«I Servizi di Rabat dietro la strage di marzo a Madrid»

«I Servizi di Rabat dietro la strage di marzo a Madrid» MEWTRE «Et PAIS» DIFFONDE LE DRAMMATICHE FOTO DEGLI »,,^.,^..,;. ^. w ^^^■,. ^...r^^^ «I Servizi di Rabat dietro la strage di marzo a Madrid» Lo afferma il libro uscito ieri e scritto dal condirettore di «El Mundo» L'autore cita i pessimi rapporti tra Aznar e Mohamed VI, sfociati nella «guerra dell'isolotto», e precise minacce del sovrano alla Spagna Gian Antonio Orighi MADRID La tesi è degna di John Le Carré: i servizi segreti del Marocco di Mohamed VI, 360 discendente diretto di Maometto e Principe dei fedeli, sarebbero non solo implicati nella strage dei «treni della morte» di Al Qaeda 1' 11 marzo scorso a Madrid (192 morti, 2.062 feriti, di cui 135 ancora in cura), ma addirittura gh ispiratori dell' attentato. Sono le conclusioni di un libro, «11-M, la venganza» (11 marzo, la vendetta) scritto da uno dei più prestigiosi giornalisti spagnoli, il condirettore del quotidiano liberal «El Mundo», Casimiro Garcia-Abadillo, 47 anni, da ieri in libreria. Il libro-bomba, 351 pagine di cui 102 di documenti secretati e soltanto in parte ufficialmente resi d pubbhco dominio, getta una nuova e inquietante luce su quello che é stato definito r«l 1 settembre europeo». Che si tratti di un libro quantomeno scomodo lo ricordava il direttore del giornale, Pedro José Ramirez Codina, nel suo editoriale di domenica scorsa, «Fantocci opportunamente armati». «L'autore - scriveva - intona, modula e decifra la parola più politicamente scorretta fra tutte quelle finora da noi usate: Marocco». Lunedì, neh' editoriale mozzafiato «Da Al Qaeda ai servizi marocchini: una trama di interessi convergenti?», El Mundo sparava ad alzo zero, ipotizzando: «E possibile che ambedue aiutassero, ognuno nella misura delle sue forze, il commando suicida». Quali prove porta l'autore per giustificare un'accusa tanto pesante? Innanzitutto la totale mancanza di collaborazione dell'intelligence di Rabat alle indagini sui membri della organizzazione binladista nel Paese maghrebino; una «minacciosa» conversazione tra Mohamed VI e il ministro degh Esteri spagnolo Josep Piqué avvenuta nel giugno 2000, oltre un anno prima dell'I 1 settembre; e ancora, il fatto che quasi tutti i membri di al Qaeda che parteciparono alla strage fossero marocchini, e alcuni di loro risultassero controllati in Spagna prima dell'attentato dal Ssm, il Servizio segreto del Marocco. L'atto d'accusa contro Mohamed VI, 44 anni, sul trono dal 1999, parte dal capitolo «Marocco» e inizia a pagina 186. «Il 28 marzo 2004 arrivò a Madrid il capo della polizia di Rabat e dei servizi segreti, il generale Hamidu Laanigri. La sua collaborazione era fondamentale per smascherare la trama dell'I 1 marzo (grazie all'attentato e contro tutte le previsioni, i popolari dell' ex premier interventista in Iraq José Maria Aznar persero il 14 marzo le elezioni, vinte dal socialista José Luis Rodriguez Zapatero, ndr). La maggioranza delle persone implicate erano di Tangeri 0 di Tetuan e alcune di loro risultavano appartenere al GICM, il Gruppo islamico dei combattenti marocchini. Laanigri mostra al collega spagnolo Diaz de Mera un foglietto di appunti che porta scritto «Stazione di Alcalà, 7 del mattino», trovato addosso a suo concittadino appena arrestato e la cui detenzione non era stata segnalata a Madrid. Il 25 marzo era stato catturato un cugino di uno dei due capi del commando responsabile della mattanza, che si fece poi esplodere il 3 aprile a Leganés. Anche in questo caso silenzio assoluto con gh 007 spagnoli. Dopo aver ricordato le pessime relazioni tra Aznar e Mohamed VI per la massiccia immigrazione illegale di marocchini e la rottura degli accordi di pesca, il libro rivela: «Il re del Marocco a un certo punto sbottò e, dopo un' ora di rimproveri, disse a Piqué che la Spagna, per il momento non aveva problemi di terrorismo islamico, una possibilità da non scartare nel futuro prossimo». Poi le relazioni ispano-marocchine precipitano. Rabat ritira l'ambasciatore nel 2001 e nel 2002 invade l'isolotto di Perejil, liberato marni mihtari giorni dopo da Aznar. Poco dopo l'il marzo la pohzia marocchina arresta uno dei presunti responsabili dei «treni della morte», Mohamed Haddad, e, benché sia stato riconosciuto dai testimoni, lo rilascia inspiegabilmente alla fine di marzo. Non solo: le ultime due telefonate dei sette terroristi asserragliati a Lelanés furono dirette a due celluari marocchini con scheda prepagata. «A tutt'oggi - conclude l'autore - Rabat non ha ancora fornito dati su quei due telefonini, che potrebbero essere in possesso degh autentici ispiratori della strage». Cosa ci avrebbe guadagnato Mohamed VI? Secondo GarciaAbadillo, la sconfitta dei popolari di Aznar e quindi un cambio di 180 gradi della pohtica spagnola verso Rabat, oltre all'appoggio di Madrid contro la celebrazione di un referendum neh' ex Sahara spagnolo richiesto dal Fronte Polisario. Oltre alla possibilità di diventare un alleato «preferenziale» di Washington dopo l'annunciato ritiro dall'Iraq del govemo Zapatero. E questo lo racconta la cronaca. 7 5Q 315 I pendolari si affretta# « JO. J J no vers0 j| treno fermo al binario della stazione di Atocha. La telecamera fìssa che riprende la sequenza sfoca l'immagine al fondo in un riflesso che forse è la prima esplosione, avvenuta nella sesta vettura, la più lontana 7.38.36 Stavolta il riverbero dell'esplosione è netto. Può essere la seconda, che sventrò la quinta vettura, più vicina alla telecamera. Benché illumini come un lampo la scena, è cosi improwisa da risultare inawertita ai pendolari, checontinuano a scendere 7.38.39 Un fumo denso e tossico invade la stazione mentre i passeggeri cercano scampo verso l'uscita. Sono trascorsi appena pochi secondi dal nuovo scoppio e nessuno immagina che la situazione possa ancora aggravarsi u!K^ - L V 7 90 Ji(ì L'ultima esplosione, . JO.HV |a terza, proviene dalla quarta vettura, motto vicino all'obiettivo. I passeggeri, terrorizzati, cercano di fuggire. Nei successivi 5 secondi la telecamera continua a riprendere il difficile esodo tra il filmo sempre più denso