome dall'Italia). Per disputarsi il meglio delle aziende produttrici e anche per fare un po' di bene. Il ricavato di uno speciale lotto di beneficenza sarà infatti devoluto a un ospedale infantile di Baghdad.

Persone citate: Baltimore, Gianni Gagliardo