«La riforma aggiungerà problemi a problemi»

«La riforma aggiungerà problemi a problemi» LE CRITICHE PEL COSTITUZIONAÌISTA EX DEPUTATO PCI-PDS «La riforma aggiungerà problemi a problemi» Barbera: la bozza Calderoli è un mostro, aggraverà la governabilità del Paese ROMA ..QUESTA riforma non ha W^ alcuna flessibiUtà. Aggiungerà problemi su problemi, aggravando la cattiva sogha di governabilità del paese». Augusto Barbera, titolare della cattedra di diritto costituzionale a Bologna, e deputato per cinque legislature, del pei prima del pds poi, era la voce più autorevole, e l'unica della sua parte politica, che aveva guardato con interesse al premierato forte disegnato dal progetto di legge governativo. Ma davanti alla «bozza Calderoli» discussa e "varata' solo ventiquattr'ore fa da Palazzo Chigi, dice chiaro e tondo che «è un mostro. Anche se introduce alcune garanzie per l'opposizione. E si superano alcuni eccessi introdotti dal Titolo V approvato dal centrosinistra. Correzioni sacrosante, perché l'energia, le grandi reti di comunicazioni tornano alla competenza statuale. E, all'articolo 120, si introduce una clausola di unità giuridica ed economica della Repubblica. La proposta di devolution poi è più moderata: le regioni hanno solo l'organizzazione della sanità, non l'intera materia». Dunque un sistema più equilibrato. Cosa le fa dare un giudizio complessivamente negativo? «I poteri del Senato e il premierato. Questa camera federale è in grado di paralizzare l'attività di governo. Vede, in questo progetto il Senato che pure può avere una maggioranza diversa rispetto a quella della camera politica, e per questo non dà la fiducia al governo, ha poteri di intervento tali da determinare la paralisi del procedimento legislativo. Un sistema, vorrei sottolineare, che dà alla seconda camera poteri che al mondo non ci sono in nessuno Stato federale». E in caso di conflitto tra i due rami del Parlamento si riman¬ da la decisione a una commissione paritetica Camera-Senato: questa si configurerà come una terza assemblea parlamentare? «Una terza camera di fatto, e con il potere di decidere su questioni che in tutto il mondo sono di competenza della camera pohtica. Altro che uscita dal bicameralismo perfetto!». Berlusconi, al momento, ha fatto sapere che ha assunto come propria la bozza, alla quale apporterà solo alcune correzioni. Si può migliorare quel testo, attraverso degli emendamenti? «No che non si può: il disegno è da riconfigurare completamente». Dal centrosinistra si propose a Bossi il modello tedesco. Lui rifiutò. Non voleva i governatori in Senato. «Comunque, qui i presidenti non ci sono, e i rappresentanti di regione stanno seduti su uno strapuntino: si demanda al regolamento del Senato di quali materie si possono occupare». Quale disegno politico può aver ispirato questa architettura istituzionale? «Qui non c'è alcun disegno, solo la pervicace volontà corporativa dei senatori. Dove vedo una logica pohtica è invece nella forma di governo. Non c'è affatto quello che tanta parte dell'Ulivo, e soprattutto il professor Sartori, ha definito come 'premierato assoluto'. Piuttosto, qui c'è il partitismo assoluto. Si dice che il premier ha il potere di chiedere lo scioglimento del Parlamento. Ma subito dopo si dice anche che la proposta del premier non è accolta dal presidente della Repubblica se la maggioranza che ha espresso quel premier decide di nominarne un altro». Dunque, poteri attenuati per Palazzo Chigi. «Il deterrente del ricorso alle urne, inizialmente previsto, serviva a rafforzare il governo. Ma qui la minaccia non c'è più. C'è l'esatto apposto: qualsiasi partito che sia determinante per avere la maggioranza assoluta può decidere di cambiare premier». In pratica, tra il progetto del governo e la bozza Calderoli si passa da un premier che può spingersi fino a mettere sotto ricatto la prtfpria maggioranza, a un premier che le si consegna mani e piedi, è così? «Esattamente. Il premier, già indebolito da un Senato che non controlla, ha una maggioranza che lo juò condizionare. In più all'articoo 94 si specifica anche che se il premier sfiduciato dalla propria maggioranza si azzarda ad accettare il voto di qualcuno che di quella maggioranza non fa parte, il presidente della Repubblica deve intervenire e sciogliere la Camera. Insomma, hanno scritto l'immodificabilità della maggioranza». Ci spieghi bene cosa significa, calando il modello nella realtà. «Significa che se per esempio Berlusconi volesse sostituire la Lega o l'Udc con qualche altro partito, non può farlo: deve andare a casa. Le pare che sia una cosa che si può scrivere in Costituzione? Il problema dell'Italia non è più il ribaltone: il problema è assicurare forza e coesione alla maggioranza e al governo. Riequilibrare il potere di condizionamento che oggi hanno i partiti, nella coalizione di centrodestra come in quella di centrosinistra. Qui il problema non si risolve. Anzi si aggrava. E con uno sguardo miope, molto miope verso il futuro». «Dai poteri del Senato al premierato, al ruolo delle Regioni il progetto non si può ritoccare: va riscritto» Augusto Barbera, titolare della cattedra di diritto costituzionale a Bologna

Persone citate: Augusto Barbera, Barbera, Berlusconi, Bossi, Calderoli, Sartori

Luoghi citati: Bologna, Italia, Roma