«Ci sono le aule, non le maestre» di Maria Teresa Martinengo

«Ci sono le aule, non le maestre» MOBILITATI GENITORI, SINDACI E ASSESSORI PER CHIEDERE ALLA MORATTI DI RISOLVERE IL PROBLEMA «Ci sono le aule, non le maestre» Senza materna duemila bambini di 26 Comuni Maria Teresa Martinengo Duemila bambini di tre anni senza il diritto di frequentare la scuola matema e quindi crescere con altri bambini Madri e padri costretti a chiedere il part-time. E 26 Comuni, da Torino al piccolo San Didero, con le aule pronte - risultato di ristrutturazioni onerose per le deboli casse comunali - a domandarsi se il Miur concederà le maestre. Ma il ministero finora ha taciuto. Coà, ieri mattina, sindaci e assessori che avevano richiesto l'attivazione di 70 sezioni di scuola dell'infanzia (29 in provincia, 41 a Torino, per le quali sono necessarie 140 maestre) hanno accolto l'invito del vicepresidente della Provincia, Gianni Oliva, a rimarsi a Palazzo Cisterna per dar vita a una mobilitazione generale: una protesta i cui primi passi sono un appello ai parlamentari piemontesi, la richiesta di incontrare il ministro Moratti, un ordine del giorno da approvare in ogni Consiglio comunale. E, se entro domani da Roma non arriveranno segnali positivi, sabato mattina si terrà un'assemblea con gli amministratori e le famiglie toccate dal problema (aula magna del liceo «Alfieri», corso Dante 80). «La riforma della scuola - ha detto Oliva - prevede che già a due anni e mezzo i bambini abbiano il diritto di frequentare la scuola dell'infanzia. Ma oggi parliamo del diritto dei inmfai di 3 anni, secondo le vecchie norme. E dell'impegno assunto dai Comuni per eliminare le lunghe liste d'attesa». Senza i maestri tutto risulta inutile. «Lo scorso anno la Provincia, che ha tra le sue competenze l'edilizia scolastica dei Comuni sotto i 5000 abitanti, ha erogato un milione di euro per ampliamenti inutilizzati». L'assessore ai Servizi Educativi del Comune di Torino, Paola Pozzi, ha sottolineato il costante aumento delle nascite degli ultimi anni. «Nel '99 erano state 6009, nel 2001, 7154: bimbi nati qui, non importa l'origine dei loro genitori. Bisogna garantire loro il diritto alla scuola materna». L'assessore Pozzi ha aggiunto di aver segnalato alla direzione regionale dell'Istruzione (da necessità di molte nuove sezioni già all'indomani delle iscrizioni» e di «averla riallertata a maggio, senza risposta. Torino accoglie nelle scuole comunali 9000 bimbi a fronte dei 5000 delle statali: ritengo a questo punto che lo Stato debba fare la sua parte». Andrea Appiano, sindaco di Bruino, nei giorni scorsi ha guidato la protesta davanti al Csa di via Coazze: «Sappiamo che a livello nazionale ci sarebbero risorse per 200 posti. Perché non le usano?». Il sindaco di Sant'Antonino di Susa, Antonio Ferrentino, ha ricordato che «nei Comuni montani la mancata attivazione delle sezioni significa negare completamente il diritto alla scuola perché non ci sono alternative. Noi abbiamo parlato con il direttore regionale del Miur, Catalano, ma ci ha detto che aspettano comunicazioni dal ministero». Il sindaco di Brandizzo, Enrico Pastore: «Forse abbiamo buttato i nostri soldi. Le spese che abbiamo sostenuto incidono pesantemente sulla programmazione comunale in questo tempo di risorse esigue». Aggiunge: «Nei prossimi giorni porteremo genitori e bimbi nell'aula a cui mancano solo le maestre e poi scriveremo alla Moratti i commenti». Roberto Canova, sindaco di San Maurizio: «Il paradosso è che noi dobbiamo adeguare gli edifici e solo dopo possiamo chiedere gli insegnanti, senza certezze sulla risposta». Il sindaco di Chieri, Agostino Gay: «Abbiamo stanziato risorse per 6 nuove sezioni: come tanti Comuni abbiamo scelto di non pensare alla politica, alle divisioni create dalla riforma. Abbiamo detto, c'è una legge che prevede che più bambini frequentino la materna, anche i piccoli? Allora adeguiamoci. Ora ci sentiamo presi in giro». Serafino Ferrino, sindaco di Favria: «Sono pentito di aver sottratto ai miei cittadini 600 mila euro per niente».;. Loredana BeDone, prima cittadina f dì San Didero: «Noi siamo passati da 300 a 500 abitanti e abbiamo puntato molto sulla scuola. Per noi un investimento di 35 mila euro è un'enormità». Carlo Corinto, sinda- co di Baldissero: «Stiamo costruendo addirittura una nuova scuola, uno sforzo gigantesco. Ma i nostri cittadini ci dicono che devono chiedere il part-time per gestireifigli». n sindaco di Cuoi^nè, addirittura, sarebbe disposto a pagare le maestre con le finanze comunali: «Ma ci è v vietato assumere per coprire un posto statale. Strano, però, che sia raddoppiato il numero di bidelli e amministrativi nelle nostre scuole». I parlamentari torinesi Ds Maria Chiara Acciarini e Alberto Nigra già ieri hanno preparato un'interrogazione al ministro Moratti. «La scelta fatta dal Miur di non attivare a Torino e provincia ben 70 sezioni di scuola materna è estremamente grave», osserva la senatrice Acciarini. «Il ministro Moratti continua con le belle parole e le promesse vane. A questo punto chiediamo una risposta al governo». Il consigliere regionale Giancarlo Tappare ha intanto chiesto che la Regione Piemonte intervenga per colmare le carenze del Miur. Gianni Oliva Una scuola materna; sono duemila i bambini che non potranno frequentarla