Musica da camera contemporanea con i grandi del Quartetto Arditti

Musica da camera contemporanea con i grandi del Quartetto Arditti LIGETI E CELAN PER SETTEMBRE MUSICA Musica da camera contemporanea con i grandi del Quartetto Arditti GiangiorgioSatragni Da anni Settembre Musica, che tanto fa per diffondere le opere contemporanee, ha un rapporto privilegiato con il Quartetto Arditti, il gruppo che è il massimo esecutore di musica da camera contemporanea. Averlo avuto questa volta per due concerti ha significato tanto un lusso quanto la possibilità di capire e imparare cosa può esser considerato un capo avoro della nuova musica e cosa no. Nell'Aula Magna del Politecnico, di fronte allo splendore adamantino del «Quartetto n. 2» di ligeti, non si poteva che ammirare una volta di più le intuizioni del musicista ungherese: ascoltando la sua musica fatta così, con un rigore assoluto che rende udibile ogni oscillazione microto- naie dei suoni e percepibile ogni minima diffrazione ritmica dell'insieme, se ne coglie al volo anche la capacità di soggiogare in modo magnetico. È bello, seppur ancora debitore di Bartók, pure il «Quartetto n. 1 », al loro cospetto «Quartet in four parts» di Cage è velleitario, «The Garden of Eros» di Andriessen nullo. L'Arditti è stato poi uno dei perni della giornata costruita attorno all'opera di Paul Celan, poeta rumeno di lingua tedesca, cui è stato dedicato un convegno a cura di Roman Vlad, suo conterraneo e coetaneo. Da Celan il compositore britannico Harrison Birtwistle ha tratto alcune poesie fondamentali, disponendole in «Pulse Shadows», dove sono affidate a un soprano circondato da un ristretto complesso e alternate a passi strumentali del quartetto d'archi. La forza ' tragica e visionaria della parola è così circondata da un groviglio di suoni in contorsione continua (pane per l'Arditti) e inglobata in una costellazione di suoni che paiono rovine (il Nash Ensemble, guidato da Diego Masson, sa il fatto suo). Non è un processo di derivazione del suono dalla parola, ma di sovrapposizione, o di meditazione su poesia e tormentata esistenza del suo autore, come Birtwistle sottotitola il lavoro. Che è scabrò, ostico, senza speranza, forse non un capolavoro, sminuito dal fatto che nella traduzione inglese la parola di Celan perde forza: il soprano Claren McFadden ha orecchio assoluto, ma purtroppo non dizione perfetta. Continue defezioni nel pubblico al Conservatorio, ma infine caldi applausi.