Al tavolo Alitalia si tratta per 1000 esuberi in meno di Alessandro Barbera
Al tavolo Alitalia si tratta per 1000 esuberi in meno AVVIATO IERI SERA UN CONFRONTO A OLTRANZA SUL PERSONALE DI TERRA Al tavolo Alitalia si tratta per 1000 esuberi in meno Attesa per oggi la firma sul nuovo contratto degli assistenti di volo Preoccupazioni sul ruolo di Az Service. In Borsa continua il rally del titolo Alessandro Barbera ROMA Il giorno fatidico (ieri) è passato ma la trattativa Alitalia è tutt'altro che chiusa. Anzitutto i contratti: chiuso il tavolo con i piloti, ieri sera sono ripartiti quelli per i rinnovi di assistenti di volo e personale di terra. Per questi ultimi la firma potrebbe essere arrivata nella notte, su steward e hostess le parti contano di farlo oggi, n sì al piano Cimoli è però legato alla soluzione di due nodi: il futuro assetto di Alitalia e il numero degli esuberi, sui quali in queste ore i sindacati stanno trattando per ottenerne un mighaio di meno. Le due questioni sono legate a doppo filo. I sindacati sono preoccupati del futuro di Az Service, la società che verrà scorporata dalle attività stretegiche per essere successivamente spacchettata e ceduta. La costituzione di una holding di per sé non garantisce un esito diverso, visto che Cimoli sembra disponibile a creare una capogruppo «leggera» ma ha detto chiaramente che ad essere ricapitalizzata sarà solo "Az Fly". Su questo punto il governo (e in particolare l'azionista Tesoro) dovrebbe dire la sua, ma finora da Via XX Settembre sono trapelati solo dubbi «tecnici». «Di soluzioni se ne possono trovare mille», spiega un sindacalista, che considera l'interessamento della Sea di Milano ad entrare nel capitale come una delle tante possibili soluzioni per dare vita ad una holding forte. La partita è resa complessa anche dal fatto che in una di queste società (Alitalia Maintenance) è presente con il 400Zo del capitale la tedesca Lufthansa, alla quale bisognerà rendere conto di quanto verrà deciso. La preoccupazione dei sindacati, è quasi superfluo ricordarlo, nota è però sull architettura finanziaria, ma sulla ricaduta occupazionale del piano. Per tutta la giornata di ieri Cimoli ha avuto una serie di contatti a tutti i livelli per tentare di raggiungere un accordo complessivo sul piano industriale. L'obiettivo condiviso con i sindacati è quello di presentarsi a Palazzo Chigi «blindati» per ottenere il più possìbile dal governo sia sugli ammortizzatori sociah che sul futuro assetto societario. «Non firmiamo nessun accordo che non dia le garanzie che solo il governo ci può dare», ha detto il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani. «Siamo pronti a discutere ma solo dopo un accordo tra azienda e sindacati che dia un quadro chiaro sugli esuberi e sui loro requisiti anagrafici e contributivi», ha ribadito invece il ministro del Welfaré Maroni. Per questo ieri sera, mentre si aprivano i tavoli sulla produttività, ai piani alti della Magliana è cominciato un riservato vertice fra ima delegazione sindacale e i vice di Cimob: sul tavolo la richiesta dei sindacati di mille esuberi in meno in cambio di concessioni su produttività e - sussurrano alcuni - anche sull'assetto societario. Il numero uno della Uil Sandro Degni ammette impicitamente la trattativa: «L'azienda lo sa che questo numero (cinquemila esuberi, ndr) è assurdo, non passerà. Faremo un discorso di merito in cui il sindacato dimostrerà che è eccessivo, non spostando l'obiettivo contenuto nel piano industriale». L'azienda è disponibile a trattare - sul tavolo ci sarebbero più esodi agevolati - ma ha detto con chiarezza che i tempi concordati andranno rispettati. Lo dimostra del resto il secco comunicato diffuso in serata: «Il consiglio di amministrazione di Alitalia è convocato per lunedì 20 settembre. Tra i punti all'ordine del giorno la definizione del confronto sindacale sul piano industriale 2005-2008 e la sua approvazione definitiva». Chi ha orecchie per intendere intenda. Per chiudere ci sono quattro giorni: oggi si tratterà ancora alla Maghana, venerdì ci potrebbe essere l'atteso incontro con Cimoli. Il weekend, se tutto va bene, le parti lo passeranno a Palazzo Chigi. A dimostrazione del fatto che il futuro dei dipendenti di terra resti il problema più spinoso, ieri a Palazzo Chigi si è svolto un sit-m di lavoratori Atitech, una delle future controllate della «Service». Circa un centinaio di loro, accompagnato da tamburi e bandiere di Sult, Ugl, Cgil e Cisl hanno bloccato per qualche minuto il traffico di Via del Corso. «Il governo mantiene le promesse: diecimila posti in meno», si leggeva in uno degli striscioni. La borsa continua nel frattempo a credere ad una soluzione positiva della trattativa. Ieri il titolo ha chiuso a 4-9,4107o ai massimi dell'anno (0,3 euro) e volumi altissimi: sono passate di mano circa 385 milioni di azioni, 11196 del capitale.
Persone citate: Cimoli, Guglielmo Epifani, Magliana, Maroni, Sandro Degni
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