Appello di Fini, il Polo accelera sulle riforme di Amedeo La Mattina

Appello di Fini, il Polo accelera sulle riforme ALLA CAMERA LA MAGGIORANZA PRESENTA 38 EMENDAMENTI, E MURO CONTRO MURO CON L'OPPOSIZIONE Appello di Fini, il Polo accelera sulle riforme I vicepremier: momento favorevole e sinistra divisa, votiamo compatti Amedeo La Mattina ROMA Nonostante l'ennesimo appello del capo dello Stato a far prevalere «uno spirito unitario», ieri a Montecitorio i giochi erano già fatti. Per l'opposizione è stata la giornata della rassegnazione e della rottura di ogni parvenza di dialogo. Al centrosinistra non rimane altra strada che il referendum abrogativo il cui esito non è del tutto scontato. Per la maggioranza, con l'Udc rientrata nei ranghi, è stata un'altra giornata verso il ricompattamento e la blindatura di un testo modificato con la presentazione di 38 emendamenti, nessuno dei quali soddisfa il centrosinistra. «Se ci sono dei dubbi esprimeteli adesso, perché in aula dobbiamo arrivare compatti e uniti», ha spiegato Gianfranco Fini ai suoi deputati. La Casa delie libertà vuole dimostrare che le promesse elettorali vengono rispettate, mentre dall'altra parte ci si accapiglia. Ha aggiunto infatti il vicepremier alla riunione del gruppo di An alla Camera: «Ci troviamo in una situazione politica particolarmente favorevole. La maggioranza è coesa, mentre la sinistra è divisa: è il momento giusto da non perdere per fare le rifonne». Insomma, da una parte e dall'altra, in Parlamento non si è sentito nemmeno un po' lo spirito costituente cui spesso si è richiamato il capo dello Stato. Il quale ieri ha sollevato alcune «perplessità» alle quali ha fatto eco il presidente della Camera Casini, preoccupano per il funzionamento e l'organicità del processo legislativo. Per cui, è stato il ragionamento di Casini, «se si decide di superare il bicameralismo, questo non deve in alcun modo andare a scapito dell'organicità e della chiarezza del funzionamento legislativo, altrimenti passeremmo dalla padella alla brace». La reazione della Lega è stata pesante e testimonia come ormai niente e nessuno può rimettere in discussione gli accordi presi nella coalizione di governo. Prima il capogruppo Alessandro Ce («In questo frangente ci aspettiamo che il presidente della Camera svolga un ruolo rigorosamente istituzionale, non può svolgere un ruolo politico»), poi lo stesso ministro per le Riforme Roberto Calderoli: ((Altro che dalla padella alla brace. Con questa riforma passeremo dalla padella alla pentola a pressione che cuoce meglio e più in fretta...». In questi giorni il presidente della Camera ha parlato a lungo con Rerlusconi. Gli ha fatto presente che dalle simulazioni fatte dall'ufficio studi di Montecitorio risulta «inapplicabile» il meccanismo della formazione delle leggi così come ideata dalla maggioranza: troppo farraginosa, troppe sovrapposizioni tra Camera e Senato federale. Ma non sembra che si vada ad una sostanziale semplificazione. Intanto oggi Calderoli salirà al Quirinale per spiegare a Ciampi che l'unità del Paese non è in pericolo, che il governo è aperto al contributo dell'opposizione. E Gianfranco Fini ieri si è affrettato ad assicurare che il testo della maggioranza è «equilibrato e innovatore». Sul Senato federale non la pensano così molti governatori della stessa maggioranza, da Formigoni a Ghigo («È necessario migliorare gli emendamenti del governo, è ibrida la proposta sul Senato») a Storace («Così è un pasticcio, la toppa è peggio del buco, i presidenti delle Regioni vengono promossi senatori a mezzo servizio»). Oggi la Camera voterà le pregiudiziali di costituzionalità e ci sarà tempo fino a domani per presentare emendamenti. Martedì della prossima settimana dovrebbe riprendere l'esame in aula. Il clima è di murò: contro milro. L'opposizione, con Piero Fassino, Antonio Maccanico e Gerardo Bianco, ha rilanciato la proposta di un'Assemblea costituente che la maggioranza considera un escamotage per prendere tempo. In ogni caso si tratta di una testimonianza di impotenza di fronte al passo spedito con cui il centrodestra ha cominciato a correre. «Non posso che esprimere sconcerto per come il tema delle riforme è stato affrontato da questa maggioranza», ha detto Fassino intervenendo alla Camera. «Le vostre proposte - ha aggiunto il leader dei Ds rivolto verso i banchi del governo - non sono il frutto di ima condivisione, che dovrebbe invece essere una regola quasi fondamentale quando si affrontano revisioni costituzionah». Dunque, assenza di dialogo. E lo slittamento di pochi giomi per presentare nuovi emendamenti, secondo il segretario della Quercia «è assolutamente minimo»: «Ci avete dato questa mattina (ieri per chi legge) i vostri emendamenti e domani si vota. In nessuna democrazia sarebbe accettabile un metodo del genere. Voi interpretate il bipolarismo come dominio della maggioranza». Casini: «Se si decide di superare il bicameralismo, non si vada a scapito della chiarezza del funzionamento legislativo Altrimenti passeremmo dalla padella alla brace» Calderoli replica secco: «Altro che dalla padella alla brace. Con questa riforma passeremo dalla padella alla pentola a pressione che cuoce meglio e più in fretta » Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini ■.ìhì'ììb a.ièjuao-iq ailàb aau

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