«La scuola ci aiuti a far rivestire le nostre ragazze»

«La scuola ci aiuti a far rivestire le nostre ragazze» POLEMICA SULlfABBiGUAMENTO DELLE GiOVANiSSI^IE L'APPELLO DEI GENITORI DI UNA MEDIA DI TORINO «La scuola ci aiuti a far rivestire le nostre ragazze» Pantaloni a vita bassa, mutande in bella vista, maglie troppo corte «Bisogna mediare tra regole di educazione e diritto di esprimersi» Maria Teresa Martinengo TORINO «Lungi da noi l'essere reazionari o integralisti. Vestirsi in un certo modo, però, è un problema di opportunità, di intelligenza nel saper cogliere le diverse situazioni». Il problema, sollevato dai genitori della Scuola Media Ebraica «Pinzi e Colonna» di Torino e riassunto dalla preside Marta Morello Silva, è la moda di questi ultimi tempi: ombelichi scoperti, canottiere dalle spalline invisibili, pantaloni che scendono tanto da domandarsi se ad un certo punto cadranno ai piedi delle disinvolte ragazzine. Un problema che riguarda tutte le scuole, in tutte le città d'Italia. «Ne parliamo spesso con i colleghi delle scuole statali. Tutti concordano che si sta andando un po' oltre. Ben vengano i capelli rasta. Ma i ragazzi non si rendono conto che l'abbigliamento deve essere adeguato ai luoghi, che non può essere lo stesso della discoteca». Alla «Colonna e Pinzi» le lezioni sono iniziate martedì. Il giorno seguente, i docenti hanno incontrato le famiglie. E proprio in quell'occasione, la scuola è stata sollecitata «a dare un aiuto» - spiega la preside. «Di orni)eliclai scoperti parleremo certamente in classe con i ragazzi. Con tutta l'attenzione, nel rispetto della loro ricerca di identità». Perché in terza media di questo si tratta. Ed è per questo che quando un genitore invita a tirarsi su i pantaloni, la contrapposizione tende a degenerare in muro contro muro. Ancora: «Inviteremo gli studenti a ragionare con la loro testa, a non farsi prendere dalle mode, dall'imitazione di modelli televisivi. Tenendo conto che certe esasperazioni fanno parte del processo di crescita». Dalla scuola media statale «Marconi», la collega Laura Vercelli le fa eco. «E' vero che bisogna adattarsi un po' a questa moda dilagante, è vero che non facciamo circolari. Ma un richiamo al fatto che la scuola è il luogo dove si viene per studiare va sempre fatto». E aggiunge: «Bisogna inqua- drare le scelte in tema di abbigliamento nel discorso complessivo del vivere civile. Poi, se si rileva un'esagerazione, occorre farla notare. Trent'anni fa, quando usava il trucco alla Brigitte Bardot, mi è accaduto di mandare parecchie ragazze a lavarsi la faccia». Vercelli ricorda anche il periodo in cui i ragazzi arrivavano vestiti da tifosi. «Abbiamo fatto capire loro che il calcio deve restare fuori dalla scuola. Poi, se la Juventus vince il campionato e il giorno dopo arrivano con la sciarpa bianconera, nessuno prote¬ sta». Marisa De Angelis insegna all'Istituto Manzoni, una scuo- la di San Salvarlo, il quartiere a più alto tasso d'immigrazione della città. «Bisogna recupera- re una serietà che si è un po' persa, ma senza imporre un modello». Per Gianni La Rosa, dirigente della centrale media «Meucci», «di fronte a un caso eclatante, che per ora non si è presentato, sceglierei il dialogo diretto con la famiglia. Comunque, sarei attento a non dare al ragazzo l'idea che la scuola vogha mortificare la sua voglia di esprimersi». Pantaloni bassi, magliette corte: è la moda più diffusa tra le ragazzine chef requentano le scuole medie i ^ :-.. .■;:.'::.-yi i.i;-.ii:--; :J:L.:....::.......;,:.... ,; .■,./,,;,./. LA MODA CHE NON PIACE AGLI ADULTI ■ ■PANTALONI UE MAGLIETTE HLE SCARPE A VITA BASSA I jeans si portano solo a vita bassa. Possono cambiare altri dettagli: il colore, o la posizione delle tasche, la forma, la lunghezza. Si passa dai Levi's 501 e dai Richmond, con la scritta Rich svarechinata sul sedere, per arrivare ai costosi Diesel e Replay. Più sono grandi e comodi, meglio è. Anche per te ragazzine. Larghi e con tasche, o decisamente a zampa d'elefante, firmati Suebdued, Brandy e Frab CORTISSIME Le magliette hanno meno scritte rispetto al passato, si portano delia taglia giusta, un po' corte a scoprire l'ombelico. Lefemmiine le scelgono con disegni di pesci o altri soggetti naif e romantici (Cuba, Rams 23), scollate a barchetta e con maniche corte. 1 màschi oscillano tra le t-shirt da skateboard firmate Circa o Bastard anche con simboli di teschi, e quelle da snowboard, tipo le Burton SOLO DA PALLAVOLO Ai piedi solo scarpe di gomma, con pochissime eccezioni. E comunque non si tratta di scarpe qualsiasi: il passaparola tra i ragazzini indica modelli e marche precise. Le «Tiger Onitsuka» della Asics, gialle e nere rinforzate davanti, pensate per la pallavolo dei professionisti, sono un tormentone da quando sono state viste ai piedi di Uma Thurman, la protagonista di Kill Bill 11. Grosse e bombate sono poi le ambitissime «Globe», usate da Rodney Mullen, campione di skateboard su stradam, un idolo peri teenager americani. Le protagoniste a dì «Thirteen», - il film scandalo a sulle tredicenni e americane - che la Fox o' ha mandato n nelle sale a, la scorsa a primavera o è

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