Nei «santini» di Longanesi o sciocchezzaio d'Italia di Giuseppe Marcenaro
Nei «santini» di Longanesi o sciocchezzaio d'Italia CARTE SEGRETE Giuseppe Marcenaro Nei «santini» di Longanesi o sciocchezzaio d'Italia NEL 1944, frale delusioni e le speranze di una Roma liberata, redattore di «Sette, settimanale dei peccati carnali, degli amori perversi e delle illusioni sentimentali», con lo pseudonimo di «dottor Froid», : irmava la «Piccola posta dei sensi» dove dispensava consigli sul come affrontare i problemi del sesso esortando gh uomini a frequentare le «signorine», le donne a difendere italianamente la verginità. Un rivoluzionario o un provocatore? Semphcemente Leo Longanesi. Poi, nei primi mesi nel '46, in via Borghetto 5, a Milano, si fece editore. Nello stesso edificio, rabberciato dopo i bombardamenti, «sopravvivevano» fantasmi assenti e presenti: all'ultimo piano aveva abitato Carlo Rosselli con la moghe Marion. Nei giorni in cui Longanesi apriva bottega; in un sottotetto, alloggiava Elio Vittorini. Con alle spalle periodici soppressi dalla «suprema volontà» come «Omnibus», adesso Longanesi faceva libri. Aveva chiesto come aiuto una segretaria e un reduce di Salò che, secondo lui, era riuscito a mettere in piedi «l'organizzazione di una delle più combattive reti di distribuzione e di vendita di tutti i tempi». Era fiero d'avere finalmente «al coltello dalla parte del manico: ho già visto molti di quelli che ci volevano fucilati venirmi a chiedere di pubblicare un libro». Per vent'anni dichiarandosi fascista aveva sfottuto i fascisti, adesso si preparava a prendere in giro gh antifascisti. In realtà aveva capito la vera natura degh italiani che partoriscono i dirigenti come proiezioni autobiografiche: un maestro montato a cavallo e con le piume sul cappello, un severo e inutile professore in doppio petto, un descamisado mascherato da pirata. Longanesi era convinto d'aver avuto ragione anche quando aveva avuto torto e si votava all'editoria per piacere e per indignazione. E per quanto possa sembrare curioso non soltanto con la scelta dei libri, ma con le pubblicità editoriale e i celeberrimi «santini» andava delineando il ritratto di un Paese. I «santini» foglietti di lochi centimetri di lato dal lafgo lordo variamente colorato, con una sua piccola xilografia e un breve testo, venivano inseriti tra le pagine dei volumi annunciami un libro di futura edizione. «Se i disegni di Longanesi disse Savinio - fossero riprodotti in migliaia di esemplari a cura dello Stato, distribuiti nelle case a scopo educativo e profondamente studiati, l'uomo ne trarrebbe grandissimi benefici e ne risulterebbe o guarito o almeno molto migliorato, come l'artritico dopo una intensa cura di fanghi». Quella reclame poteva far bene alla salute perché mutava nel riflesso burlesco di un sublime sciocchezzaio umano: il ritratto dell'Italia «in ricostruzione» appena passata la botta della seconda guerra mondiale. Il geniale e melanconico Leo pur sapendo che le battaglie contro i cretini sono sempre perdute, nella presentazione dei libri non si limitava a riassumerli in una «vignetta», ma preparava - gli italiani l'avrebbero bevuta - improbabili soffietti per la stampa: «Le memorie del cameriere di Mussolini sono state pubblicate negli Stati Uniti dal giornale Daily Mirror e stanno per essere edite in volume. Contemporaneamente in Francia lo stesso libro è stato pubblicato da Paris France a puntate. Sono uscite, inoltre, traduzioni in spagnolo e in danese». E poi svelando anche la veritiera biografia di uno pseudonimo: «L'autore di questo libro è un italiano vissuto in America fino al 1945. Il suo nome nel campo letterario è ignoto, ma nel mondo aristocraticointemazionale Willy Farneseè còndsciujissimo. Sua sorella' Patrizia è là móglie di. Lord Montmorency, e Willy si è diviso pochi anni fa da Angelica Morgan, dopo un clamoroso processo». gmarcenaro@libero.it Massimo Gatta (a cura di) Quella strana pubblicità. L'album dei «santini» di Longanesi Ed. Università degli Studi del Molise, 2003
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