Meditazioni su Celan di Sandro Cappelletto

Meditazioni su Celan Meditazioni su Celan Un componimento di Birtwistle e un convegno dedicati al poeta «IIPo c'impasta di nuovo, da terra e fango, Z nessuno insuffla la vita alla nostra polvere./ Nessuno. / Che tu sia lodato, Nessuno». E' l'inizio di «Salmo», una lirica di Paul Celan, il poeta nato h pnel 1920 a Chernivtsi (cittadina oggi ucraina, allora rumena), suicida nella Senna nel 1970. La disperata dolcezza, la tensione, delusa, verso una salvezza, hanno fatto dei suoi versi un punto fisso nell'orizzonte della contemporaneità. Numerosi compositori ne hanno trovato ispirazione (anche Luciano Berlo, in «Stanze», sua opera postuma) e più volte l'inglese Harrison Birtwistle, protagonista del concerto del 16 con «Pulse Shadows», una «meditazione» che prosegue il ciclo «9 Settings on Celan», composto negli Anni Novanta. Settembre Musica affianca i due artisti: il concerto (giovedì 16 alle 21 in Conservatorio, con il Quartetto Arditti, il Nash Ensemble e il soprano Claron McFadden diretti da Diego Masson) è preceduto da un convegno dedicato al poeta, in un dialogo tra musica, poesia e filosofia, se le parole di Celan riflettono un pensiero diffuso nel Novecento europeo. Il convegno intemazionale, coordinato da Roman Vlad, si terrà sempre il 16 alle 10 al Museo della Resistenza di corso Valdocco). Dopo la prima italiana di Torino, «Pulse Shadows» sarà al Lincoln Centeer di New York: nel 2004 il maestro inglese festeggia i suoi settant'anni con una presenza internazionale davvero significativa. La sua nuova opera «The lo passion» (tratta, con grande libertà, dalla vicenda di Io, la giovane donna di cui si innamorò Giove, trasformata per gelosia in bovino) è stata più volte rappresentata, è stato scelto come «compositore residente» al Festival di Lucerna, il londinese South Bank Festival gli dedicherà in autunno un ampio ritratto. Si tratta dunque di un musicista attivo in modo prestigioso già dagli Anni 60 quando il suo gusto per il grottesco, i picchi di violenta energia del suo comporre, trovano nel teatro musicale, e nel clima di radicale entusiasmo creativo e iconoclasta di quegli anni, uno sbocco naturale. Frequentiamo poco, in Italia, il teatro musicale anglosassone, che pure - anche con i lavori di Peter Maxwell Davies, coetaneo di Birtwistle, e del più giovane Thomas Adès - manitiene una sua netta originalità, nella scelta dei soggetti e nelle scelte stilistiche. La poetica di Birtwistle si muove tra opposte tensioni: richiamo ad un repolarità ritmica, scarti improvvisi e duri come una deflagrazione, creando così un'immagine sonora del conflitto tra un desiderato ordine etico o religioso e il doloroso caos dell'oggi. Il battere forte di una pulsione, di un impulso ritmico, dinamico, fronteggia l'utopia di un approdo, di un'ombra dove l'asprezza si placa. Capace di ricorrere a tecniche diverse, dal confronto con la dodecafonia all'amore per il linguaggio classico e al recupero di temi medievali e «pastorali», dotato di una abilissima, mai banale scrittura strumentale, Birtwistle appare, oggi come ieri, un artista libero dai condizionamenti di moda, segnato da una costante tensione ideale che prova a liberarsi daUa dura quotidianità. Sandro Cappelletto Il compositore Harrison Birtwistle

Luoghi citati: Chernivtsi, Italia, New York, Torino