Victor, l'americano della Val Varaita che vive per le arpe

Victor, l'americano della Val Varaita che vive per le arpe DA MEZZO SECOLO RIFORNISCE LE MAGGIORI ORCHESTRE DEL MONDO Victor, l'americano della Val Varaita che vive per le arpe Un lungo viaggio iniziato a Chicago e concluso nel '54 a Fiasco Il paese dei falegnami piemontesi trasformati in maestri liutai FIASCO (Cuneo) Cf È un filo sottile che da cinquant'anni lega il Piemonte alle maggiori orchestre del mondo, dal Metropolitan di New York al Bolscioi di Mosca, Londra, Parigi, la Scala e la Ferace. Un filo teso da una parte all'altra dell'oceano, che ha la consistenza delle corde delle arpe che si costruiscono a Fiasco, nel Cuneese, la capitale mondiale di questo strumento. Siamo all'imbocco della Val Varaita, a due passi dal Monviso, nella regione storica del Marchesato di Saluzzo. Terra di alpinisti ed eccellenti falegnami, dove un'antica tradizione e la perizia medioevale nella lavorazione del legno hanno permesso di trasformare in un ventennio maestri artigiani in esperti liutai. La «magia» è riuscita a Victor Salvi, musicistaimprenditore, nato a Chicago nel 1920 da genitori di origini italiane. Dai primi Anni Ottanta, due terzi delle arpe suonate dai concertisti di tutto il mondo nascono qui. La loro storia si fonde con le vicende personali segnate da una profonda passione per la musica del fondatore di questo piccolo impero: gli «anni americani», la traversata dell'Atlantico, Genova e poi le Alpi, le tappe del suo viaggio. La prima arpa firmata Salvi nasce in un piccolo laboratorio di New York nel 1954. E' l'epoca in cui Victor Salvi, figlio di un abile liutaio veneziano trapiantato prima in Basilicata poi negli Stati Uniti, è un affermato arpista della Philharmonic Orchestra di New York. Grazie alla partecipazione ad alcuni concerti accanto a Edward Vito, arpista lucano anch'egli immigrato, conosce il maestro Arturo Toscanini che presto lo nomina prima arpa della Nbc Orchestra da lui diretta. Una carriera folgorante tra l'arpa e la liuteria, le grandi passioni di famiglia, a partire dai genitori Rodolfo Salvi e Apollonia Paoliello, partiti da Viggiano, piccolo comune della Campania dove su 3500 abitanti almeno' trecento suonano l'arpa, per tentare la fortuna in America all'inizio del secolo scorso. Victor è l'ultimo di sei fratelli. Il maggiore, Albert, è stato definito dal celebre Nicanor Zabaleta come «il più grande arpista di tutti i tempi». La sorella Aida, anche lei arpista dell'Opera di Chicago e compositrice, avvia il giovane Victor agli studi musicali. Da allora, il musicista coltiva il sogno di costruire un'arpa che superi in qualità del suono e manifattura quelle esistenti. Uno strumento capace di «suonare in modo dolce come un sussurro, ma con la potenza e le svariate sfumature di un'intera orchestra». H primo prototipo nasce con la collaborazione di alami artigiani. Ma la ricerca di Victor non si ferma e, nel '56, lo porta a legnare'gli stati Uniti per trasferirsi in Italia a Genova, dove fonda la sua azienda, nella cinquecentesca Villa Maria. Passano gli anni e l'arpa Salvi si afferma nel mondo della musi¬ ca come strumento di qualità superiore per suono e affidabilità. Per ospitare una produzione che oramai deve soddisfare arpiste e arpisti di tutto il mondo, serve ima nuova sede. Spintosi nell'entroterra per cercare il territorio ideale per ospitare ima fabbrica di arpe. Salvi scopre il Saluzzese dove impianterà il nuovo laboratorio. La «Salvi Harps» diventa la prima al mondo per quote di mercato, immagine e prestigio. Produce circa trecento arpe a pedali e un migliaio di strumenti di studio. A Piasco, i liutai sono più di 80 e il fatturato si aggira sui sette milioni di euro. La «Salvi» è ormai un piccolo impero intemazionale: una quindicina di anni fa ha acquisito la LyonSHealy, l'unico concorrente storico. I tesori, qui, sono il legno e gli artigiani. I giovani imparano il mestiere dai «vecchi». E' giovane anche l'amministratore delegato dell'azienda. Marco Ghibaudo. E' il tempo a dare valore ad ogni strumento: ci vogliono quattro mesi per far nascere un'arpa, dallo stabilimento ne escono cinque al giorno. Ogni cassa armonica viene intagliata a mano nel legno. Un travaso continuo di nozioni ed esperienze tra generazioni di artigiani. Dalla falegnameria, dove i materiali grezzi si trasformano in semilavorati, alla costruzione della cassa armonica e all'intaglio, dal preassemblaggio delle varie parti alla verniciatura e doratura, fino al montag- ' gio e all'accordatura. Un processo che unisce ricerca tecnologica alle caratteristiche naturali dei materiali. Dall'ulivo al palissandro, all'acero canadese, per la struttura portante l'abete rosso della Val di Flemme (lo stesso adoperato da Stradivari per costruire i suoi violini) e l'acero bianco dell'alto Michigan. Sono duemila i pezzi di meccanica che devono «sposarsi» con la struttura composta da 130 parti in legno e le corde, di metallo per i bassi, di budello per i medi e di nylon per gli acuti (rossi i «do», neri o blu i «fa») tese fino a 1800 chilogrammi. Per le aipe, i prezzi vanno dai 1500 cinquantamila euro per veri e propri pezzi unici, interamente dipinti a mano e tempestati di foglie d'oro zecchino in foglia 23 carati. Ogni modello porta un nome aulico come le sontuose arpe classiche da concerto: Iris, Aurora, Diana, Minerva, Arianna, Daphne. Ricchissima la «Apollonia» che all'oro aggiunge l'intarsio del mogano pomellier. I clienti sono i musicisti, i conservatori, le istituzioni musicab, gli allievi, i collezionisti, i virtuosi della musica come Catherine Micelle, prima arpista dell' Opera di Parigi, o Letizia Belmondo la torinese (cugina della campionessa olimpionica di sci di fondo Stefania), vincitrice del concorso intemazionale più prestigioso, il World Haip Competition in Israele e testimonial dell'azienda. Victor Salvi ha creato anche una fondazione per la promozione di giovani talenti e a 84 anni gira ancora il mondo alla ricerca di arpe antiche ed etniche: la sua collezione, unica al mondo, sarà esposta in un museo, aperto in collaborazione con la Comunità montana, che avrà in gestione circa novanta strumenti, tre secoli di storia. L'inaugurazione in occasione del cinquantenario della prima arpa Salvi. Oltre alla fabbrica Victor Salvi ha creato anche una fondazione per i giovani talenti Victor Salvi