Tra gli ultrà in doppiopetto dell'Olimpico

Tra gli ultrà in doppiopetto dell'Olimpico LA PARATA Di AUTORITÀ E PERSONAGGI DELLA CAPITALE NASCONDE GLI «IMBUCATI» DEL BIGLIETTO OMAGGIO: UNA GIUNGLA DIFFICILE DA CONTROLLARE Tra gli ultrà in doppiopetto dell'Olimpico Politici e tanti vip nella tribuna romanista sotto accusa per la notte della vergogna retroscena Giancarlo Laurenzi LO dicevo che conveniva fare l'euro di carta». Giulio Andreotti, il più conosciuto degli ultra giallorossi in doppio petto, s'affida all'immancabile carezza di carta vetrata. «La nostra tribuna d'onore non esprime grande raffinatezza: e pensare che abbiamo fatto una legge contro la violenza nelle curve...». All'Olimpico come a Palazzo Madama il senatore ha un posto garantito a vita. Tribuna autorità, sia chiaro, file diverse dalla improvvisamente vituperata tribuna d'onore: riservata a politici e parlamentari, dispone di poltroncine blu scuro, vasi di fiori per adornarne le corsie e un bar intemo da leccarsi i baffi (spesso si vede D'Alema, infatti). Prima di entrare il supervip registra il nome da un'affascinante hostess appoggiata al tavolino lindo: tra i più assidui Gaspairi e Taormina. In quello spicchio di nobiltà si siedono anche i santoni del calcio, da Carraro a lippi e Sensi, una volta si pavoneggiava pure Cragnotti. A torto Moggi e GalHani la consideravano una grotta per ripararsi da insulti e ceffoni. Invece è una giungla imprevedibile, la vera Isola dei Famosi: quando pensi di averla fatta franca, finisci nella tana della murena. S'odono rumori, si assiste a trasformazioni, passaggi di stato. L'unica scelta e sull'ul¬ timo stadio: ebollizione o sublimazione? Storace, in realtà, non ricorse ad alcun eccitante quando s'appiccicò con Bettega durante uno dei mighori Roma-Juve da osteria. Storace, che di professione fa il govematore della Regione Lazio, è l'omone che intervistato mercoledì al termine del primo tempo ha spiegato agli ascoltatori di una radio romana che la partita poteva riprendere solo «se l'arbitro la finisce con queste sceneggiate». Non si contano le volte in cui Moggi e Girando hanno visto la partita dai monitor degli spogliatoi o rinchiusi nel pullman della tv. Una volta, protetti dalla Digos, finirono per ascoltare la fine su un taxi. La tribuna d'onore è un sottoinsieme della tribuna autorità, con cui confina divisa da una sottile vetrata. Disegnata come un ferro di cavallo, è la Yellowstone de 'noantri : un parco naturale con 1300 posti in tutto, 800 messi in vendita dalla Roma che da ciascun abbonamento ricava 3500 euro a stagione. Abbonamenti a disposizione di chiunque: tra filigrana e laurea, è indispensabile solo la prima. Sugli ultimi 500 tagliandi d'oro ha invece giurisdizione soprattutto il Coni, che gestisce i posti volta per volta attraverso i temutissimi «biglietti di servizio». Rigorosamente gratuiti. Possono cadere nelle fauci di chiunque, nel passamano, dalla Ferilli a Fisichella, fino a orchi meravigliosi. Pure i poveri sponsor non hanno il controllo del reale fruitore: loro omaggiano un padre e il biglietto rotola al cugino del compagno di banco della fidanzata del figlio. Il vantaggio dei lanciatori della tribuna d'onore è doppio: all'entrata non bisogna fornire generalità e le scale da cui passano arbitro e giocatori sono a un tiro di schioppo o di accendino. Volendo, c'è pronta anche la Monte Mario: quando servono rinforzi e ispirazione, scatta l'osmosi. Un paio di anni fa l'Inter pareggiò allo scadere con un'incursione aerea di Okan, che se ne sommi due uguali uno sull'altro non ottieni Lino Banfi. Umiliazione obiettivamente insopportabile per chi subì il gol, mentre in un cantuccio della tribuna, ebbri di gioia nerazzurra, Bonolis e Mentana accennarono a un'esultanza marcata. Kamikaze rinsaviti e levrieri improvvisati, a guardare il seguito: della loro fuga sotto scorta si riempirono i tg, rincorsi da stormi di bottiglie e diluvi di saliva. Carlo Verdone, che studia tipologie umane da quando va alle elementari e su quelle maschere ha costruito il proprio successo, si è convinto che «nello spogliatoio ci sono troppo teste matte che con la loro indisciplina minano la serenità di società e tifosi e così rischiamo di diventare lo stadio più antipatico del mondo». Verdone è un altro ultra in doppio petto, con nome e cognome. Preferisce prendersela con Cassano che con gli impomatati sottobraccio a bellocce di passaggio. Quegli ultra in tribuna che il lunedì ritroveremo in doppio petto dietro scrivanie in mogano a concedere mutui, vendere viaggi esotici o rolex da collezione. In curva, almeno non si fanno sconti. L'ironia di Andreotti «Con l'euro di carta non sarebbe accaduto» Verdone se la prende con Cassano: «La colpa è delle teste matte» à*?- f .. Sabrina Fenili (a fianco) è la madrina della Roma, il senatore And reotti (destra) è (con D'Alema) il più famoso vip politico giallorosso

Luoghi citati: Regione Lazio, Roma, Taormina