Corteo a Baghdad «Basta sequestri di gente innocente»

Corteo a Baghdad «Basta sequestri di gente innocente» NELLA PIAZZA IN CUI VENNE ABBATTUTA LA STATUA DI SADDAM Corteo a Baghdad «Basta sequestri di gente innocente» L'organizzatore, presidente del Comitato per la società civile: vogliamo riavere al più presto tra noi le amiche di «Un ponte per...». Un ragazzo su una sedia a rotelle: le Simone mi hanno aiutato, spero di rivederle dall'inviato a BAGHDAD Verso mezzogiorno, mentre in lontananza di sentono echeggiare i soliti boati, una piccola pattuglia si avventura lungo Saddoun Street in direzione della piazza del Paradiso, quella della famosa statua di Saddam abbattuta dalle avanguardie americane. Come allora riprese sapientemente tagliate non mostravano lo sparuto gruppetto di iracheni che assisteva al momento simbolico, anche adesso le telecamere occidentali tentano di non mostrare l'intero corteo perché conta al massimo un centinaio di persone. L'iniziativa comunque merita rilievo: è la prima volta che la società civile di Baghdad mette la testa fuori dal guscio e protesta per riprendersi la vita. Ai cronisti italiani piacerebbe che il corteo, per quanto sparuto, fosse stato organizzato soltanto per la liberazione delle due Simone, ma non è proprio così: lo striscione che lo apre e precede un gruppetto di capitribù dice, in una traduzione libera: «Giù le mani dagli innocenti - pace e amore per l'Iraq». La capitale, certo, è rimasta colpita dal rapimento delle due italiane, ma deve far fronte altre centinaia sequestri di persona e a una violenza che non si arresta. Baghdad e gli iracheni non hanno il tempo né la possibilità di commuoversi solo per noi, che non ci commuoviamo di fronte al quotidiano stupro di tutto un Paese: questo è lo scopo del corteo, protestare contro le centinaia di rapimenti ai danni di cittadini iracheni, le stragi commesse a colpi di autobomba e le uccisioni indiscriminate di civili nei continui scontri a fuoco. Il «Comitato per la società civile» che coordina le organizzazioni umanitarie del Paese non è riuscito a mettere assieme molta gente, però è già notevole il fatto che alcuni capitribù e gli striscioni di qualche partito politico minore adesso compaiano per strada. Il timore di reazioni o attentati è forte, rari passanti si fermano sui marciapiede osservando con aria stupita, per allungare la sfilata i cartelli vengono branditi da giovani che marciano due a due in una lunga fila diradata dalla paura. La manifestazione avrebbe voluto avere impatto mediatico soprattutto sul piano interno, però finisce con l'essere valorizzata essenzialmente dai media stranieri. Una volta percorse poche centinaia di metri e giunto sulla piazza del Paradiso, il corteo si sfrangia in gruppetti che lanciano slogansa beneficio delle tv e ascoltano il breve discorso di Basii al-Azzawi, presidente del Comitato. «Basta con questa violenza assurda, l'Iraq pretende che gh assassinii finiscano subito e gli innocenti gli vengano restituiti», dice l'oratore: qualcuno applaude stancamente, alcune donne piangono. Gli innocenti cui Azzawi si riferisce sono sì le nostre connazionali, ma soprattutto le centinaia di donne e ragazzi iracheni portati via di casa da bande di ogni genere che a volte domandano riscatti e altre volte aprono un commercio di esseri umani. I Paesi del Golfo sono pieni di ragazze irachene rapite, ridotte in schiavitù e obbligate a prostituirsi, chiunque appartenga a una famiglia appena al di sopra della soglia di povertà rischia di essere segregato in una tana in attesa che qualcuno paghi. Baghdad e le altre città dell'Iraq sono annientate da questo flagello e non riescono a ottenere una polizia che ricostruisca un minimo di sicurezza. Nel gruppo c'è anche un ragazzo che conosce Simona Torretta e Simona Pari: si chiama Fadel Kadum, ha sedici anni ed è costretto su una sedia a rotelle, dice che è giunto fin qua perché vuole rivedere al più presto le amiche italiane: le due Simone avevano aiutato la sua convalescenza e soprattutto reso il recupero meno triste. Anche Al Azzawi accortosi della presenza di troupe e giornalisti italiani, dedica due frasi alle «amiche cooperatrici che vogliamo riavere al più presto fra noi». La manifestazione si scioglie dopo una ventina di minuti, con qualche pattuglia della polizia che da lontano controlla che nessuno molesti chi vi ha partecipato. Resta l'ammirazione per questi pochi coraggiosi, per qualcuno che finalmente protesta in modo aperto contro il banditismo che sommerge il Paese. [g. z.] ve with Love St»11' ^^fl^OU^ © Due bambini nel corteo che si è svolto ieri a Baghdad per la liberazione delle due italiane

Persone citate: Al Azzawi, Fadel, Saddoun, Simona Pari, Simona Torretta

Luoghi citati: Baghdad, Iraq