Ankara non ripristina il reato di adulterio di Enrico Singer

Ankara non ripristina il reato di adulterio ACCORDO BIPARTISAN IN VISTA DEL NEGOZIATO D'ADESIONE ALL'UE Ankara non ripristina il reato di adulterio Era corsa voce di un rinvio delle procedure da parte di Bruxelles: dura reazione turca Enrico Singer inviato a STRASBURGO La Turchia non reintrodurrà il «crimine di adulterio» nel suo codice penale. La notizia rimbalza nel!' Europarlamento da Ankara alla fine di una giornata convulsa in cui si erano intrecciate le voci più incontrollate. Compresa quella di un rinvio della presentazione del rapporto della Commissione sulle condizioni di adesione di quello che potrebbe diventare il 28" Paese dell'Unione dopo la Romania e la Bulgaria - che è attesa per il 6 ottobre. Proprio la possibilità di un ritorno al passato in un settore così delicato del diritto di famiglia - l'adulterio in Turchia era reato fino al 1998 - aveva dato nuovi argomenti a chi sostiene che i tempi non sono ancora maturi per l'avvio formale dei negoziati di ingresso nella Uè. Ieri i due principali partiti di governo e di opposizione turchi hanno raggiunto un accordo bipartisan per accantonare questa idea, e a Strasburgo molti tirano un sospiro di solhevo. E' stato evitato un ostacolo che si sarebbe rivelato, forse, insormontabile. Ma il clima resta teso perché, adesso, è la Turchia ad alzare la voce. «LUnione europea è obbligata a fissare una data di inizio del negoziato di adesione», ha già detto il ministro della Giustizia, Cernii Cicek, reagendo con nervosismo a chi gli chiedeva se fosse vero che la Commissione Uè avesse minacciato di interrompere la marcia di avvicinamento della Turchia alla Uè. Le parole di Cicek sono state anche aspre: «Gli europei affermano che questo o quello non si adatta alla modernità, ma c'è ima sola cosa che non va d'accordo con la modernità ed è che lUnione europea non mantenga le sue promesse». E ancora: d nostri amici europei devono riflettere molto bene prima di prendere decisioni che potrebbero far deragliare le nostre relazioni». Come era prevedibile, più la questione dell'adesione della Turchia alla Uè si avvicina, più diventa complessa. E più divide. Un antìcipo delle divergenze che esistono lo aveva dato il commissario austriaco Franz Fischiar (responsabile dell' Agricoltura nell'esecutivo Prodi) che la scorsa settimana aveva inviato ai suoi colleghi una lettera di nove pagine pronunciandosi contro l'allargamento della Uè alla Turchia definita «più orientale che europea, troppo diversa, troppo povera, troppo islamica». La posizione di Fischler era stata liquidata come «personale» dalla Commissione che sta preparando l'atteso rapporto sull'avanzamento del processo di armonizzazione delle regole dell'economia e della società civile tur che con lo standard comunitario. Ma appena due giorni fa, nel loro incontro a Madrid, anche Zapatero, Chirac e Schroeder avevano invitato a non «bruciare le tappe». In questo dibattito era entrata come una spina avvelenata la vicenda della rifonna del codice penale turco che è, tra l'altro, una delle richieste europee per l'adesione perché deve porre riparo a problemi - come l'uso tollerato della tortura da parte della polizia negh interrogatori - che la Uè denuncia da tempo. Ma il partito di governo Akp del premier Erdogan, nel pacchetto di riforme, aveva inserito anche il ripristino del crimine di adulterio. Ieri mattina gruppi femminili e di tutela dei diritti umani avevano organizzato manifestazioni di fronte al Parlamento di Ankara con slogan molto chiari - «Giù le mani dal nostro corpo», «Invece di occuparvi dell' adulterio, mettete fine alla violenza contro le donne» - e cartelli con le foto delle tante ragazze vittime dei crìmini «d'onore». Ma l'accordo parlamentare ha fatto tirare un sospiro di solhevo anche a quei milioni di turchi che ancora sposano una dorma con rito civile facendone la loro moglie legale e. secondo la facoltà concessa dal Corano, sposano poi altre donne (fino a tre) in moschea. Se il reato di adulterio fosse stato reintrodotto, avrebbero rischiato da due a sei anni di prigione. H leader del partito di opposizione Chp, Deniz Baykal, ha detto che «le unioni multiple sono una realtà della Turchia» e ha rivelato che «questa realtà esiste anche in Parlamento» perché molti deputati del partito neoislamico di governo hanno una moghe legale é altre mogli sposate solo in moschea. L'intreccio tra modernità e tradizionalismo religioso più ortodosso, insomma, non è ancora risolto. E anche questo peserà sul vertice dei capi di Stato e di governo della Uè del prossimo dicembre che dovrà pronunciarsi sui tempi del negoziato d'adesione. Donne protestano ad Ankara contro il ripristino della legge sull'adulterio

Persone citate: Chirac, Cicek, Deniz Baykal, Donne, Erdogan, Fischler, Franz Fischiar, Schroeder, Zapatero