Immortalato due volte sulla Luna

Immortalato due volte sulla Luna | ANNIVERSARI | UN ASTRONOMO NATO QUATTRO SECOLI FA Immortalato due volte sulla Luna E'RHEITA: PORTANO IL SUO NOME UN CRATERE E UNAVALLE DEL NOSTRO SATELLITE Franco Gàbici (*) difficile trovarne il nome nelle storie dell' E astronomia, eppure questo semisconosciuto cappuccino di nome Rheita ha scritto il suo nome per ben due volte sulla Luna. A lui sono dedicati una valle e un cratere, e questo privilegio è dovuto al fatto che Rheita fu uno dei primi, se non il primo, a disegnare una mappa della Luna. La mappa di Rheita presenta una Luna rovesciata, con il polo sud in alto e ciò è curioso perché fu proprio Rheita a inventare un dispositivo ottico per raddrizzare le immagini e consentire un uso "terrestre" del cannocchiale. In essa è indicata-molto bene la raggiera intomo al cratere Tycho (nei dintorni del quale si trovano i due toponimi dedicati a Bheita) e si nota la natura montagnosa degli Appennini meglio che in qualsiasi altra illustrazione dell'epoca. Ciò nonostante la scienza ufficiale adottò poi le mappe di Hevelius, Riccioli e Grimaldi. Bheita si chiamava in realtà Antonius Maria Schyrleus, ma è sempre stato conosciuto col nome del suo paese di origine, la località boema Rheita, dove nacque quat-. tro secoli fa, nel 1604, anche se non tutte le biografie concordano sulla data, che tuttavia si desume dal suo atto di professione là dove lo stesso cappuccino afferma di essere entrato in convento nel 1627 all'età di 23 anni. Divenuto consigliere e confessore dell'arcivescovo Von Sotem, il principe elettore di Treviri che lo avrebbe avviato alla carriera diplomatica, Rheita non abbandonò mai la sua passione per l'astronomia e nel 1642 lo troviamo a Colonia per compiere osservazioni astronomiche e misurazioni ottiche. L'anno successivo pubblica "Novem stellae circa Jovem visae, circa Satumum sex, circa Martem nonnullae" e due anni più tardi uscirà la sua opera principale "Oculus Enoch et Eliae si ve Radius sidereomysticus". Enoch ed Elia, i due profeti che furono rapiti in delo e che poi ritornarono sulla Terra per combattere 1 mticristo, rappresenterebbero i due tubi del telescopio binoculare. In questa opera appaiono la mappa lunare e alcune sue invenzioni: il "telescopio binoculare", progenitore del nostro binocolo e il "telescopio terrestre". L'annuncio di quest' ultima invenzione è dato secondo la moda del tempo, cioè con un anagramma. Il telescopio, infatti, è formato da quattro lenti convesse e la locuzione convex quattuor. ad esempio, viene trascritta cqounavteuxoar. In "Oculos Enoch et Elias", inoltre, compaiono per la prima volta i termini "oculare" e "obiettivo", che entreranno a far parte del lessico dell'ottica. Si deve a Rheita, infine, la prima descrizione dell'atmosfera "a bande" di Giove. Abile costruttore di strumenti, installò a Mainz ilprimo osservatorio astronomico europeo con equipaggiamento modemo. E' di Rheita anche l'invenzione del periscopio, che propagandò come strumento utilissimo per controllare, senza essere visti, tutte le mosse del nemico o semplicemente il comportamento dei servi. Uomo del suo tempo, aderì alla visione dell'universo di Tycho, un compromesso fra Tolomeo e Copernico. L'attività diplomatica e scientìfica gli procurò notorietà, ma anche invidie, tanto che fu mandato in esilio a Ravenna con l'accusa di aver avute ima relazione con una suora. E a Ravenna morì, nel convento dei Cappuccini, nel novembre del 1659 (nel 1660 secondo altre fonti). Da quasi tre secoh nei conventi cappuccini del bolognese il nome di Rheita è ricordato tutte le sere nel "memento" dei confratelli defunti. (*) Planetario di Ravenna \ m h •a Rheita, il cui vero nome era Antonius Maria Schyrleus, vissuto dal 1604 al 1659, disegnò una delle prime mappe della Luna e fece numerose invenzioni

Persone citate: Antonius Maria Schyrleus, Copernico, Enoch, Franco Gàbici, Hevelius, Radius, Von Sotem

Luoghi citati: Bheita, Ravenna, Treviri