Forza Italia, il premier accelera il cambiamento di Ugo Magri

Forza Italia, il premier accelera il cambiamento IERI SERA LA CONSULTA A CASA DEL LEADER, NO AL DOPPIO INCARICO AL PARTITO E AL GOVERNO Forza Italia, il premier accelera il cambiamento Miccichè lascia su richiesta di Berlusconi, ormai decisa l'incompatibilità Ugo Magri ROMA Silvio Berlusconi s'è convinto che Forza Italia avrebbe bisogno di aria nuova, per non ripetere certe figuracce elettorali dovrebbe mandare a casa un po' di ras locali. La coppia di vertice del partito (Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto) da tempo insiste per questo repulisti. Cicchitto ne ha elencato i vantaggi nella franca premessa al suo nuovo pamphlet intitolato Forza Italia, analisi dall'interno. Ma un conto è teorizzarlo in chiave brillante, altra cosa è congedare alcuni potenti coordinatori regionali, tipo Antonio Martusciello della Campania o Paolo Romani della Lombardia: si scatenerebbe la rivolta. Ecco perché fino all'altro giorno lo stesso Lider maximo aveva titubato. Ieri però c'è stata un'accelerazione. Si è dimesso dagli incarichi di partito Gianfranco Miccichè, vice-ministro dell'Economia. Ha spiegato di averlo fatto su richiesta di Berlusconi medesimo, abbastanza a malincuore in verità «perché io avrei scelto di lavorare nel movimento che amo troppo». Però il Capo ha molto insistito affinché optasse per il governo, dicendo a Miccichè: «Fammi da apripista, se tu darai l'esempio non potranno che regolarsi allo stesso modo quanti si tengono stretto il doppio incarico». La lista degli «incompatibili» è breve, comprende solo i nomi di Antonio Tajani (coordinatore del Lazio e fedelissimo interprete del Cavaliere al Parlamento europeo, sicuramente non è di lui che Berlusconi si vuol sbarazza¬ re), di Salvatore Mazzaracchio (coordinatore in Puglia, un pesce relativamente piccolo), nonché appunto quelli di Romani e Martusciello. Ne è nata una grande agitazione intestina. Il Transatlantico di Montecitorio ha ospitato l'adunata spontanea di 24 deputati campani contrari alla giubilazione di Martusciello, lì presente tra loro. Già avevano spedito un documento a Bondi alcune settimane fa, ora chiederanno di essere ricevuti in delegazione dal premier. Nel frattempo si diffondeva la voce di un'imminente promozione a ministro di Miccichè, mostratosi ancora una volta leale col Cavaliere. Pure la nomina di Angelino Alfano al ruolo di coordinatore siciliano sarebbe dovuta restare segreta, invece è circolata in un batter d'occhi. E la fibrillazione è cresciuta a sera, quando s'è riunito il Comitato di presidenza di Forza Italia dove siedono anche Claudio Scajola (leader del dissenso intemo), Enrico La Loggia e Beppe Pisano. Naturalmente a casa del premier, in via del Plebiscito. Lì Berlusconi ha reso nota l'intenzione di stringere i tempi. L'incompatibilità divente- rà la regola, ha promesso a Bondi e a Cicchitto: chi ha cariche di governo non potrà tenersi pure quelle di partito. Il principio era stato già enunciato altre volte, ma la novità è che il premier intende applicarlo non più dopo le prossime elezioni regionali di aprile 2005 (come finora si era sempre ipotizzato), bensì molto prima, tra poche settimane. giusto il tempo di sistemare alcuni tasselli. La rivoluzione propugnata da Bondi e Cicchitto non si ferma ai coordinatori regionali. E' in discussione la proposta di mandato a tempo, non si potrà occupare una carica più di 3-4 anni, e pazienza se qualcuno s'è aggrappato come una cozza alla poltrona. I coordinatori regionali perde- ranno lo scettro di viceré, poiché verranno affiancati da una sorta di ufficio politico dove pure i dissenzienti potranno dire la loro, cosa finora non tollerata. L'obiettivo, annota Cicchitto nel suo libro, è scongiurare il rischio che «Forza Italia si chiuda in se stessa, diventi autoreferenziale», in un clima di «conflittualità locale, di scelte sbagliate, di candidati "pericolosi" esclusi dalle liste perché non allineati». Col risultato, dà l'allarme Cicchitto, «che s'è già incrinato il rapporto con alcune essenziali categorie sociali e professionali: il mondo della sanità, una parte degli imprenditori, i commercianti, un pezzo di lavoratori dipendenti... Settori cospicui del blocco sociale costruito nel 2001 sono entrati in sofferenza».

Luoghi citati: Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Roma