Polemica a sinistra sull'«oppoggio» al governo

Polemica a sinistra sull'«oppoggio» al governo DOPO L'INCONTRO A PALAZZO CHIGI CON BERLUSCONI Polemica a sinistra sull'«oppoggio» al governo Contestato Bertinotti che ironizza: tranquilli, non farò il ministro sss Ainìjleo La. Mattina ROMA —a-r ■v.J- yy^- ■.■iwjìj ,, Ei'àno tante le fiaccolenieT6n pome riggio chiedevano, innanzitutto, la liberazione di Simona Torretta e Simona Pari. Tanti comuni cittadini che non si ponevano il problema se viene prima la liberazione delle duo ragazze italiane e poi il ritiro dèflè-truppe italiane dall'Iraq. Una questione che invece occupava le dichiarazioni dei pohtici, che Bertinotti ha posto come un cuneo nel movimento pacifista «senza se e senza ma», quello fatto di disobbedienti, di incrollabili oppositori all'intervento in Iraq che al corteo gridavano «mandiamo a casa Berlusconi e tutti quelli che si sono seduti al suo tavolo legittimando la pohtica del governo e la guerra». Gh stessi «seguaci» romani di Nunzio D'Erme (escluso da Bertinotti'daU'opzione per il seggio all'Europarlamento e quindi con il dente avvelenato) che distribuivano volantini a «sostegno incondizionato alla resistenza irachena» e ipotizzano l'entrata in azione a Baghdad degh «squadroni della morte» in stile sudamericano nelle cui mani sarebbero le due Simone. Ipotesi del genere le fa anche Paolo- e e e e e i e a i o l l o o l o o o h e o Cento. Dice il deputato dei Verdi, alla - itestafì'del corteo: «Se la vicenda di w.gimona Torretta,e.Simpna Pari ; !*'succèssa in Sud America negli j parleremmo di "desaparesidos", perché ci sono troppe ombre sull'accaduto. Non si sa niente del gruppo che le ha sequestrate, non ci sono rivendicazióni credibili... Si è voluto colpire il movimento pacifista intemazionale, sono state sequestrate da gruppi paramilitari due persone che, essendo contro la guerra, danno fastidio a chi la guerra continua a farla». Bertinotti ha fatto torcere le budella a parte del mondo dell'estrema sinistra che gli rinfaccia «inciuci» e aspirazioni ministeriali. Ha spiazziate Agnoletto (eletto all'Europarlamento come indipendente nelle liste di Rifondazione) convinto che ci sia stato «un problema di comunicazione» delle parole di Bertinotti, che mon c'è un prima e un dopo, perché non si può separare la battaglia per la liberazione dalla richiesta del ritiro delle truppe». Ha dato il destro a Cossutta e Diliberto per riversargli addosso accuse che al sub-comandante Fausto bruciano come tizzoni sulla pelle. Il presidente del Pdci è tagliente mentre la manifestazione lascia i Fori imperiali e imbocca via Cavour. «Bertinotti sbanda, disorienta e spacca il popoio pacifista. Si appiattisce, su Berluscopi che riceve A' Yamar aggravando m sitvLàHìòne'àAche delle due ragazze. Qui non siamo presenti solo e innanzitutto per la loro liberazione ma anche per ribadire con forza il ritiro dei soldati italiani e americani dall'Iraq». Da Bari rimbalzano le parole di Diliberto: «Bertinotti ha cambiato opinione pohtica, ha deciso di fare l'accordo con il centrosinistra e quindi, sui contenuti si sposta su posizioni moderate; io lo giudico un errore, ma lo rispetto», concede il segretario dei Comunisti italiani. Lui, Bertinotti, ieri alla fiaccolata non c'era. C'erano il deputato Mantovani e il responsabile Esteri del partito Gennaro Migliori che attribuiva alla concorrenza e. sinistra «gh strumentali attacchi rivolti a Fausto». Il quale si trovava a Bologna ad una manifestazione dei Verdi. Forse a Roma avrebbe rischiato di essere contestato come accadde a Fassino il 17 marzo. Proprio il leader dei Ds, che si è fatto vedere a piazza Venezia e poi se n'è andato quando il corteo si è mosso, ha confermato che la priorità è la liberazione degh ostaggi. E guarda con piacere alla crisi del pacifismo «senza s( sé e senza ma». Àngiùs info hasupe di ogni alfifa còsa». Nonostante avesse spiegato ai leader dei disobbedienti che da tutta Italia lo hanno chiamato per avere spiegazioni, Bertinotti qualche fischio se|o sarebbe beccato. E l'aveva messo ih conto quando dice che «in pohtica si corre il rischio della contestazione e bisogna non alzare mutili alte grida». Non fa un passo indietro: «Siccome ci sono quattro persone sequestrate, un Paese come il nostro deve fare di tutto perché siano liberate. Da questo governo mi divide tutto, ma farei anche un patto con il diavolo pur di salvarle». Risponde a muso duro alla vignetta di Vauro sul Manifesto e a Casarini che lo vedono in corsa per fare il ministro: «Accuse volgari. Facciamo una scommessa: io non faro il ministro e in ogni caso finora non ho neanche collaborato strettamente con qualche ministro come invece ha fatto chi mi accusa». Il corteo arriva a Piazza Vittorio, sotto le finestre della sede dell'associazione di Simona Torretta e Simona Pari. Le fiaccole si spengono. Le polemiche no.

Luoghi citati: Baghdad, Bari, Bologna, Iraq, Italia, Roma, Sud America