«Nessun dogma su Generali e Rcs» di Francesco Manacorda

«Nessun dogma su Generali e Rcs» IL pG: VORREMMO FARE UN POLO DELL'ENERGIA IN ITALIA. PAGLIARO: LE PARTECIPAZIONI DARANNO IL 150Zo IN 3 ANNI «Nessun dogma su Generali e Rcs» Nagel: per Mediobanca conta solo la redditività Francesco Manacorda MIIANO . Messwjgio al mercato: «Per noi il tema delle partecipazioni deve essere sinonimo di valore. E' importante che i manager lavorino indipendentemente dagli azionisti, in modo da assicurarci dividendi. Non abbiamo nessun dogma: l'unico dogma è il ritomo sul capitale». Messaggio agli azionisti tutti, grandi e piccoli: «D nostro obiettivo per il 2004-2005 è confermare almeno il dividendo 2003-2004». Messaggio a chi vede piazzetta Cuccia ancora poco competititiva come banca d'affari e chiusa principalmente sul lavoro con i suoi stessi azionisti: «E' stato sfatato il mito. Solo il ^ dei ricavi viene dalle partecipazioni strategiche, il QO1}*) arriva da altri dienti». Messaggio al composito mondo dell'energia e forse in particolare ai soggetti che ruotano attorno a Italenergia bis, azionista di controllo di Edison: «Saremo lieti di accompagnare la costituzione di un polo privato dell'energia in Italia». Alberto Nagel, direttore generale di Mediobanca, e al suo fianco il condirettore Renato Pagliaro, fanno un altro passo avanti nella rivoluzione di piazzetta Cuccia con una presentazione agli analisti - la seconda nella storia di Mediobanca dopo l'esordio dello scorso anno - dettagliata ed esplicita. Giovedì è stato il giorno dei conti record e del dividendo più che raddoppiato a 40 centesimi per azione, ieri è la volta di un'analisi che promette per Mediobanca un futuro sempre più forte nel suo ruolo di banca d'affari - il settore che fa già la metà dei ricavi ma che dovrà spìngere ancora di più sul marketing è sulla vendita di prodotti diversi ai dienti che conquista - una scrematura sempre più attenta delle sue partecipazioni finanziarie e una cresdta anche nelle altre due divisioni: i servizi finanziari al dettaglio e il private banking. Impegni che la Borsa giudica positivamente, con un rialzo del 2,920Zo. Le partecipazioni, prima di tutto. Sulla doppia natura di Medio fìnanffijrii&iltàssamro Profumi ha lanciato ne? giorni scorsi la richiesta di una inflessione ; ca e la proposta di abba Dnarèp rateg^tj^ anche se con tempi lunghi, proprio il ruolo di grande azionista dì Rcs e Generali. Adesso a chiarire la posizione del management dì Mediobanca arriva la risposta dì Nagel, che riporta il discorso a una dimensione puramente finanziaria, visto che Mediobanca non è più una «boutique» come in passato, quando «la redditività non era la priori¬ tà del management» e «la banca era un investitore istituzionale». E sullo stesso registro il direttore generale aggiunge che se le partecipazioni non generassero sufficiente valore «allora dovremo valutare se tenerle o meno» e che proprio in base al «dogma» del ritomo sul capitale «faremo proposte al consiglio di amministrazione». Niente di intoccabile, insomma, ma al momento niente da toccare tra Generah o Rcs che danno - è il caso dì Trieste - soddisfazioni o promettono di dame in futuro. Cosi sì muovono con disinvoltura, ì due manager che hanno la guida operativa di Mediobanca, anche quando un analista chiede come mai sì sia decìso dì pagare ben più dei prezzi di mercato una parte della quota Rcs dismessa da Gemina. ««Da died o quindici anni- risponde Pagliaro - Rcs guadagna dalla metà a un terzo, in termini dì redditività percentuale, rispetto ai propri concorrenti nei vari segmenti dì attività, noi pensiamo die non sìa votata in etemo a questo destino, che d sia un margine di mìghoramento e partiamo anche dall'assunto - in parte da dimostrare - che al mìghoramento della performance faccia seguito anche un mìghoramento delle quotazioni». Tra le partecipazioni strategiche restano anche Pirelli, Telecom, nella quale la quota Mediobanca è salita dell' 1.7^0, Italcementì e Fìat («un caso di tumaround dice Pagherò ~ dì interesse nazionale»), mentre esce Gemina. Per Ferrari e Purgo si prospetta la strada della borsa, ma in tempi da defini¬ re, mentre caleranno le quote in Capitalia, Commerzbank e Medìolanum. Dalle partedpazionì - spiega ancora il condirettore generale potrebbe arrivare nei prossimi tre anni un rendimento del 1507o «fra dividendi e rivalutazioni». Nel futuro di Mediobanca, poi Nagel lo dice chiaro e tondo - «tra le partedpazioni strategiche d potrebbe stare molto bene un investimento nel campo dell'energia», anche perchè la banca «ha anche finalità di favorire la creazione e lo sviluppo dì aziende importanti a livello nazionale». Ma il desiderio di tornare all'energia - dopo la fine della partedpazione in Montedison - sì scontra per ora con una serie dì ostacoli. Il polo privato a cui pensa Mediobanca deve avere «carattere privatistico e non essere controllato da amministrazioni locali o da altri soggetti itahanì o esteri in maniera preponderante» perchè «non siamo abituati a fare i portatori d'acqua». E con «le munidpalìzzate che fanno concentrazioni tra di loro», l'Enel «ancora controllata dallo Stato e Italenergia controllata a termine da Edf» le condizioni per ora non ci sono: «Non abbiamo dossier caldi di investimento».

Persone citate: Alberto Nagel, Nagel, Pagliaro - Rcs, Renato Pagliaro

Luoghi citati: Edf, Italia, Trieste