La pazienza dei primatologi

La pazienza dei primatologi l~DÌBATTITO | UNA D1SCIPLIPLINA IN EVOLUZIONE La pazienza dei primatologi TORINO E' STATA PER ALCUNI GIORNI ILTEATRO DEL LORO CONGRESSO INTERNAZIONALE Caterina Gromis di Trana UN evento di portata intemazionale ha contribuito a celebrare i seicento anni dell' Università degli Studi di Torino: il ventesimo congresso della International Primatological Society, IPS. Per una settimana lavori, progetti e proposte si sono susseguiti a cascata nel Centro Congressi del Lingotto. Durante le pause i primatologi si mescolavano alla gente comune nei negozi del vicino centro commerciale, ma erano inconfondibili. E non solo perché parlavano tra di loro in inglese. C'è qualcosa che rende speciah gli studiosi di animali e ne fa una sorta di specie a sé stante: non si tratta dell'aspetto, che è molto vario e tocca tutte le sfumature tra il tipo barbuto in pantaloncini con fare da esploratore a quello in giacca cravatta e computer con occhialini da intellettuale. E' una similitudine nel modo di prestare attenzione, concentrato, intento. Gli zoologi sono più o meno tutti così, ma gli specialisti di primati hanno in più maniere accoglienti, sensibilità da psicologi e attitudine a comunicare con l'accattivante linguaggio dei gesti. Hanno un'inclinazione fortissima verso animali che richiedono molta dedizione e che coinvolgono l'uomo più di tutti gli altri. Siamo destinati dalle leggi della filogenesi a sentirci più vicini ai mammiferi che ai molluschi o agli insetti, e tra i mammiferi le scimmie sono i più vicini: i filmati che testimoniano i loro comportamenti di grande interesse scientifico risvegliano l'umorismo di noi primati evoluti, che davanti a questi cugini indecenti non possiamo non ridere, di noistessi ancor più che di loro. Il dibattito scientifico che si è svolto durante il congresso ha riguardato un'intera discipUna: la primatologia è scienza recente, nata per inquadrare le ricerche incominciate negli anni cinquanta sulle origini dell' uomo", sui misteri dei fossili, di anelli mancanti, di bipedi erranti nelle savane, di utensili, di mani diventate carte vincenti per cervelli pensanti. La presidente dell' International Primatological Society ha presentato 14 giovani ricercatori provenienti da paesi in via di sviluppo, vincitori di altrettante borse di studio bandite dall' IPS stessa. Alcuni di loro faranno scienza alla maniera di Dian Fossey o di Jane Goodall, che hanno reso famosa la primatologia sul campo, passando l'intera vita nella foresta tra gorilla e scimpanzè. Altri analizzeranno dati, cercheranno risposte, troveranno nuovi spunti: i primati e l'arte, i primati nella ricerca biomedica, i primati in libertà che devono diventare patrimonio del mondo... Il congresso di Torino di fine agosto è stato la punta di diamante di una serie di attività collaterali: nei giorni precedenti i vincitori delle borse di studio .hanno .imparato come preparare un progetto di conservazione dei primati e dove presentarlo per ottenere i finanziamenti necessari. A Siena i ricercatori del CNR hanno fatto il punto sui cebi, scimmie sudamericane tra le più interessanti. A Zurigo un forum con scambi di informazioni tra esperti veterinari sulla biolo¬ gia dei primati, dalla genetica all'immunologia alla neurologia, è servito ad aumentare le conoscenze sulle cause e il trattamento della malattie -umane. -. ~-«, Molti specialisti in primatologia sono donne, fisiologicamente più adatte a studiare animali che richiedono pazienza, costanza, dedizione e comunicazione con o senza parole. Cristina Giacoma, docente al Dipartimento di Biologia Animale, organizzatrice del congresso e presidente dell'Associa¬ zione Primatologica Italiana, non smentisce la categoria: nei giomi deliranti che sempre precedono eventi di così vasta portata, rispondeva con garbo anche alle domande più stupide e intanto teneva sotto controllo la situazione, con quella calma olimpica tanto utile quando si ha a che fare con i primati di ogni specie, Homo sapiens compreso. Calma vincente. Chi poi volesse saperne di più, potrà consultare il sito: www.ips2004.unito.it LA FONDAMENTALE IMPORTANZA DELLO STUDIQSU UOMINI E SCIMMIE. LE ORIGINI DELL'UMANITÀ E GLI ANELLI MANCANTI. L'EVOLUZIONE DELLE MANI E DEL CERVELLO Un aspetto assai avvincente nello studio dei primati è la loro espressività nell'uso dei colori. Se ne è parlato anche durante i lavori che si sono svolti nei giorni scorsi al Lingotto

Persone citate: Caterina Gromis, Cristina Giacoma, Dian Fossey, Jane Goodall

Luoghi citati: Siena, Torino, Trana, Zurigo