Livorno, una giornata storica di Guglielmo Buccheri

Livorno, una giornata storica LA MATRICOLA A SAN SIRO, 55 ANNI DOPO Livorno, una giornata storica Tifosi con la bandana: scatta la «burla» a Berlusconi Guglielmo Buccheri A vent'anni esatti dalla beffa di Modi, quando tre studenti dapprima scolpirono due teste e poi le attribuirono al loro illustre concittadino Amedeo Modigliani ingannando critici e studiosi d'arte, questa sera San Siro conoscerà quella che a Livorno è già stata battezzata la beffa della bandana. «Qualche settimana fa Berlusconi si è presentato in pubblico con quel fazzoletto in testa ricevendo Tony Blair e così faremo noi sulle tribune di San Siro. E' il nostro modo di sfotterlo e di riderci su» ha spiegato Curzio Galatolo, capo di una spedizione di oltre diecimila tifosi labronici al seguito della matricola terribile. Livorno è pronta ad aggiornare la propria storia e lo farà in una di quelle notti che, nella città tirrenica, segneranno nel calendario degli eventi. Mai avrebbero immaginato di tornare in serie A dopo 55 anni, di farlo guidati da una coppia di bomber fatti in casa come Pretti e Lucarelli, sfidando subito il Milan e soprattutto Berlusconi, il volto meno amato dalla curva più a sinistra d'Italia. Tre euro è costata la pezza . amaranto con la scritta «Silvio stiamo arrivando». Tre euro è il prezzo da pagare per una tifoseria innamorata di Lucarelli, che a Livorno è nato e cresciuto e che pur di tornare all'Ardenza - ha rinunciato a 500 mila euro di ingaggio. Una tifoseria che fischia persino Aldo Montano, il campione olimpico di sciabola che si è presentato allo stadio con la bandiera amaranto del Livorno ma è colpevole - secondo gli ultras - di indossare nella vita una divisa militare, quella dei carabinieri. Le Bai (Brigate autonome livornesi) guidano i gruppi della curva, ma a Milano non si presenteranno con il loro striscione perché troppi di loro sono stati diffidati (circa 200) e troppo pochi i superstiti dopo quella che, ai loro occhi, appare come una persecuzione. I fans ternani e i marsigliesi sono gli unici amici nel mondo del pallone, per il resto non esistono gemellaggi. Così finisce che la città di Armando Picchi, il compianto libero dell'Inter, ha rischiato di vedersi chiudere lo stadio dallo stesso prefetto di Livorno dopo i continui scontri con i «nemici» di destra dell'Ascoli, del Verona o della Triestina. Ora che inizia l'avventura in A, si temono tafferugli in occasione degli incontri ravvicinati con gli ultras laziali ma anche con gli interisti, entrambi noti per le loro posizioni politiche di destra. Sul piano tecnico, invece, a Pretti - 219 reti in carriera e unico fra gli attaccanti ad-aver vinto la classifica marcatori in serie A, B e CI -è affidato il compito, magari con l'aiuto di Lucarelli, di ribaltare il pronostico di quanti vedono il Livorno solo di passaggio nell'elite. Sono lontani i tempi in cui undici polli con la maglia nerazzurra del Pisa venivano tirati in campo mentre il patron pisano Romeo Anconetani gettava il sale dietro alle porte contro la malasorte. Stasera c'è la sfida in casa della corazzata Milan, poi fra una settimana ci sarà quella intema contro il Chievo, la prima uscita in campionato davanti al pubblico dell'Ardenza: un appuntamento per il quale in tribuna ci sarà anche Carlo Azeglio Ciampi, tifosissimo del Livorno. L'avventura è appena cominciata. Per imitare il look del Cavaliere nell'incontro col premier britannico Blair, molti fans andranno al Meazza con fazzoletti amaranto in testa e una scritta beffarda: «Silvio, stiamo arrivando»

Luoghi citati: Italia, Livorno, Milano