Fanghi tossici nei campi: diciotto arresti
Fanghi tossici nei campi: diciotto arresti NEL «RACKET DEI RIFIUTI» FUNZIONARI PUBBLICI E IMPRENDITORI Fanghi tossici nei campi: diciotto arresti Blitz di oltre duecento carabinieri in Romagna Gli ortaggi finivano nei negozi di alimentari Andrea Rossini FORLÌ' Trasformavano la spazzatura in oro, -alimentando un giro d'affari stimato in 20 milioni di euro soltanto negli ultimi due anni attraverso lo smaltimento di montagne di rifiuti, anche a rischio per la salute, e il conseguente inquinamento delle acque e dei terreni agricoli. Accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla turbativa d'asta, sono finiti in manette ieri in Romagna diciotto persone, tra funzionari pubblici della Provincia e dell'Usi di Forlì e imprenditori privati, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal pm Filippo Santangelo. Secondo l'accusa, sarebbero almeno quattromila le tonnellate di fanghi tossici finite nei campi, anziché nelle discariche specializzate, a concimare frutta e ortaggi ponti a finire nella tavola di ignari consumatori. Con l'evidente vantaggio - come ha spiegato ieri nel corso di una conferenza stampa il colonnello Sarno del Nucleo operativo ecologico - di «risparmiare» cifre considerevoli: «Basti pensare - ha detto - che per smaltire un chilo di rifiuti normali le ditte specializzate si fanno dare circa 380 vecchie lire, che diventano 1300 per un chilo di rifiuti speciali». L'operazione è scattata ieri e circa 200 carabinieri hanno eseguito i provvedimenti di custodia cautelare (la sola motivazione per i provvedimenti restrittivi occupa ben 207 pagine) e hanno effettuato una cinquantina di perquisizioni anche nel Riminese e nel Ravennate. Il blitz è stato preceduto da un attento ascolto delle circa 54 mila conversazioni intercettate, che hanno portato alla luce, nel corso di un'inchiesta cominciata nel 2000, più ipotesi di reato (sono almeno quattro i filoni d'inchiesta) e allargato via via il campo delle investigazioni: oltre agh arrestati, ci sono altre 50 persone indagate. Tra i personaggi coinvolti nel blitz, figurano Tolmino Giunchi, 58 anni, di Forlì, dirigente del Servizio risorse idriche, atmosferiche e smaltimento rifiuti della Provincia di Forlì-Cesena, e i titolari di varie aziende operanti nel settore ambientale. E' sospettato, tra l'altro, di aver incassato tangenti dal titolare della locale «Laghi», incari- cata del recupero e dello smaltimento dei rifiuti. L'imprenditore, assieme ai suoi collaboratori tra cui il figlio, in concorso con i funzionari dell'Ausi di Forlì, avrebbe truffato per anni l'azienda sanitaria mediante la fatturazione di operazioni inesistenti e attraverso la falsificazione di documenti. Non soltanto. Avrebbe anche alterato la gara d'asta indetta nel 2000 per l'aggiudicazione dell'appalto per lo smaltimento dei rifiuti. Tutto questo con l'avallo di un dipendente Trenitalia Spa di Rimini, Maurizio Rampi (tecnico delle Officine grandi riparazioni e coordinatore dello smaltimento fanghi). Le indagini hanno infine messo in evidenza una serie di omissioni d'ufficio e di abusi di atti d'ufficio, tutti episodi di corruzione che avrebbero portato alla costituzione di una specie di monopolio nella gestione del mercato dei rifiuti: nei guai sono finiti, tra gli altri, anche il direttore dell'Arpa di Forlì e due dirigenti della ditta che gestisce il depuratore cittadino. Uno di loro, Giancarlo Randi, due anni fa, fu al centro suo malgrado dì un altro fatto di cronaca: l'ofoicidio della moglie, uccisa da un balordo a scopo di rapina nelle campagne di Bagnacaval^o, nei pressi di Ravenna. Cinquanta denunce e 18 arresti per i rifiuti tossici abbandonati negli orti della Romagna
Persone citate: Andrea Rossini, Filippo Santangelo, Giancarlo Randi, Maurizio Rampi
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