Beslan, è vivo il bimbo del video girato dai terroristi nella scuola

Beslan, è vivo il bimbo del video girato dai terroristi nella scuola MANI SULLA TESTA, OCCHI TERRORIZZATI, AVEVA COMMOSSO IL MONDO Beslan, è vivo il bimbo del video girato dai terroristi nella scuola Controtaglia dei ceceni su Putin: «Venti milioni a chi lo catturerà E un criminale di guerra colpevole dell'eccidio di migliaia di ragazzi» Anna Zafesova MOSCA Venti milioni di dollari per la cattura del «criminale di guerra Vladimir Putin». L'offerta viene fatta dal «Centro antiterroristico ceceno» e viene annunciata dai siti degh indipendentisti caucasici. La lista delle accuse al presidente russo è lunga: guerra «criminale» contro la Cecenia, eccidio di civili tra cui «decine di migliaia di bambini», torture, distruzione di città, genocidio. Tra i capi d'accusa figura anche Iworganizzazione del massacro di adulti e bambini a Beslan». E' la risposta beffarda alla taglia di 10 milioni di dollari promessa, il giorno prima dalTFsb per le teste del leader separatista Aslan Maskhadov e del comandante delle bande armate cecene Shamil Bassaev, ricercati da cinque anni. Il Cremlino ieri è tomato a insistere sulla sua linea di lotta al terrorismo senza frontiere: il ministro della Difesa Serghej Ivanov ha confermato che la Russia si riserva il diritto di attacchi preventivi contro basi terroristiche in territori di altri Paesi. Mosca ha anche intenzione di rinnovare le richieste di estradizione per i leader separatisti che hanno ottenuto asilo in Occidente, come Iljas Akhmadov negh Usa e Akhmed Zakaev in Gran Bretagna. Il ministro degh Esteri Serghej Lavrov ieri ha duramente attaccato l'Occidente per i «doppi standard» che ostacolano la lotta contro il terrorismo. E' accaduto dopo un polemico scambio di repliche tra Mosca e Washington: i russi hanno chiesto agli americani di troncare i rapporti con gh indipendentisti ceceni, il Dipartimento di Stato ha risposto che si riservava il diritto di mantenere contatti con diverse personalità. Dopo la tragedia di Beslan Mosca reagisce ancora più nervosamente agh appelli dell'Occidente a un negoziato con i ribelli: chiedere l'internazionalizzazione del conflitto in Cecenia significa «speculare sulla tragedia», ha detto Lavrov, ammonendo a «non ostacolare la Russia nella soluzione dei suoi problemi intemi». Il capo della diplomazia russa ha replicato duramente alle richieste europee di «spiegazioni» su Beslan, citando in particolare il ministro degh Esteri olandese Bot e Romano Prodi: «Sono informazioni che devono venire scambiate tra speciahsti e attraverso canali non pubbhci». In altre parole, la Russia è disposta a dare informazioni «tecniche» che possono servire all'intelligence, ma rifiuta una discussione pohtica. I pohtici russi continuano a ripetere che dal 10 settembre il Paese è «in guerra». Una retorica che, accompagnata da film sovietici sulla guerra contro i nazisti trasmessi in continuazione dalla tv, attizza i già forti sentimenti xenofobi. Ieri notte a Ekaterinburg, negh Urali, sono stati incendiati tre ristoranti caucasici: gruppi di ragazzi hanno fatto irruzione nei locali spaccando mobili e vetrine e lanciando bottighe molotov. Un uomo è morto, altri due sono in condizioni gravi. Un'esplosione di violenza etnica in un Paese spaventato che attende nuovi attacchi. Ieri da Pietroburgo è arrivata la notizia della scoperta di una grande quantità di esdplosivo nascosto neUe pareti di un cinema in restauro. Si è pensato subito ai preparativi, di una nuova strage, come era avvenuto a Beslan, dove i guerrigUeri avevano nascosto le bombe nella scuola due mesi prima, durante dei lavori. Ma la pohzia ha smentito: il cinema era appartenuto a un gruppo mafioso, l'esplosivo probabilmente doveva servire a un regolamento di conti. A Ekaterinburg devastati e incendiati tre ristoranti gestiti da caucasici, c'è stato un morto Simbolo dell'orrore Lo sguardo terrorizzato, le mani sulla testa, seduto in terra accanto al terrorista armato e mascherato che minaccia di far esplodere la santabarbara di ordigni che è stata disseminata nella palestra. L'immagine dei piccolo Georg nel video choc girato all'interno della scuola di Beslan dai sequestratori ha fatto il giro del mondo ed è stata paragonata a scatti emblematici come quelli della piccola vietnamita bruciata dal napalm che corre disperatamente e del bambino ebreo del ghetto di Varsavia rastrellato dai nazisti, sul punto di partire per un campo di sterminio. Salvo «per miracolo» «È un miracolo che sono vivo mentre tanti miei compagni sono morti. Dio era con me». Incredibilmente Georg è scampato alla strage. Si pensava che fosse morto, come la donna e la bambina sedute accanto a lui nel video dell'orrore, invece si era allontanato dalla palestra in cerca di un goccio d'acqua poco prima che si scatenasse il finimondo. E' ferito, in ospedale, ma ce la farà. Anche se non potrà mai cancellare l'orrore di quei giomi. «Cerano mine dappertutto, lo restavo seduto con le mani sulla testa e pensavo solo tra me "stai tranquillo come un topolino". Sapevo che avrebbero ucciso me o chiunque senza pensarci troppo se mi azzardavo a fare rumore, e io volevo vivere».