C'è un grande burattinaio: il partito di Saddam di Maurizio Molinari

C'è un grande burattinaio: il partito di Saddam GLI STATI UNITI SCOPRONO UN VECCHIO NEMICO C'è un grande burattinaio: il partito di Saddam Si fa largo l'ipotesi che sia il riorganizzato Baath a guidare il terrorismo e i raid analisi Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Nel messaggio in cui rivendica gli ultimi attacchi condotti a Baghdad il trentunenne giordano Abu Musab Zarqawi, considerato il capo deUe operazioni di Al Qaeda, parla di «orgoglioso triangolo sunnita». Il segreto della tenuta di questa roccaforte della guerriglia si spiega, secondo analisi condotte dall' esercito americano, con la progressiva riorganizzazione sul territorio dell'ex partito Baath. L'arresto di Saddam Hussein e l'uccisione dei suoi due figh Uday e Qusai aveva fatto immaginare al Pentagono che ciò che restava dell'ex partito panarabista sunnita si sarebbe presto disciolto. Ma in realtà non è stato così. La fuga di numerosi funzionari di alto livello attraverso Paesi confinanti - soprat¬ tutto in Siria ma anche in Giordania - ha consentito nei mesi successivi alla caduta del regime di riorganizzarsi e creare delle reti di finanziamento indispensabili ad alimentare le cellule della guerriglia. BUI Gertz, esperto di terrorismo del «Washington Times», sostiene nel suo libro «Treachery» (Tradimento) che le fughe all'estero furono possibili grazie a passaporti francesi che consentirono ai membri del Baath «di entrare ed operare anche nell'Unione Europea». I soldati americani avrebbero ritrovato in Iraq i resti di una fornitura di passaporti francesi, anche se non è chiaro se autentici o contraffatti. Che la vicenda sia vera o meno, a Washington si ritiene che la rotta dei finanziamenti passi per Damasco da dove raggiunge, con corrieri inviati via terra, le cellule del «Triangolo Sunnita». La sorveghanza satellitare e l'opera di pattugliamento della coahzione nel deserto occidentale iracheno - confinante con Siria, Giordania ed Arabia Saudita - è migliorata negh ultimi mesi ma non consente di interrompere il flusso di danaro ed armi. «Mandano cinque corrieri allo stesso momento nella stessa regione, ne prendiamo uno o due ma gh altri passano» ammette un funzionario deUa coalizione chiedendo l'anonimato. Questi fondi vengono usati dalle cellule in Iraq per mantenere una struttura di dimensioni non indifferenti: pagare con una sorta di veri e propri stipendi non solo i guerrigheri sunniti che ricevono fino a mille dollari per ogni americano ucciso - ma anche ex funzionari del Baath ora disoccupati che garantiscono rifornimenti, case sicure, mezzi di trasporto. Chiunque coopera riceve del danaro e per le famiglie degh ex funzionari sunniti altro non si tratta della continuazione dello stipendio che veniva elargito dal Baath dinante gh anni del regime. «La realtà è che oggi esistono in Trac due governi - spiega Mithal a Alusi, direttore generale della commissione per la de-baathificazione - con i baathisti che tendono a rubare terreno e potere, - facendo mancare la terra sotto i piedi dell'esecutivo di lyad Allawi». A gestire le comunicazioni con i gerarchi espatriati sono funzionari del Baa- th che a Ramadi piuttosto che a Fallujah o Baghdad si sono dotati di computer; portatili ed operano attraverso Internet, usando appositi siti web per scambiarsi messaggi in codice in una maniera molto simile a come operano le cellule terrori¬ stiche di Al Qaeda. Un altro pilastro del nuovo Baath è l'organizzazione «Al Islah» (La Riforma) creata da gruppi di famighe di esiliati che sisono riunite in primavera a Londra identificando nella missione del «nuovo Baath» anzitut¬ to la conduzione della guerriglia militare contro le forze della coahzione. Proprio il 7 aprile scorso il Baath celebrò il 57" anniversario della fondazione annunciando l'intenzione di «riconquistare la provincia di Anbar» - dove si trovano Ramadi e Fallujah - ovvero l'area nel nordovest dell'Iraq dove continua a registrarsi il numero più alto di vittime americane, al punto che funzionari del Pentagono hanno dovuto ammettere al «New York Times» di non averne il completo controllo. «Non c'è nessun dùbbio sul fatto che il Baath continui ad operare dentro i confini nzionali - ammette Sabah Kadhim, portavoce del ministro degh Interni iracheno - i membri del partito si contano ancora in migliaia, hanno a disposizione armi, soldi, sanno muoversi sul territorio e soprattutto alcuni di loro sono molto determinati perché cercano un riscatto da quando persero il potere». Riguardo alle armi della guerriglia alcuni dei documenti di intelligence pubblicati da Gertz - sulla base dell'analisi di 750 mila tonnellate di armamenti finora sequestrate dalle forze della coalizione - indicano i Paesi di provenienza in «Germania, Francia, Russia e Cina». Molti dirigenti sono fuggiti alla cattura grazie a una fornitura di passaporti francesi Dalla Siria arrivano i finanziamenti con cui si pagano stipendi e mezzi ai miliziani m^m Nel centro di Baghdad, un militare americano e una folla di manifestanti

Persone citate: Allawi, Gertz, Musab Zarqawi, Sabah Kadhim, Saddam Hussein