Muriel Spark torna in collegio e decapita Maria Stuarda

Muriel Spark torna in collegio e decapita Maria Stuarda LA SCRITTRICE DI CULTO A MANTOVA PRESENTA IL NUOVO ROMANZO Muriel Spark torna in collegio e decapita Maria Stuarda Mano Baudino inviato a MANTOVA A 86 anni non ha perso l'ironia, la lingua taghente, il gusto delle battute feroci come quella, piuttosto famosa, riservata a una editor americana che ne contrastò ferocemente nel '92 la pubblicazione della biografia, Curriculum Vitae: «Mi ha voluto dedicare la sua menopausa». Qumdici giorni fa, presentandosi davanti al pubbhco del Festival di Edimburgo per un reading dove i biglietti d'ingresso, esauritissimi, venivano offerti dai bagarini per la modica somma di cento sterline, ha invece accennato, quasi distrattamente, alle trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi, per dire che Identikit, il film del '74 di Patroni Griffi tratto da The Drìver's seat, non venne tanto bene perché la parte della protagonista andò a Elizabeth Taylor. «Ma si trattava di una ragazza che voleva essere uccisa, e Ta la Taylor non poteva in alcun modo avere l'aspetto di chi desidera morire, semmai quello di chi ha una gran voglia di bere». Murici Spark in Italia è un autore di culto, ma nel mondo letterario anglosassone è una figura mitica, molto popolare, osannata dalla critica, insignita dalla Regina del titolo di «Dame of the British Empire», e considerata uno di quegli scrittori che solo raramente si ha la fortuna di incontrare. Nella sua natia Scozia mancava da 21 anni. Sabato sarà al Festivaletteratura, raggiungere il quale le costerà molta meno strada perché da decenni vive in Toscana, vicino ad Arezzo, con un'amica fedele, vedendo pochissime persone, e scrivendo con pazienza maniacale i suoi libri brevi e perfetti, vergati a mano su certi quaderni che acquistava abitualmente in una cartoleria di Edimburgo. Ora il negozio è chiuso, «ma per fortuna ne ho una bella scorta», raccontava con sorridente cortesia nella città «dalla luce di perla» che lasciò, giovanissima, per una lunga e tumultuosa avventura nel mondo, tra Rhodesia, New York, Roma e finalmente Arezzo. A Mantova Muriel Spark arriva con una novità assoluta, il ventiduesimo romanzo che Adelphi, abituale editore della sua narrativa (le biografie giovanili dedicate a Mary Shelley e a Emily Bronté sono pubblicate da «Le lettere», due altri volumi da Mon- dadori) manderà in libreria a novembre. Ne leggerà in pubbhco alcune pagine, insieme a un brano da Gli anni fulgenti di Miss Broodie, che quarant'anni fa la rese celebre. In quel caso si trattava della storia d'una insegnante dalla lingua taghente (diciamolo:,anche bisbetica) che instaura rapporti strettissimi e piuttosto intricati con le allieve. Nel nuovo romanzo. Il collegio svizzero, la Spark toma allo stesso tema, a lei molto caro, ma rovesciandolo. Questa volta è un" alhevo giovane e molto dotato a mettere in crisi il suo maestro di scrittura, in un curioso college itinerante per pochissimi alunni che ogni anno cambia sede. Al centro di tutto, ancora una volta, c'è la riflessione su lettera¬ tura e vita; ed è condotta in modo sardonico, costruendo uno scenario piuttosto crudele. Il maestro, infatti, viene completamente sconvolto dal fatto che le prime quindid pagine del romanzo storico cui sta lavorando l'allievo sono ottime. Talmente buone da bloccarlo nella sua stessa attività' letteraria. Da fargli dubitare che lui non riuscirà mai à scrivere niente di simile. Nascono frustrazioni, fantasie di omicidio, e la vicenda assume tìnte fosche, mentre il ragazzo, imperterrito, contìnua ad andaie avanti con la sua storia di Maria Stuarda, la regina di Scoda decapitata per ordine della cugina Elisabetta. Ci si ritrova al finale relativamente in fretta, spiazzati, ed è come sempre un rovesciamento delle posizioni del tutto inatteso se non per i lettori più fedeli alla Spark, quelli che sanno die ogni' dettaglio, ogni parola, è sempre assolutamente necessaria. «Per scrivere Gli annifulgenti di Miss Broodie mi d sono volute sei settimane - spiegava a Edimburgo - ma prima di cominciare ho dovuto pensarci per un tempo enorme». Da allora, il suo metodo di lavoro non è cambiato: «Quando comincio un romanzo, voghe assorbirlo attraverso i pori della pelle». Ed è una gestazione lenta, poetica. Muriel Spark, dopo durissime prove in Rodesia (un marito maniaco depressivo, il divordo, l'impossibihtà di tornare in Europa perché c'era la guerra, infine la decisione di lasciare il figho piccolo in un convento e di avventurarsi con mezzi di fortuna in Inghilterra) debuttò a Londra come poetessa. Da allora ha conservato un'idea lirica della prìosa: non jiei toni, ma nella cadenza, nel rìttòb^éll'equilibrio generale delle pagine. Inoltre, lei che è nata «mezza ebrea» - secondo la sua stessa definidone - ed è diventata cattohca, ogni volta sa di doverrisolvere anche un problema morale. Alla sua maniera, naturalmente: «La letteratura è menzogna. E proprio per questo bisogna avere un forte senso deha verità. Senza di esso, non si può praticare l'arte dell'inganno». II rapporto crudele tra due generazioni:" un giovane allievo mette in crisi il suo professore Muriel Spark: sabato al Festivaletteratura di Mantova leggerà brani del nuovo romanzo. Il collegio svìzzero. e di Miss Broodie, il libro che la rese celebre 40 anni fa