Un giorno di sequestri e minacce Nuovo video: un turco sgozzato di Giuseppe Zaccaria

Un giorno di sequestri e minacce Nuovo video: un turco sgozzato CATTURATI DUE AUSTRALIANI E DUE ASIATICI, GLI AUTISTI GIORDANI NEL MIRINO Un giorno di sequestri e minacce Nuovo video: un turco sgozzato Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD Nel convulso panorama iracheno i segni della devastazione si moltiplicano, ieri proclami di organizzazioni varie e video diffusi via Internet hanno dato notizie di nuovi sequestri, di uno strano rilascio e della morte di un camionista turco sgozzato davanti ad una telecamere dai terroristi islamici di Abu Musab alZarqawi. Non esiste più limite al proliferare di proclami e di sigle, al terrorismo; alla guerriglia e alla cupidigia di bande ormai sembra essersi sommata anche una corsa alla «visibilità» che può provenire da imprese sempre più spericolate o richieste sempre più inattuabili. Ieri uno strano gruppo islamico di Ramadi ha annunciato che darà la caccia a tutti i camionisti giordani che transitassero sull'autostrada per Amman o Damasco, ma nel fiume di sangue che continua a scorrere riesce a farsi strada perfino il grottesco: adesso nascono le «Brigate dell'orrore». Questa è la denominazione che si è dato un gruppo che ieri è apparso per la prima volta rivendicando il rapimento di quattro persone, due australiani e due asiatici, che sarebbero stati bloccati sulla strada fra Baghdad e Mossul, nel Nord del Paese. L'impresa è stata comunicata in modo assolutamente inedito: sui muri di Samarra, ai margini del famoso «triangolo sunnita», l'organizzazione ha fatto sapere del rapimento attaccando un manifesto per la strada. Non paghi del nome scelto, i banditi si definiscono sezione di un misterioso «Esercito segreto islamico» di cui finora mai si era sentito parlare; per il momento non vengono espresse richieste circa il rilascio degli ostaggi, si attendono ulteriori manifesti per i dettagli. Alcune fonti parlano dei due australiani se- questrati come di giornalisti, altre li definiscono uomini d'affari: anche per chiarire questo punto bisognerà aspettare qualche ora. Per due presunti giornalisti catturati, un altro torna libero. Anche questa storia è molto misteriosa, attraverso un comunicato da Ottawa si apprende del rapimento e dell'avvenuto rilascio di Scott Taylor, cittadino canadese, giornalista free lance nonché editore di una rivista che si chiama «Esprit de corp». L'assoluta novità di questo rapimento consiste nel fatto che sarebbe stato perpetrato da una banda di turcomanni, che segna così l'ingresso da una sparuta minoranza etnica nel nuovo bussiness criminale iracheno, cui mancano ancora soltando una banda di sufi ed una di cristiani. Scott Taylor sarebbe stato catturato cinque o sei giorni fa nei pressi di Tali Mar, cittadina a 450 chilometri da Baghdad, detenuto per qualche ora e quasi subito «ceduto» a un'altra banda composta da arabi, però non di nazionalità irachena. Il racconto della prigio¬ nia è ancora piuttosto confuso, sembra che una volta rifugiatosi oltre confine, in Turchia, Scott Taylor l'abbia fatto per telefono al suo ambasciatore. Il giornalista racconta di essere stato minacciato di decapitazione otto o nove volte, mentre un capobanda che parlava inglese lo accusava di essere una spia israeliana. Ad ogni diniego volavano botte e si risfoderavano coltellacci, il tormento sarebbe durato fino all'altra sera, quando senza spiegazioni la banda avrebbe rilasciato in prigoniero mettendolo su un taxi per la Turchia. Dove invece il macello di giornata non riserva sorprese è nel dominio della «Al Tawid wa al-Jihad» (monoteismo e guerra santa) di Abu Musab al-Zarqawi: ieri questa banda di sadici sanguinari è tornata a far parlare di sé con le immagini dello sgozzamento di Durmus Kumbereli, un povero camionista turco. Nella ripresa diffusa via Internet e risalente al 17 agosto scorso l'uomo declina le sue generalità, dice di essere nato a Tarsus, nella Turchia meridionale e per compiacere i carcerieri confessa di aver trasportato attrezzature «in una base americana nei pressi di Tikrit», ma non finisce quasi di parlare che tre uomini gli saltano addosso e mentre due lo tengono fermo un terzo lo sgozza con un coltellaccio. Il sequestro dell'autista era praticamente passato sotto silenzio, in altre occasioni i terroristi islamici avevano liberato prigionieri turchi considerandoli correligionari. In questo caso no, ed è sempre più desolante constatare che «Al Tawid wa al-Jihad» ha mandato in onda l'ennesimo, sanguinolento spettacolo solo per far parlare di sé. L'assassinio dell'ostaggio ripreso in un video che risalirebbe al 17 agosto scorso ed.è «firmato» Al Zarqawi. Liberato un reporter canadese

Persone citate: Durmus Kumbereli, Scott Taylor, Zarqawi

Luoghi citati: Amman, Baghdad, Damasco, Mossul, Ottawa, Turchia