«E non chiamate lager i Centri d'accoglienza»

«E non chiamate lager i Centri d'accoglienza» POLEMICA CON L'OPPOSIZIONE: «IL RISPETTO ASSOLUTO DEI DIRITTI UMANI E LA NOSTRA STELLA POLARE» «E non chiamate lager i Centri d'accoglienza» ROMA «Centri», «campi», «lager». O più semphcemente, come ama definirli il ministro Pisanu, «strutture per il controllo dell'immigrazione». Comunque h si definisca, intorno a questi Centri di accoghenza una parte dell'opposizione polemizza con la loro gestione. Ieri Pisanu ha voluto replicare alle accuse, manifestando tutta la sua indignazione: «È proprio un'infamia definirli lager». Ma l'opposizione insiste: «Invito Pisanu ad andare al Centro di Bologna in via Mattai - lo sfida il verde Paolo Cento nel quale, nelle settimane scorse, sono state montate deUe gabbie che ormai sono considerate incivili anche per gh animah dei giardini zoologici». E un altro verde. Mauro Bulgarelh, parla di strutture «dove si consumano abusi quotidiani, come nel caso del Regina Pacis di Lecce». Gabriella Pistoni, del Pdci, h definisce «luoghi senza speranza, freddi, inospitah, impersonali e indifferenti». Non ci sta Pisanu a sobbarcarsi queste accuse. «Il rispetto assoluto dei diritti umani è la nostra stella polare - risponde - ì vecchi Centri di permanenza temporanea offrono un'accoglienza dignitosa agh immigrati che hanno a disposizione doccia, telefono e sigarette. Ogni immigrato ospitato in un Centro ci costa 60 euro al giomo, quando il reddito medio di ogni immigrato nei Paesi di provenienza è uguale a un dollaro». Ma ben presto questi Centri cambierarmo, ha annunciato il ministro: «Diventeranno Centri polifunzionali per immigrati, sedi dei giudici di pace che dovranno pronunciarsi sulle espulsioni, delle commissioni decentrate che dovranno decidere sulle richieste d'asilo. E anche Centri di soccorso, di assistenza umanitaria, di attività, di intrattenimento». Si rende conto, Pisanu, deUe difficoltà, delle diffidenze, delle resistenze da parte deUe istituzioni locali nei confronti di queste strutture: «Vorrei spiegare, ancora una volta, come siano al servizio della regione in cui si trovano, e credo che i cittadini preferiscano sapere che i clandestini sono raccolti in luoghi vigilati in attesa di accertamenti, piuttosto che liberi sul territorio». La scommessa del governo è quella di creare le condizioni perché queste strutture per il controllo degli immigrati si possano creare nei Paesi di transito dei flussi di immigrati. Ieri Pisanu ha annunciato che in sede di riconversione in parlamento del decreto sulla Bossi-Fini sarà presentato un emendamento che prevederà i finanziamenti per la creazione di queste strutture: «L'Europa guarda con grande interesse a questa iniziativa d'avanguardia». Il tema dei Centri d'accoghenza ah'estero è molto delicato. E non tutti i Paesi dell'Unione Europea sembrano finora disponibili a finanziarh. Tra l'altro sollevano questioni delicate, come il rispetto e le garanzie che questi Paesi di transito offrono ai rifugiati, ai richiedenti di asilo. Nelle settimane scorse anche il neo commissario Uè, Rocco Buttighone, ha ipotizzato l'apertura di tah strutture in Africa. Naturalmente quello dei Centri all'estero di per sé è un discorso monco se non inserito all'interno di un intervento organico sul fenomeno delTimmigrazione, che preveda (lo ha ricordato ieri Pisanu) aiuti economici e cooperazione nei confronti dei Paesi d'origine di questi flussi; pohtiche attive suh'ùnmìgrazione regolare; lotta all'immigrazione clandestina e al crimine organizzato. Ma per l'opposizione il governo non sta lavorando a questa prospettiva. L'ex ministro Livia Turco, Ds, dice: «Va aperto un confronto con i Paesi nordafricani di transito degli irregolari, ma anche con quelli sub sahariani d'origine. Gli accordi di polizia per il controllo delle frontiere non funzionano se non sono accompagnati da una seria politica di cooperazione, dall'apertura di quote di ingresso regolari, da una pohtica di vicinanza e di partenariato dell'Europa e dell'Italia verso i Paesi dell'area del Mediterraneo e dell'Africa sub sahariana». [g. ru.] «Ogni clandestino costa 60 euro al giorno Credo che i cittadini preferiscano sapere che sono lì piuttosto che liberi sul territorio»

Luoghi citati: Africa, Bologna, Europa, Italia, Lecce, Roma