Abu Ala rìpresenta le dimissioni di Aldo Baquis

Abu Ala rìpresenta le dimissioni DOPO UNA FURIBONDA LITE CON ARAFAT Abu Ala rìpresenta le dimissioni «Il primo ministro palestinese è frustrato, non ne può più» Aldo Baquis TELAVIV Dopo un anno in cui ha conseguito magri risultati il premier palestinese Abu Ala ha adesso deciso in linea di principio di rassegnare le dimissioni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso - dicono fonti politiche a Ramallah - è stata, martedì, un alterco con il presidente Yasser Arafat. «Abu Ala è uscito dall'ufficio paonazzo, gridando che non ne poteva più», aggiungono le fonti. Ieri, per tutta la giornata, c'è stato un andirivieni di ministri e di consigheri nell'ufficio del premier per indurlo a non inoltrare la lettera di rinuncia già scritta e firmata: la seconda dal luglio scorso. Il ministro Saeb Erekat e il capo del Consiglio per la sicurezza nazionale Jibril Rajub gh hanno detto che in fondo le divergenze di opi- nione potrebbero facilmente essere superate. A prima vista, la scintilla che ha dato fuoco alle polveri è infatti di .importanza marginale: Arafat ed Abu Ala dissentono sull'opportunità di inviare una delegazione dell' Anp a New York, a una conferenza di Paesi donatori incaricata di mettere a punto progetti di assistenza ai Territori dopo il ritiro israeliano da Gaza. Ma dopo poche battute è incominciato un balletto di recriminazioni. «Il premier ha l'impressione di girare intorno a se stesso e di non procedere da nessuna parte», ha commentato Imad Shakur, un consigliere di Arafat, dopo un colloquio con Abu Ala. «Adesso è furibondo. Mi ha detto che in decine di anni di attività pubblica, l'ultimo è stato di sicuro il peggiore». Le recriminazioni di Abu Ala, secondo Shakur, non riguardano soltan¬ to il suo invadente presidente ma anche Israele (che ha condotto un durissimo raid contro militanti di Hamas proprio al termine di una visita ad alto livello di dirigenti egiziani giunti a Ramallah per discutere ilritiro da Gaza) e verso gh Stati Uniti, che a suo parere non fanno nulla per «fermare Sharon». In questo clima di pessimismo, sono giunte ieri notizie di scontri a Gaza, di land di razzi palestinesi contro la cittadina israeliana di Sderot e dell'esplosione senza vittime di una sofisticata autobomba delle Brigate dei martiri di Al Aqsa a un posto di valico fia la Cisgiordania ed Israele. Altri attentati sono nell'aria, assicurano i servizi segreti di Israele, che hanno ordinato ai turisti israeliani di tenersi alla larga dal deserto egiziano del Sinai dove la loro vita è ora in pericolo. Sharon intanto, ascoltando in parte il parere della Corte Suprema di Gerusalemme, ha deciso di. accordare in alcuni tratti il tracciato della Barriera di separazione in Cisgiordania e di avvicinarla eoa alle linee di demarcazione in vigore fino al 1967. Per realizzare il ritiro da Gaza, Sharon progetta inoltre di sottoporlo a un referendum senza precedenti.. Per una fonte dell'Anp «questo anno a capo del governo è stato il peggiore della sua lunga carriera» «E esasperato dal Raìss ma anche dai durissimi raid di Israele e dall'America che non ferma Sharon»