Nella campagna elettorale irrompe un libro al veleno

Nella campagna elettorale irrompe un libro al veleno — — — ~—: -— —— ; — : r- ;——— — -—-—^ l - . r -—-—' l '^ v. : ~ : :—:—— «LA FAMIGLIA: LA VERA STORIA DELLA DINASTIA BUSH», BASATO SULLE CONFIDENZE DELL'EX COGNATA DEL CAPO DELLA CASA BIANCA Nella campagna elettorale irrompe un libro al veleno «George W. sniffava coca abitualmente quando serviva come pilota nella Guardia nazionale». «Fu sorpreso a farlo anche a Camp David» polemica Maurizio Mòlìnari corrispondente da NEW YORK IN una campagna presidenziale dove i protagonisti sono i colpi bassi è in arrivo un libro nel quale si raccontano tutti gli scandali top-secret della famiglia Bush, a cominciare dagh anni in cui l'attuale presidente George W. sarebbe stato un assiduo consumatore di droghe e, in particolare, di cocaina. A firmare «The Family. The Real Story of the Bush Dinasty» (la famiglia, la vera storia della dinastia Bush) è la biografa Kitty Kelly, già nota per un libro senza veli su Nancy Reagan che fece scandalo alla fine degli Anni Ottanta, proponendosi di violare i tabù dei Bush accusati di «proteggere ossessivamente la propria immagine pubblica dall'esistenza di matriarche, amanti, matrimoni, divorzi, gelosie, ipocrisie, bambini d'oro e pecore nere». Il «segreto» cui l'autrice ha dedicato più spazio e risorse è la «cocaina di Bush». Secondo (pianto anticipato dal londinese «Daily Mirror» il volume arriverà a giorni in libreria negli Stati Uniti - il giovane George W. quando serviva come pilota nella Guardia Nazionale del Texas e dell'Alabama aveva l'abitudine di «andare in bagno o lasciare la base dalla porta secondaria per sniffare cocaina», e il vizio aveva dimensioni tali che continuò negli anni al punto che «venne trovato in possesso della droga più di una volta perfino nella residenza di Camp David, durante gli anni in cui il padre era presidente degli Stati Uniti». Voci e indiscrezioni in proposito segnarono anche l'ultima fase della campagna presidenziale del 2000 e Bush reagì dichiarando in un'intervista di «non aver consumato droghe negli ultimi 25 anni», ma ammettendo di «aver commesso errori in passato». Lo scrittore James Hatfield nel suo «Fortunate Son» (figlio fortunato) scrisse che Bush sarebbe stato addirittura condannato per uso di droghe nel 1972, ma sia lui sia il suo editore furono obbligati a fare marcia indietro, e nel luglio del 2001 Hatfield venne trovato morto in una stanza di albergo dell'Arkansas, ucciso da un'overdose. Per Dan Bartlett, capo delle comunicazioni della Casa Bianca, il libro della Kelly contiene «spazzatura» di dimensioni tali da «far assomigliare il film di Michael Moore sull'II settembre a un documentario fattuale». «Le accuse sull'uso di droghe sono state smentite in maniera inequivocabile da anni», aggiunge la portavoce Claire Buchan, riconoscendo però che nei prossimi giorni si dovrà proprio occupare di far fronte all'impatto di «The Family» sulla campagna elettorale. Basti pensare che da lunedì, per tre mattine di seguito, la Kelly sarà allo show «Today» della tv Nbc per descrivere nei dettagli ogni pagina dell'opera nella quale vi sarebbero anche «rivelazioni» sul passato di Laura. Trattandosi di un argomento pohticamente esplosivo e al contempo già «consumato» quattro anni fa, per il momento la reazione dei grandi media è stata molto prudente. A non fidarsi del libro è stato Mark Whitaker, direttore di «Newsweek», che dopo averne esaminato una copia ha scelto di non scriverne perché «molte delle informazioni contenute ci hanno creato disagio». «Ce ne occuperemo solo se diventerà un tema della campagna ma non certo per fargli pubblicità», ha dichiarato Whitaker al «Washington Post». Jim Kelly, direttore di «Time», è anch'egli molto cauto: «Non l'ho ancora letto ma condurremo accertamenti prima di parlarne». La principale critica all'autrice è di essersi basata su fonti «vicine al Presidente» ma quasi sempre anonime e dunque npn verificabili. Con l'eccezione di una persona: Sharon Bush, combattiva ex cognata di George W. ed ex moglie di Neil, dal quale ha divorziato di recente dopo aver scoperto che durante alcuni viaggi di lavoro a Hong Kong trasformava la propria suite d'hotel in un harem di prostitute cinesi. Non si può escludere che il libro faccia tornare alla ribalta la burrascosa causa di divorzio, dalla quale venne alla luce che Neil era stato inviato in Cina da aziende legate alla famiglia Bush per trattare affari sui quali non aveva alcuna competenza professionale. A difendere la credibilità del volume è invece Peter Gethers, vicepresidente della casa editrice Randhom House che lo ha pubblicato, secondo la quale la decisione di darlo alle stampe è stata presa solamente dopo un attento «esame legale» del testo «assieme all'avvocato che tutela i diritti della scrittrice». In attesa del debutto di «The Family» nelle librerie d'America, in cima alla lista dei best seller - secondo la classifica stilata dal «New York Times» - è arrivato un altro volume con impatto elettorale:. «Unfit for Command» (inadatto al comando), nel quale un gruppo di veterani del Vietnam smentisce il curriculum di azioni eroiche vantato dal candidato democratico alla Presidenza John F. Kerry. Saranno i sondaggi a dire se il danno causato dai veterani alla popolarità di Kerry potrà essere sanato da «The Family». Analoghe indiscrezioni erano già uscite nel 2000, e l'interessato aveva dichiarato: «Non ho consumato droghe negli ultimi 25 anni» Per lo staff del Presidente il volume è «spazzatura» e al confronto il film di Michael Moore sull'll settembre pare «un documentario» Pranzo improvvisato e rustico per il presidente americano Bush durante una tappa elettorale nel Missouri