Bufera sul successore di Monti all' Ue di Enrico Singer
Bufera sul successore di Monti all' Ue IL SERVIZIO GIURIDICO DI BRUXELLES AVANZA RISERVE SULLA TOP MANAGER OLANDESE NEELIE KROES Bufera sul successore di Monti all' Ue «Non può tutelare la concorrenza, è stata ai vertici di grandi gruppi» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Doveva essere un tranquillo appuntamento senza giornalisti e telecamere, oggi e domani, in una residenza alle porte di Lovanio. Un conclave tra Manuel Durao Barroso e i suoi ventiquattro commissari che stanno per affrontare il giudizio del Parlamento europeo, ultimo passo prima di prendere il testimone il 10 novembre - dalla Commissione Prodi. L'occasione per mettere a punto i discorsi e per concordare le strategie in vista delle audizioni che cominceranno tra una settimana. Ma a scombinare i piani è esploso un caso di possibile conflitto d'interessi che investe uno dei commissari più potenti. Neehe Kroes, la «dama di ferro» olandese che prenderà il posto di Mario Monti come garante della concorrenza, è stata nei vertici di dodici tra le più grandi società europee e questo, secondo un rapporto dei servizi giuridici della Uè, potrebbe crearle problemi se dovesse occuparsi di vicende che riguardano quei gruppi. Barroso la difende. Dice che tutti conoscevano il suo passato e che la sua esperienza nel mondo degli affari è «essenziale per il suo mandato». Per il futuro presidente della Commissione il profilo della Kroes è «ima enorme risorsa e non un problema». Ma il «Financial Times», ieri, ha pubblicato in prima pagina il parere del servizio giuridico comunitario, che la stessa Neelie Kroes ha richiesto, ed è inevitabile che il potenziale conflitto d'interessi finirà per domi- nare le audizioni parlamentari. «Nickel Neehe» - come la chiamano i giornali olandesi per sottolineare la sua «durezza al nickel» - ha già preparato una memoria scritta per gh eurodeputati in cui ricorda che, dal primo settembre, si è dimessa da tutti gh incarichi privati per «sganciarsi completamente» dai suoi precedenti interessi e per «poter assumere in piena indipendenza le responsabilità di commissario». L'elenco degh incarichi privati di «Nickel Neehe» è lungo. La signora Kroes, 63 anni, figlia di un piccolo imprenditore di Rotterdam, è arrivata alla pohtica dal mercato. Per il partito liberale Vvd (lo stesso del ministro dell'Economia olandese Gerrit Zalm) è stata ministro dei Trasporti e delle Telecomunicazioni negh Anni Ottanta e ha seguito in pieno la linea di un'altra e più famosa «dama di ferro»: Margaret Thatcher. Il suo capolavoro è stato la privatizzazione, nel 1988, delle Poste che erano un costoso carrozzone e che sono oggi un'azienda - Tpg Group - da 12 miliardi di euro di fatturato che è quotata a Wall Street e che controlla il corriere Tnt. Nel 1989 Neelie Kroes ha lasciato il govemo, è diventata presidente dell'Università di Niyenrode, la seconda business school olandese, e ha cominciato a collezionare poltrone nei cda. Dalla Prologis, gigante della logistica, all'elettronica Thales specializzata negh armamenti, alle filiali olandesi di Lucent e Price-Waterhouse. Fino alla Mm02, uno dei più grandi provider per telefonia mobile. Neil' aprile del 2003 Neehe Kroes è entrata anche nel cda della Volvo. E si è trovata così a contatto con l'Antitrust europeo. Mario Monti, infatti, aveva appena bocciato la fusione Volvo-Scania e «Nickel Neehe» era favorevole a ingaggiare una battaglia legale, ma Volvo alla fine decise di non fare appello alla Corte di Giustizia. Adesso la signora Kroes ha lasciato tutti questi incarichi, ma i servizi giuridici della Commissione sostengono che la futura commissaria dovrebbe delegare ad altri membri dell'esecutivo europeo eventuali dossier sulle società nelle quah ha avuto un ruolo di responsabilità. A Bruxelles ricordano anche un precedente: Karel van Miert, predecessore di Monti, lasciò a un collega il caso degh aiuti alla Sabena, la compagnia aerea bel- ga dove il figho lavorava come pilota. Ma la situazione non è la stessa. Manuel Barroso, comunque, si dice sicuro che l'indipendenza della nuova Commissione in un campo così delicato come la difesa della concorrenza «non è in discussione». Il futuro presidente dell'esecutivo europeo ha anche preparato un documento in sette pagine con le sue linee-guida che consegnerà ai commissari. Rigore sul Patto di stabilità - «non è il caso di riscriverlo, ma di migliorarne la credibilità e l'effettiva applicazione» - e accelerazione del processo di Lisbona per aumentare la competitività. E un invito a tutti i commissari: evitare le divergenze perché «è importante dimostrare che il collegio ha una posizione comune sui temi più importanti». Barroso, presidente della Commissione, difende la scelta: «Si è dimessa da tutti gli incarichi, la sua esperienza passata sarà molto utile» Manuel Durao Barroso da novembre succederà a Romano Prodi alla guida della Commissione europea
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