Lajolo, la passione del militante

Lajolo, la passione del militante AD ASTI UN MOSTRA RICORDALA FIGURA DELLO SCRITTORE DI VINCHIO Lajolo, la passione del militante Le battaglie del comandante «Ulisse» tra Pavese e l'Unità Carlo Francesco Conti 1 filari del mondo è il titolo evocativo della retrospetti- I va dedicata a una delle figure più vivaci e controverse del panorama letterario italiano del dopoguerra, Davide Lajolo, giornalista, scrittore e uomo polìtico. A vent'anni dalla scomparsa viene offerta una rilettura tutt'altro che agiografica nell'ambito della «Douja d'or», festival enologico astigiano inaugurato ieri. La mostra dedicata a Lajolo è allestita alla Biblioteca Astense, nella casa di Vittorio Alfieri, dove resterà fino al 7 ottobre. Vi sono esposti manoscritti, lettere, ritratti di Davide Lajolo e fotografie di Giulio Morra. La cura dell'iniziativa è dell'Associazione Davide Lajolo, - con la supervisione della figha dello scrittore, Laurana. Il percorso è un vivido ritratto del padre: «Scriveva tutto a mano su qualsiasi pezzo di carta gli capitasse sotto mano, ed era prolifico corrispondente con amici di ogni dove - ricorda Laurana Lajolo - Dobbiamo alla pazienza della moglie Rosetta e alla sua capacità minuziosa di tenere in ordine tutto quel materiale la possibilità di conoscere tanti aspetti inediti del suo lavoro». L'opera di Lajolo si intreccia tra lotta pohtica e scrittura. Il percorso documenta il suo impegno nel giornalismo, la sua prima passione, che lo portò alla direzione della redazione milanese dell'Unità nell'immediato dopoguerra, e alla creazione di periodici, e la sua attività letteraria, dai saggi su Pavese e Fenoglio ai romanzi e racconti. Qualche emozione si prova vedendo le lettere inviate a Lajolo da scrittori come Pavese, Diego Fabbri, Pasolini, Levi, Zavattini e Fernanda Pivano, registi come Bertolucci e Lizzani, giornalisti come Montanelli, pittori come Guttuso, pohtici come Fertini e Piccoli. Ci sono tracce di romanzi e sceneggiature, appunti inediti di un viàggio in Cina. Ci sono anche testimonianze della passione pohtica di Davide Lajolo, dalla Resistenza, quando divenne noto con il nome di battaglia di «Ulisse», all'impegno nel Pei di cui fu deputato. Toccante il rapporto militare degh inizi del 1945 indirizzato al commissario pohtico Marcello Bernini «Costa», che si conclude con una poesia e imo scambio di riflessioni sull'influenza di Montale. Il titolo della rassegna rende soprattutto il forte legame tra un uomo che «ha attraversato il mondo» ma è rimasto ancorato alle radici profonde e ancestrali del suo piccolo paese contadino, Vinchio, poco distante da Nizza Monferrato. Lajolo lo ha trasformato in un luogo letterario; ora grazie anche alle vigne di barbera e a una riserva naturale, è diventato meta turistica. Ci arrivano i lettori della narrazione lirica di Lajolo, e vi trovano il busto di Floriano Bodini, il Centro culturale con il museo multimediale a lui dedicato nella sua casa nel cuore del paese e il ricordo vivo degh abitanti. La rassegna prevede un ultimo appuntamento a Milano alla galleria Montrasio in via Brera: dal 2 dicembre saranno esposte opere di Floriano Bodini e Giuseppe Zigaìna dedicate a Lajolo.

Luoghi citati: Cina, Milano, Nizza Monferrato, Vinchio