Salta il «silenzio assenso» sugli istruttori Nato in Iraq di Enrico Singer
Salta il «silenzio assenso» sugli istruttori Nato in Iraq LUNEDI' VERTICE DEL CONSIGLIO ATLANTICO, IL SEGRETARIO DE HOOP: DIFFICOLTÀ SUPERABILI Salta il «silenzio assenso» sugli istruttori Nato in Iraq Da Francia, Germania, Belgio e Spagna obiezioni economiche e organizzative Enrico Singer corrispondente da BRUXELtES Appena tre giorni fa il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop-Scheffer, aveva detto al presidente iracheno Ghazi Al Yawar, in visita a Bruxelles, che l'alleanza avrebbe accelerato i tempi dell'aiuto promesso al nuovo governo di Baghdad. Ma ieri è arrivata una prima doccia fredda. Francia, Germania, Spagna e Belgio hanno fermato la procedura di «silenzio-assenso» che stava per dare la luce verde alla creazione di un centro di addestramento delle forze di sicurezza del dopo-Saddam in territorio iracheno. I quattro Paesi hanno espresso dubbi sui finanziamenti, sulla catena di comando e sulla protezione degh istruttori. Non è poco, ma l'olandese de Hoop-Scheffer non drammatizza. Si dice sicuro che lunedì, quando si riunirà il Consiglio atlantico a livello dei rappresentanti permanenti, le difficoltà saranno superate. L'impegno politico a fornire assistenza al nuovo Iraq era stato preso da tutti i leader dei ventisei Paesi dell'alleanza riuniti nel vertice di giugno a Istanbul. Ma la strada per trasformare- l'impegno politico in una concreta missione è stata difficile sin dall'inizio. Francia, Germania, Spagna e Belgio avevano propósto che l'addestramento avvenisse fuori dall'Iraq e si erano detti pronti ad aprire le porte delle loro scuole militari agli uomini delle forze armate irachene che si stanno ricostituendo. Ma l'addestramento serve sul posto e ci sono volute lunghe discussioni per arrivare, alla fine, a un compromesso che sembrava accettato da tutti. E su questo era scattata la procedura del «silenzio-assenso»: se nessun Paese si fosse opposto, il via lihera sarebbe stato definitivo da oggi. Alla missione "sul terreno avrebbero partecipato soltanto istruttori dei Paesi che sono già impegnati con le forze della coalizione che si trovano in Iraq. Gli altri avrebbero condiviso le spese e avrebbero fornito anche delle attrezzature. In pratica, Francia, Germania e Belgio - che non sono mai intervenuti nel conflitto - e la Spagna - che ha ritirato il suo contingente dopo il cambio di governo a Madnd non avrebbero dovuto inviare uomini, ma avrebbero appoggiato la missione. Era stato anche individuato il responsabile del costituendo «Centro di formazione, educazione e dottrina» della Nato: sarebbe stato il generale David Petraeus, ex comandante della 101 a divisione aerotrasportata americana, che ha già il compito di guidare la missione di addestramento svolta per ora dalle forze della coalizione e, in particolare, da quelle Usa. Il generale Petraeus avrebbe avuto così quello che si dice, in gergo, un «doppio cappello». Anche la sicurezza della missione di formazione Nato in Iraq sarebbe stata garantita dalle forze della coalizione, con un alto tasso di complementarietà nella catena di comando. Oltre che sulla ripartizione dei finanziamenti è proprio su questi due punti operativi che Francia, Germania, Belgio e Spagna hanno espresso le riserve che dovranno essere chiarite. Il segretario generale dell'alleanza, che ieri era all'incontro informale dei ministri della Difesa della Uè a Noordwijk, in Olanda, ha detto che le obiezioni «non riguardano questioni sostanziali» e ha anticipato che presenterà lunedì un «documento decisionale» sul quale dovrebbe essere trovato l'accordo. Anche il ministro della Difesa francese ha confermato che devono essere risolti problemi «sul finanziamento e sulla portata dell'addestramento». La signora Michele Alliot-Marie ha precisato che «non è soltanto la Francia a fare osservazioni» e ha espressamente citato Germania, Belgio e Spagna. E' il tradizionale fronte dei Paesi che voghono limitare al massimo il coinvolgimento nelle operazioni mihtari in Iraq. Ma questa volta, assicurano a Bruxelles, le obiezioni sarebbero più di ordine pratico - soprattutto economico - che politico, E la stessa signora Alliot-Marie non ha escluso che lunedì sarà possibile trovare un compromesso accettabile. De Hoop, in basso, con Michèle Alliot-Mariee l'ungherese Juhasz Ferenc
Persone citate: Alliot-marie, David Petraeus, Ghazi Al Yawar, Juhasz Ferenc, Michele Alliot-marie, Michèle Alliot-mariee, Petraeus, Scheffer
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