La tessera al posto del vecchio appello

La tessera al posto del vecchio appello DA LUNEDI PROSSIMO PARTE UN PERIODO DI SPERIMENTAZIONE NELL'ISTITUTO DI CORSO VENEZIA La tessera al posto del vecchio appello «I genitori potranno verificare da casa se il figlio è in classe» Dodici lettori ottici, uno ogni cento allievi, che leggeranno un codice a. i barre applicalo sul libretto delle assenze. E' la novità in tema di controllo a scuola che da lunedì cambierà la vita degli iscritti all'Itis «Peano». I codici diranno, in tempo reale, se lo studente c'è o non c'è. E se è puntuale. Lo diranno alla segreteria della scuola, ma anche - se collegati in rete e muniti di password - ai genitori. In tempo reale, appunto. Ih tempo, cioè, per un cazziatone all'ora di pranzo. 0, con gravi sospetti, per un pedinamento del giovane «in fuga». Al «Peano», dunque, il sistema dell'ingresso in istituto entro le 8 e l'arrivo in classe entro le 8,03, così come l'appello del prof, va in soffitta lasciando spazio all'innovazione tecnologica. La rivoluzione non scatterà proprio da un giorno all'altro. Ci sarà una fase di sperimentazione, poi, si andrà a regime, «n progetto, finanziato dalla Fondazione Crt, lo abbiamo avviato come Sas, cioè come uno dei 23 Servizi di Animazione e Sperimentazione, una rete di scuole piemontesi che ha curato progetti di infonnatizzazione», spiega il preside dell'Iris di corso Venezia, Alfonso Lupo. «Si tratta di un segmento dell'informatizzazione dei servizi di segreteria, un primo passo per arrivare al registro elettronico. Abbiamo pensato a un controllo informatico quando ci siamo resi conto che il 10-150Zo degli studenti entra in ritardo». H progetto è stato curato dal vicepreside, l'ingegner Mauro Ferilli, il più colpito dallo stillicidio di arrivi, ogni mattina (gli studenti ritardatari finora dovevano entrare nel suo ufficio prima di poter andare in classe). «Speriamo, con il passaggio obbhgato davanti al lettore ottico, di favorire la puntualità e disincentivare le assenze giustificate con una falsificazione, sulle quali noi interveniamo con sanzione disciplinare», dice ancora il preside, soddisfatto per aver potu- to realizzare il progetto con le sole competenze inteme. Al «Peano», comunque, l'installazione dei lettori ottici ha diviso il corpo docente e le famiglie. Da una parte l'istituto segnala uno stillicidio di telefonate di madri e padri che chiedono se il figlio è effettivamente in classe. Rocco Sacca, Rsu, responsabile della segreteria didattica: «Tra le 8 e le 8,10 riceviamo 15-20 telefonate di genitori angosciati. E dire che il figlio non c'è è un'angoscia anche per noi». Dall'altra ci sono genitori che, chiedendo l'anonimato per timóre di ritorsioni, spiegano che «non c'è stata alcuna comunicazione al consigho d'istituto» e che «l'iniziativa rende il clima più pesante di quanto pia non sia,; Non capiamo perche i nostri figli debbano essere trattati alla stregua di militari, o peggio. Come possono amare una scuola che li umilia in questo modo?». Quanto ai docenti, una dura presa di posizione viene della Cub Scuola. «Sull'efficacia dei risultati del progetto c'è da discutere: stupisce che si sia seguita una strada cosi tortuosa - che aumenta, ad esempio, le possibilità di errore - quando, con la cifra a disposizione si sarebbe potuto dotare ogni aula di un terminale per la rilevazione delle assenze, velocizzando davvero sia il lavoro dell'insegnante sia quello della segreteria», osserva la professoressa Giovanna Lo Presti, uno dei tre delegati sindacali del «Peano». Il professor Gianmario Veneziano, rsu a sua volta replica: «Il sistema è sperimentale e potrà essere adeguato allenecessitèp). Per i rappresentanti degli studenti in consigho d'istituto, «l'iniziativa è "pazzesca", dal punto di vista del rapporto umano è un passo indietro». Giancarlo Mascara ed Enrico Testa osservano: «Si fonneranno ingorghi di fronte alle macchinette e quindi si dovrà rimodellare l'orario per un ingresso scaglionato». [m. t. m.] II preside: «Un primo passo in direzione del registro elettronico» Ma le famiglie: «Perché trattare gli studenti come fossero dei militari?» Il preside, professor Alfonso Lupo